chango ha scritto:una volta tolto il freno a mano che si fa?
andiamo avanti (economia avanzata sui beni ad alto valore aggiunto) o indietro (Serbia o Polonia)?
perchè la storia che il processo non sia pilotabile non sta in piedi.
certo non lo si può guidare nella precisa direzione che si vuole, ma instradarlo lungo il sentiero scelto sì.
altrimenti non avrebbe proprio senso togliere il freno a mano.
perchè toglierlo se non si è in grado di prevedere e in qualche misura determinare un miglioramento della situazione?
togliere il freno a mano in discesa senza pensare di poter governare una "macchina" non solo è pericoloso ma anche stupido.
Per quanto riguarda l'andare avanti o l'andare indietro, vorrei chiarire che appare chiaro a tutti gli osservatori che da un po' (direi 10 o 15 anni)
andiamo nettamente indietro. Un po' perché siamo lenti (per il freno a mano) ed un po' perché gli altri vanno piu' veloci. Tra un po' raggiungere la polonia non sarà un "andare indietro" ma un successo.
Il PIL polacco cresce piu' veloce del nostro. In alcuni anni anche 5 volte di piu'. Crescono i consumi interni, esportazioni ed importazioni. Anche il PIL procapite. Ha un debito pubblico che è la metà del nostro. Ha una percentuale di manodopera qualificata superiore alla nostra. Se fossimo su quel percorso, staremmo meglio.
I processi non pilotabili. Non è farina del mio sacco ma il concetto è che l'innovazione è cosi' imprevedibile ed ingovernabile che non puoi assolutamente prevedere tra 2 anni dove andrà l'economia. Quindi è una assoluta perdita di tempo cercare di pilotare qualche cosa che non è pilotabile (l'economia). Il concetto di pilotare l'economia ed i processi economici (o il mercato) è alla base delle economie pianifcate, le quali si sono dimostrate un colossale fallimento.
Con questo non vuol dire che la politica non abbia nulla da fare. Ha ben altri compiti piu' importanti.
Sicurezza, formazione, educazione, sanità, giustizia, stato di diritto. Non sono cose da poco.
Possiamo agevollare mille volte di piu' l'economia togliendo ostacoli che facendo cose come le rottamazioni o altre cose che drogano temporaneamente la domanda e l'offerta. Possiamo governare i processi ridistributivi che si rendono necessari quando l'economia cresce in modo irruento.
Io ritengo che senza eccessivi limiti statali, ma solo con i normali vincoli che possiamo trovere nel regno unito (e che riguardano le leggi di buon senso sulla sicurezza e l'ambiente, frutto anche del lavoro dei laburisti) ed in altri paesi ad economia cosiddetta "free" (la germania non lo è ma ci si avvicina piu' di altri) le cose possono solo migliorare. Certo le cosa da cambiare sono parecchie e la frase "togliere il freno a mano" è troppo esemplificativa rispetto al necessario processo di liberalizzazione in tutti i settori dell'economia. Ma il concetto è quello. Solo in pochissimi casi servono nuove leggi: nel grosso dei casi occorre eliminarle. Soprattutto quelle che limitano i mercato, ostacolando l'ingresso di nuovi competitori o proteggendo quelli decotti (un'attività in cui la DC era maestra).
Certo che occorre avere fiducia nel mercato e se lo hanno capito i cinesi, che sono (o erano?) comunisti credo che lo si possa capire anche in Italia. Ovvio che oggi si critica il mercato italiano il quale è appunto drogato dalla convivenza con uno stato a metà strada tra il parassita e lo spacciatore ma che tutto fa tranne riversare sul paese servizi decenti che siano di supporto a chi vuole creare ricchezza nel paese.
Da quello che scrivo mi pare di ritenere (tu correggimi se sbaglio) che per te il mercato, lasciato a se stesso con le sole regole del codice civile e penale ed un minino parco di leggi sulla sicurezza, sull'ambiente, sia un elemento pericoloso, fuori controllo. Un nemico da tenere sotto controllo 24 ore su 24. Guai lasciarlo solo per un minuto.
Non sei l'unico e questa se vuoi è la grande disussione da fare. Oggi viviamo in un paese che senza essere comunista ha fatto comunqe pessimi esperimenti di (mal)governo dell'economia (tramite leggi che vincolano il mercato o ne drogano domanda ed offerta oppre malversazioni e furbetti del quartierino). Vediamo i risultati in termini di costi fiscali, debito, mancata crescita, lavoro carente, precarietà, fuga di lavoratori e aziende.
È ora di cambiare. Io credo che nel PD lo abbiano capito e non è un caso che nel manifesto dei valori del PD il socialismo non sia nemmeno menzionato mentre le liberalizzazioni si' (tre volte). Loro sanno, ma come sempre non sanno come dirlo alla base, che in parte è ancorata alla vecchia ideologia (fallimentare) che prevede un forte intervento dello stato un po' ovunque.
Non dico pero' che lo Stato sia inutile (ultimamente ho tendenze anarchiche ma cerco di tenerle sotto controllo). Lo Stato rimane indispensabile ed insostituibile solo per un ben preciso e limitato elenco di compiti, in parte sopra elencati, non tutti da assegnare al livello centrale ma da distribuire invece ai vari livelli locali. Tra i vari compiti, rimuovere ogni ostacolo al progresso, alla crescita ed all'aumento del benessere della nazione e di tutte le altre.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)