La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Welfare State e tutele

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 04/01/2009, 11:23

pierodm ha scritto:Innanzi tutto, il disagio non scatta nel momento della perdita del lavoro, ma esiste già da prima, quando il lavoro-meglio-di-niente viene esercitato: reddito bassissimo, lavoro qualunque dequalificato, impossibilità di una minima programmazione di vita, etc.

Condivido l'impostazione di pierodm, i vari punti e soprattutto questo punto che giustamente viene messo per primo.
Nell'economia esiste una quota fisiologica di precarietà, che aumenta con le crisi, ma in Italia la situazione è decisamente fuori controllo.
Gli ammortizzatori sociali qui non devono essere usati come una pezza per rattoppare il buco.
Possono essere una medicina che cura il dolore ma non guariscono certo dal problema.

La precarietà di molti è dovuta a fattori che sono ormai unaninemente accertati e su quelle causa occorre intervenire.
E' il forte cuneo fiscale (superiore al 40% nel lordo azienda) e la difficolt di licenziare a scoraggiare ogni imprenditore dall'assumere dipendenti a tempo indeterminato. La nascita di varie forme contrattuali atipiche, a tempo, a progetto, legate al lavoro indipendente è dovuta al fatto che in quel settore il costo previdenziale è molto piu' basso. Se le trattenute previdenziali fossero identiche per ogni forma di lavoro (dipendente ed indipendente) verrebbe meno l'80% del fattore che invoglia l'impresa verso quelle forme di collaborazione.

Inoltre visto che oggi abbiamo a grandi linee che il volume di lavoratori indipendenti è quasi uguale a quello dei dipendenti (una anomalia che mi risulta essere solo italiana) il fatto di porre trattenute identiche credo che consenta di avere una trattenuta media piu' bassa, ricavando cosi' in modo quasi gratuito le risorse per finanziare gli ammortizzatori sociali.
Questi pero' vanno garantiti in modo obbligatorio solo ai lavoratori dipendneti. Non esiste alcun sistema occidentale, che io conosca, che garantisce i lavoratori indipendneti. Ci sono le assicurazioni facoltative per la perdita di guadagno, interalemtne a carico del lavoratore autonomo. Ritengo pero' che la riforma degli ammortizzatori unita al porre le stesse aliquote contributive tra le due forme di lavoro, eliminerà la gran parte del lavoro "atipicamente autonomo" riportando i lavoratori verso il contratto a tempo indeterminato standard.

Chiaramente trattenute identiche significa anche prestazioni identiche, quando si va in pensione e questo a mio avviso va garantito anche con la eliminazione di tutti i sistemi previdenziali di categoria a favore di un solo ed unico sistema pubblico obbligatorio, a cui affiancare in parallelo il sistema dei fondi pensione.

Il nostro dramma è che il sistema italiano contiene molte anomalie (peggiorative) rispetto agli standard europei e quindi cercare di raddrizzare il sistema intervenendo su una gamba sola (gli ammortizzatori) non è possibile.
Occorre una riforma totale e profonda e questo ovviamente è politicamente molto difficile.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda pierodm il 04/01/2009, 14:15

Aggiungerei anche un ulteriore elemento.
In certe forme contrattuali - come il lavoro interinale - le aziende e amministrazioni pubbliche spendono una cifra X, che non corrisponde agli stipendi erogati, dato che esiste un margine di profitto per la società che gestisce l'interinale.
Non so che rapporto ci sia tra questa spesa, questo margine e il cuneo fiscale, ma non mi sembra che il sistema vada a vantaggio di una riduzione dei costi o di un miglioramento economico del lavoratore.

Complessivamente, io credo che una politica seria di welfare e "di sinistra" non corrisponda tanto ad una ricerca del miglior sistema assistenziale, diciamo così "di soccorso" (che è sempre complicato e generatore di sperequazioni, oltre che molto costoso), quanto in una cura a monte delle cause che generano le situazioni di disagio.
Mi rendo conto che è un'idea ovvia - come si dice, una scoperta dell'acqua calda - che rimane però un punto fermo di qualunque ipotesi riformista.
Non ho seguito il proseguimento del vivace dibattito che si era sviluppato alla fine degli anni '80 sul tema "lavoro", dopo un periodo in cui ne ho preso visione per ragioni puramente giornalistiche, ma ho la netta impressione che a quelle tesi di grande respiro - e influenzate da un notevole ottimismo - sia seguita una vera e propria degenerazione che ha irrimediabilmente immiserito quelle idee che originariamente si dibattevano, con un forte contributo della sociologia del lavoro francese e tedesca.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 04/01/2009, 17:51

pierodm ha scritto:Complessivamente, io credo che una politica seria di welfare e "di sinistra" non corrisponda tanto ad una ricerca del miglior sistema assistenziale, diciamo così "di soccorso" (che è sempre complicato e generatore di sperequazioni, oltre che molto costoso), quanto in una cura a monte delle cause che generano le situazioni di disagio.
Mi rendo conto che è un'idea ovvia - come si dice, una scoperta dell'acqua calda - che rimane però un punto fermo di qualunque ipotesi riformista.

