Stefano'62 ha scritto:
Io voglio dargli LA POSSIBILITA' DI SCEGLIERE se starsene a grattarsi la pancia per due soldi,oppure rendersi utile a chiamata se e quando ne ha voglia,in cambio di più soldi e dignità.
Vai a vedere cosa stanno facendo a Trento,è esattamente quello di cui parlo io,i disoccupati hanno costruito piste ciclabili,e sono stati remunerati.
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L´eccezione Trento: disoccupati al 4% e reddito garantito
Fonte: ROSARIA AMATO - la Repubblica | 10 Aprile 2012
Il presidente della provincia Lorenzo Dellai: "Per le politiche del lavoro nessun trasferimento da Roma, solo fondi regionali o europei"
Reddito minimo di garanzia, contributi ai parasubordinati, un´Agenzia per l´impiego che negli ultimi 12 mesi è riuscita a ricollocare quasi la metà dei disoccupati. E poi ancora apprendistato, formazione, lavori (davvero) socialmente utili. A monte, una «visione integrale delle politiche per il lavoro»: è la flexicurity trentina, un modello che ha permesso di ridurre al minimo i danni della crisi. «Non vorrei dare l´impressione che la nostra sia un´isola felice - dice Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento - però certo il nostro attuale tasso di disoccupazione è leggermente sopra 4%, e il tasso di disoccupazione giovanile al 14%». La questione potrebbe essere liquidata facilmente con i luoghi comuni: il Trentino è ricco, è una provincia autonoma e pertanto riceve montagne di finanziamenti dallo Stato. Oppure si può cercare di capire come funziona il più completo modello italiano di flexicurity: «Noi non abbiamo trasferimenti da parte dello Stato per finanziare politiche ad hoc - assicura Dellai - le nostre politiche per il lavoro sono finanziate con il bilancio della nostra Regione, della Provincia e dal Fondo Sociale Europeo, al quale attingiamo in particolare per le politiche attive».
Dal 2008 in via sperimentale nella Provincia di Trento è stato introdotto il reddito minimo di garanzia, che è diventato una misura strutturale l´anno dopo. «Abbiamo stabilito che ne ha diritto chi è sotto la soglia di povertà di 6500 euro annui (considerata una famiglia di una persona): garantiamo una integrazione fino ad arrivare a quella cifra. - spiega Dellai - Viene erogato per quattro mesi, però la richiesta può essere effettuata fino a coprire 16 mesi in due anni. L´obiettivo è quello di evitare che le persone con redditi troppo bassi scivolino in forme di esclusione».
Altro intervento di sostegno ai lavoratori è il contributo per la previdenza complementare dei parasubordinati: viene erogato nei periodi che intercorrono tra un contratto e l´altro. «Da noi il 30% dei lavoratori è iscritto a un fondo di previdenza complementare», ricorda Dellai.
Il fulcro delle politiche della Provincia è però l´Agenzia per il Lavoro, articolata in numerosi centri locali per l´impiego, che ha una governance a tre, costituita da rappresentanti degli enti locali, dei sindacati e delle imprese. «Nel 2011 l´Agenzia e i centri per l´impiego - dice Dellai - hanno svolto 18.300 colloqui individuali». Per chi ha scarse possibilità di essere ricollocato, ci sono infine i lavori socialmente utili: «Vengono affidati alle imprese, e sono mirati alla realizzazione di opere concrete. Per esempio ci hanno permesso di costruire una rete di piste ciclabili».
http://www.dirittiglobali.it/home/categ ... ntito.html-----
Come puoi notare lo stato, in questo caso la Provincia e il Comune di Trento, non hanno dato lavoro ad alcunchè. Hanno invece indirizzato le persone che lo chiedevano verso imprese, anche nei casi dei lavori socialmente utili.
Questo gli enti di Trento lo fanno grazie a quella flexicurity che da tempo si sta cercando di spiegare. Lo stato quindi è solo un ponte fra la disoccupazione e l'impresa; un ponte che copre, anche tramite il reddito minimo, chi si ritrova per sfortuna nella condizione di non avere un lavoro. Alla faccia dell'ignoranza, dell'abolizione della disocupazione per legge, dello stipendio pubblico e le altre cose che vai scrivendo...
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.