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Economist: TAV, la rapina

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda franz il 18/04/2012, 20:44

lucameni ha scritto:ma ragionare nel merito no?.

Perché? Mettere la legalità dello Stato davanti alle scete di partito non è "merito"?
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda lucameni il 18/04/2012, 21:40

Assolutamente un merito.
Peraltro ci sono sindaci No Tav giustamente preoccupati di chi si affianca al movimento venendo da fuori con intenzioni bellicose. Situazioni del genere sono piatto ricco mi ci ficco per tutti gli antagonismi.
Il merito (del problema) è ben altro, che dovrebbe trascendere le appartenenze politiche, non fosse altro che si ragiona di progetti, sistemi contrattuali e- diciamo noi- sistemi di malaffare trasversali.
Fregarsene del merito (del problema, che non si riconosce come tale) e schierarsi a prescindere da quello che si sa (o non si sa) perchè pro o contro ci sono forze politiche che non si gradiscono, mi pare a dir poco sconfortante.
Parlare, pontificare, magari pure con fare sprezzante, prescindendo dalla conoscenza dei problemi, anzi quasi facendosene un merito, pare sia un esercizio molto praticato.
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda lucameni il 18/04/2012, 21:59

A proposito di spirito di legalità, indignazione ed anche....priorità.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... so/204917/

Metropolitana di Palermo: nell’appalto c’è la mafia, ma le ferrovie vanno avanti lo stesso

L'impresa che ha in appalto i lavori per oltre 600 milioni di euro è infiltrata da Cosa Nostra, ma può continuare a scavare come se nulla fosse accaduto: per Rete Ferroviaria Italiana rescindere totalmente il contratto costerebbe troppo, al committente e alla collettività, e sarebbe "sconveniente"

L'ad di Ferrovie, Mauro Moretti
L’impresa che ha in appalto i lavori della metropolitana di Palermo per oltre 600 milioni di euro è infiltrata dalla mafia? Niente paura, può continuare a scavare come se nulla fosse accaduto: rescindere totalmente il contratto costerebbe troppo, al committente e alla collettività, e sarebbe dunque “sconveniente”. E’ la tesi, assai singolare, di Rete Ferroviaria Italiana, che ha deciso di revocare solo una piccola parte dell’appalto, portandolo da poco più di 596 milioni di euro a 465 milioni. Meglio Cosa Nostra, insomma, che il blocco totale delle attività di cantiere: causerebbe la perdita dei “finanziamenti europei”, determinerebbe “l’allungamento e l’inasprimento dei disagi per i cittadini”, e i nuovi costi dovrebbero essere “attualizzati”, e, quindi aumentati.

Se con la mafia bisogna convivere, come dice Lunardi, e come confermano, ai massimi livelli istituzionali, le inchieste della Procura di Palermo sulla trattativa mafia-Stato, dalla decisione dell’ingegner Andrea Cucinotta, responsabile del nodo di Palermo per RFI arriva una conferma concreta: nero su bianco, in risposta a una nota della Prefettura che gli chiedeva di revocare l’appalto ai sensi dell’art. 11 del Dpr 252 del ’98, l’ing. Cucinotta ha risposto “nì”, revocando solo una minima parte del contratto con il Nodo di Palermo, il raggruppamento di imprese costretto a licenziare il direttore tecnico, l’ingegnere Giuseppe Galluzzo, sorpreso dalle intercettazioni in rapporti con boss, e a richiamare in sede a Torino il geometra catanese Roberto Russo, coinvolto nelle indagini.

Per sapere se la decisione è condivisa dall’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti, lo abbiamo cercato fino a sera, ma non è arrivata alcuna risposta. Con la metropolitana Palermo sognava un allineamento alle grandi metropoli europee: le indagini hanno svelato ben presto che il sogno poggiava su una radice antica, Cosa Nostra. Quell’appalto di oltre mezzo miliardo di euro faceva gola persino a Bernardo Provenzano, destinatario di un “pizzino” del boss Salvatore Lo Piccolo scoperto nel 2006 nel covo di Montagna dei Cavalli: “Zio, la informo che siccome in breve dovrebbe iniziare la metropolitana volevo chiedere se le interessa qualche calcestruzzi da fare lavorare. Se c’è, me lo faccia sapere che l’inserisco nel consorziato che sto facendo con Andrea Impastato“.

E se il calcestruzzo lo forniva Impastato, fino al giorno del suo arresto, un’altra ditta, legata al boss di Prizzi Tommaso Cannella, si è occupata di trivellazioni, e un’impresa catanese, il cui titolare è stato arrestato per mafia, ha gestito la tratta ferroviaria Cardillo-Carini. Segnali inequivocabili che hanno indotto la Prefettura di Palermo, il 3 febbraio scorso, a sollecitare RFI “a far conoscere quali decisioni intenda assumere in ordine al rapporto con General Contractor dei lavori”, posto che “il rapporto contrattuale deve essere di norma interrotto, salvo che non ricorrano superiori ragioni di interesse pubblico che ne giustifichino una parziale o integrale prosecuzione”.

La risposta è arrivata il 27 marzo: esistono, scrive RFI, “concrete ragioni che rendono del tutto sconveniente, per l’amministrazione e la collettività, l’interruzione dei lavori”. E cioè la perdita dei finanziamenti europei. L’inasprimento e l’allungamento dei disagi per la popolazione residente che è chiamata a sopportare con i cantieri aperti. E infine l’aumento dei costi, “attualizzati alla data del conseguente riaffidamento ad altro appaltatore” che non potrebbe rispondere, e qui il danno è solo ipotetico, “dei maggiori tempi e costi eventualmente derivanti da varianti di esecuzione dovute a carenze del progetto esecutivo”.