Per quanto ho visto girando l'europa, quello che dici per una politica seria di welfare non è solo "di sinistra" ma universale, soprattutto sul lato industriale. Il welfare costa ed il prezzo grava alla fine sempre sul costo dei prodotti.
Per noi consumatori vuol dire merci piu' care, ma anche difficoltà di esportazione.

Un sistema che riesce a risolvere "a monte" vari problemi, finisce con costare di meno.
Nel campo della disoccupazione i sistemi prevedono corsi di riqualificazione professionale, al fine di in reingresso permanente nel mondo del lavoro (lingue, informatica, nuove tecnologie).
Nel campo della povertà si tende a rendere meno precaria la situazione del povero agevolando l'accesso ad una casa di proprietà e mettendolo in grado di avere un lavoro stabile che possa farlo uscire dalla soglia di povertà.
In Europa anche partiti di destra appoggiano queste politiche.

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda borghinolivorno il 11/01/2009, 10:27

Quando si vuole parlare della crisi in cui stiamo entrando non si sa nemmeno come iniziare, perché la facile battuta come quella “consumatori datevi da fare” puo’ convincere gli ingenui ma dura poche ore davanti ai troppi consumatori che vorrebbero darsi da fare ma non possono, e le altre facili battute sulla tenuta di alcuni segmenti produttivi sono destinate ad essere travolte facilmente (la cantieristica è l’esempio migliore per l’area della costa toscana e la crisi occupazionale dilagante anche nel terziario è la riprova della caratteristica pervasiva proprio di questa crisi).

Certo se niente sarà uguale a prima occorrerà imparare a fare i conti con problemi di coesione sociale e di esclusione sociale a cui non siamo abituati, non per altro per l’intensità stessa di questi problemi, e occorrerà fare i conti con una transizione verso una nuova capacità di sviluppo e di competitività territoriale che nessuno ci regalerà, che non è facile da realizzare, e che dobbiamo produrre mettendo in sinergia istituzioni, imprese, cittadinanza su un mercato sempre più globale in cui la crisi dell’occidente deve fare i conti con lo sviluppo di alcuni paesi emergenti.

Occorre che la politica e l’imprenditoria si inventino nuove prospettive di azione, e occorre che la negoziazione e concertazione sociali riescano a dire la loro ben oltre il terreno della mera rappresentazione degli interessi.

L’errore più grosso è quello infatti di cullarsi nella certezza che tra poche settimane tutto sarà passato, o che basti fare quello che si pensava necessario qualche mese fa per aggiustare le cose o togliersi ogni responsabilità, oppure credere che la custodia dei diritti acquisiti o delle aree di mercato possa bastare a superare questa fase.

In questo contesto e’ complicato garantire i diritti di chi non ha insieme ai diritti e le attese di chi ha, ed è proprio complicato garantire opportunità sociali e d’istruzione in scenari dove anche la competizione tra le persone (tra gli occupati e i disoccupati, i residenti e i migranti, i ricchi e i poveri, i garantiti e i non garantiti) rischia di aprire scenari a cui non siamo nemmeno abituati.

Una scommessa particolare va in carico di quei servizi (assistenza sociale, servizi socio-sanitari, centri per l’impiego, uffici casa) che stanno già affrontando l’emergenza (le nuove poverta’, la disoccupazione o la malaoccupazione e le sue conseguenze , le vecchie poverta’ che incrudeliscono senza prospettive).

Il rischio è che non solo il peso che hanno addosso sia superiore alle risorse di cui dispongono, ma che una malagurata idea di federalismo scarichi su questi stessi servizi la redistribuzione delle scarse risorse disponibili (e l’idea della regionalizzazione degli ammortizzatori sociali e la responsabilizzazione delle autorità provinciali per l'erogazione degli stessi vanno proprio in questo senso)



Paolo borghi livorno
borghinolivorno
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 142
Iscritto il: 26/07/2008, 14:49
Località: livorno

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 17/01/2009, 16:40

Franz
Si vogliono far pagare gli ammortizzatori dallo stato e da un'ulteriore aumento dell'età pensionabile.Ma gli ammortizzatori finanziati dallo stato non sono sicuri,perche da un momento all'altro lo stato può tagliarli e poi lo stato non li eroga con regolarità e nella stessa misura ogni mese.Sono più sicuri se sono finanziati da lavoratori e datori di lavoro,poiche nessuno può toccarli.Con la riforma pensionistica già fatta,entro il 2014 l'età pensionabile arriverà a 62 anni, e succederà che a parità di spesa le entrate contributive aumenteranno.Le maggiori entrate non possono essere che redistribuite ai pensionati,e dal momento che i pensionati aumenteranno,non possono essere dotati di una minore capacità di spesa perche tende a diminuire la domanda interna di beni e servizi.La riforma pensionistica,fermo restanto la regolarità dei contributi ,da qui a 40 anni, avrà il punto più basso di erogazione intorno al 72%,che accoppiata al Tfr che garantisce il 6,7% si arriva nella totalità di erogazione intorno al 78,79%.Recuperando l'evasione contributiva e regolarizzando gli extracomunitari si potra forse garantire un'ulteriore copertura agli ammortizzatori,come ad esempio il 100% della cassa integrazione per il lavoro stabile e per le ragazze che vanno in maternità.Tutt'al più si può arrivare a lavorare fino a 63 anni ma non di più,non a 65 anni Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 17/01/2009, 19:12