Quindi, è la decisione finale, si revoca soltanto il lotto B dei lavori, non ancora consegnato. Il costo complessivo passa da 596 milioni a quasi 465 milioni, “fermo restando che tale importo dovrà essere ridefinito a seguito della redazione dello stato di consistenza delle opere afferenti la tratta C oggetto di recesso parziale”. Per Rfi Pietro Lunardi aveva ragione: dobbiamo abituarci a convivere con la mafia. E a rassegnarci se si infiltra negli appalti milionari: revocarli, costa di più. Al committente e alla collettività.

da Il Fatto Quotidiano del 17 aprile 2012
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda flaviomob il 10/10/2012, 22:02

Mentre crollano i soffitti delle scuole pubbliche, il governo dà i soldi al magna magna della TAV...

http://www.notav.info/top/790-milioni-in-paghero/


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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda franz il 11/10/2012, 11:10

flaviomob ha scritto:Mentre crollano i soffitti delle scuole pubbliche, il governo dà i soldi al magna magna della TAV...

http://www.notav.info/top/790-milioni-in-paghero/

dai su, basta ... ormai anche Hollande ha detto che la TAV si farà. Mettetevi il cuore in pace e troviamo i fondi anche per le scuole. Basta diminuire del 10% il personale per trovare i fondi per gli investimenti.
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda flaviomob il 11/10/2012, 12:10

Giusto: oltre ai disabili bisogna tagliare anche il personale a scuola, così altre famiglie saranno gettate sul lastrico senza niente in cambio, per buttare milioni di euro su di una linea sempre meno utilizzata (ormai sono dimezzati i collegamenti ferroviari Milano Parigi dove continuano a regalare sconti se no la gente non ci va più) ed antieconomica.


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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda franz il 11/10/2012, 13:16

flaviomob ha scritto:Giusto: oltre ai disabili bisogna tagliare anche il personale a scuola, così altre famiglie saranno gettate sul lastrico senza niente in cambio, per buttare milioni di euro su di una linea sempre meno utilizzata (ormai sono dimezzati i collegamenti ferroviari Milano Parigi dove continuano a regalare sconti se no la gente non ci va più) ed antieconomica.

Se in cambio di quel 10% di riduzione, investi in edilizia, avrai altri che lavorarenno per fare scuole, per i banchi, per i laboratori. Dovrebbe essere chiaro che (proprio imparando dal tojotismo) che si deve ottenere il massimo con meno.
Piu' spesa pubblica ci porta solo verso la grecia. Meno spesa e caso mai piu' investimenti.
PS: non ho scritto da nessuna parte di tagliar eil 10% del personale della scuola. Parlo del personale in generale.
Se è possibile fare le stesse cose con il 90% (ed è possibile, secondo me) è doveroso diminuire il personale ed abbassare le tasse. Quel 10% troverà altri lavori da fare. Sicuramente piu' utili.
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Re: Economist: TAV, la rapina

Messaggioda lucameni il 11/10/2012, 20:58

Premesso che l'Italia ha bisogno di spendere tanti soldi per mettere a posto le ferrovie e il territorio (quindi un indotto di lavoro sicuro, anche per piccole imprese e non solo per colossi sponsorizzati sulla base di leggi truffaldine),io non mi rassegno certo ad una devastazione che ricorderà in peggio quel Mugello che ho qui vicino (e dal quale sono rimasto colpito in maniera pesante) e che farà pagare debito alle nuove generazioni per anni. Con buona pace dei conflitti d'interesse di Passera e di tutti i politici che ci spacciano i loro interessi per progresso; ovvero imprese amiche, ovvero interessi intercalari, ovvero sistema che ha degradato la corruzione ad abuso d'ufficio non perseguibile.
Assolutamente pazzesco che si continui a tassare, a tagliare sulla carne della gente e poi si buttino via i soldi così a vantaggio di interessi inconfessabili. Peraltro anche economisti "liberisti" hanno dovuto ammettere che tutto questo nasce da motivi meramente politici e non indotti da una concezione virtuosa dell'economia e dello sviluppo. Per non parlare di Alesina Giavazzi.
Davvero non ho parole.
A parte che la Francia dovrebbe fare altri lavori e esiste un dibattito ben diverso rispetto il nostro, il fatto è che da noi questo argomento ha preso una piega essenzialmente politica, non solo perchè ci sono interessi appunto poco confessabili con tutto il seguito di informazione taroccata e superficiale, ma perchè, sulla scorta dei guelfi e ghibellini, il fatto che si siano inseriti nella polemica movimenti estremisti e poco graditi ai più, ha fatto perdere di vista il problema generale, finanziario e progettuale. Si sta pro o contro non perchè consapevoli o informati della vicenda specifica (e putroppo in certi campi è obbligo saperne molto per non farsi fare fessi) ma perchè pro o contro ci sono movimenti e partiti amici o nemici.
Non necessariamente dei progetti sono negativi perchè sostenuti da partiti che non ci stanno simpatici; e viceversa.
Peraltro c'è un tale trasversalismo tra destra e sinistra (dalla CGIL al PDL) che la cosa dovrebbe far pensare ad un approccio più pratico e meno ideologico.
Un vero peccato che di fatto si ragioni in termini destra-sinistra- conservatorismo-riformismo quando poi si tratta di progettazione tecnica, di analisi costi-benefici (si vedano gli studi francesi che ho postato) e di denaro pubblico malamente utilizzato.
Etichettare un progetto, seppur foraggiato da una legge laidissima come quella di Lunardi (PDL), con spirito di contrapposizione partitica, mi pare proprio una cosa tutta italiana.


http://www.ricerchetrasporti.it/essai-d ... yon-turin/
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