Robyn ha scritto:Franz
Si vogliono far pagare gli ammortizzatori dallo stato e da un'ulteriore aumento dell'età pensionabile.Ma gli ammortizzatori finanziati dallo stato non sono sicuri,perche da un momento all'altro lo stato può tagliarli e poi lo stato non li eroga con regolarità e nella stessa misura ogni mese.Sono più sicuri se sono finanziati da lavoratori e datori di lavoro,poiche nessuno può toccarli.

Perfetttamene d'accordo.
Constato positivamente che hai cambiato idea, da quando nel marzo di due anni fa, affermavi che il costo degli ammortizzatori sociali andava scaricato sulla fiscalità generale e non sul costo del lavoro.
Spero che tra altri due anni cambierai idea anche sull'età di pensionamento.
Nel tuo calcolo non hai considerato che oggi in Italia le pensioni sono mediamente da fame mentre nei paesi in cui si va in pensione a 65 .... ormai da una ventina di anni .... le pensioni sono "fior di pensioni".

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 17/01/2009, 19:27

Le pensioni in Italia a tutt'oggi e in futuro con la riforma pensionistica sono garantite all'80%.Direi più che sufficente dal momento che un pensionato non ha le spese di chi è ancora in attività lavorativa.Ma sotto questa soglia non si può scendere perche ne subisce riflessi negativi la domanda interna di beni e servizi.Quindi ai giovani di oggi bisognerà garantire quell'80% bisognarà cioè calcolare i contributi + Tfr anche per i periodi non lavorativi Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 17/01/2009, 21:59

Robyn ha scritto:Le pensioni in Italia a tutt'oggi e in futuro con la riforma pensionistica sono garantite all'80%.Direi più che sufficente dal momento che un pensionato non ha le spese di chi è ancora in attività lavorativa.Ma sotto questa soglia non si può scendere perche ne subisce riflessi negativi la domanda interna di beni e servizi.Quindi ai giovani di oggi bisognerà garantire quell'80% bisognarà cioè calcolare i contributi + Tfr anche per i periodi non lavorativi Ciao Robyn

Quale è oggi l'importo medio di una pensione di vecchiaia in Italia?

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda Robyn il 19/01/2009, 16:16

Franz
Servono dati per capire qualcosa da qui al futuro Ciao Robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11368
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Welfare State e tutele

Messaggioda franz il 19/01/2009, 19:36

Robyn ha scritto:Franz
Servono dati per capire qualcosa da qui al futuro Ciao Robyn


Considera queste due cose, relative a 10 anni fa (ma che non sono cambiate molto, purtroppo).

1)
Dei 16 milioni di pensionati, nel 1997 ben 6'730'000 (il 41%) hanno una pensione mensile inferiore ai 515 €
La loro pensione media non raggiunge i 4'845 € all'anno.
Contemporaneamente, mezzo milione di pensionati percepisce più di 2'000€ al mese, con una pensione media di 35'678€ all'anno.

La fascia più povera (da mezzo milione ad uno e mezzo) rappresenta il 59% del numero di pensionati ed a loro vengono versati il 30% di tutti gli importi pensionistici.
Da ciò si ricava che il 70% della spesa per le pensioni viene erogata al 41% rimanente, più agiato.
Quasi la metà della spesa per le pensioni (74'886 milioni di € sul totale di 155'289) viene impiegata per garantire a 12 milioni di pensionati (il 74%) una pensione media di 6'278€ all'anno, quindi 523€ al mese. Gli altri 80 miliardi di € vengono versati a 4,2 milioni di pensionati (il 26%) e costituiscono pensioni medie di 18'800€ all'anno (1'570 al mese).

Il sistema è quindi fortemente sbilanciato ed iniquo. La pensione media (9'583€) è puramente nominale. Solo 2 milioni e mezzo di pensionati percepiscono una pensione vicina a quella media, tutti gli altri prendono molto di meno ed una piccola ma costosa minoranza prende di più. Da notare che i dati corrispondono a tutta la spesa, compresa quella assistenziale.


2) vedere immagine sottostante (dati 1997 ... nel frattempo altri stati sono andati verso i 65 ...
Considerate la Danimarca: lo stato con meno corruzione, meno lavoro nero, meno evasione e con un ottimo welfare.
Allegati
Età di pensionamento.jpg
Cliccare per vedere l'immagine interamente
Età di pensionamento.jpg (223.1 KiB) Osservato 5363 volte
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

PrecedenteProssimo

Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 13 ospiti

cron