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Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda franz il 10/09/2008, 21:31

claudiogiudici ha scritto:Scusa Francesco,
sul caso Alitalia, mi accorgo ora che ti riferivi proprio alla Francia e non all'Italia. Dunque ribadisco che il caso non è proponibile. I Francesi potranno facilmente costruire nuovi scali o piste. Ciò anche se Sarkozy si è dichiarato contrario - sua scia ecologista di Gore - di costruire nuovi aeroporti. Tuttavia nel frattempo - guarda caso - l'aeroporto di Toulouse-Blagnac è stato ampliato (fra i primi quattro francesi).

Per il discorso sulla crisi del XIV secolo, invece, per errore, mi è partito il corsivo che invece voleva riferirsi a "epoca buia medioevale".

Saluti.
Claudio Giudici

Prendo atto delle precisazioni, dopo aver letto la tua lunga trattazione.
A livello di metodo consiglio testi piu' brevi. Sono migliori per chi legge e per chi ha l'ardire di rispondere.
Abbiamo chiarito che a quanto pare la Francia non intende costruire nuovi aereoporti. Che lo abbia appena fatto significa che come minimo ha appena reso operative decisioni di 15-20 anni fa. Oggi, con la crisi dei cieli, nessuno pensa seriamente di farlo ancora e quindi l'ipotesi che Air France compri diritti è possibile solo se altri li vendono.

Ho letto con curiosità ed interesse la tua trattazione sull'epoca buia. Non credo che c'entri con il liberismo di cui parlavamo dato che questo lo possiamo storicamente associare alla rivoluzione industriale ma comprendo il tuo paragone con i "vizi epistemologici" e lo trovo interessante. Penso che su questo dovremo aprire un nuovo thread (sull'etica del denaro).
Lo faro' al mio ritorno.

Vedo tuttavia l'ennesima confussione che porta ad una idea errata (non una banalizzazione ma un vero e proprio errore contabile) che va subito corretta.

Dici:
Infatti, come stimato dalla BRI, il valore dei derivati è oggi superiore ai 2milioni di miliardi di dollari, mentre il pil globale è poco più di 50.000 miliardi di dollari. Questo vuol dire che, nella migliore delle ipotesi, i derivati garantiscono per oltre 40 volte il prodotto reale (è un po' come dire che tu garantisci la tua auto da 20.000 euro per 800.000 euro! Nessuna assicurazione te lo consentirebbe ovviamente).

Non possiamo confondere capitalizzazione con PIL. Il PIL è il valore aggiunto prodotto annualmente in un paese.
A grandi lienee possiamo associarlo al fatturato di una azienda. Una cosa molto diversa dalla sua capitalizzazione.
La capitalizzazione del sistema Italia per esempio dovrebbe sommare il valore di tutti i depositi bancari e di tutti gli asset, di tutte le case, di tutti i terreni (privati e demaniali), di tutte le vetture, di tutti i mobili e quadri in casa, di tutti i beni pubblici, palazzi e musei compresi, dei contanti in casa, dell'oro, delle assicurazioni sulla vita, delle strade, dei ponti, dei capitali delle imprese, dei macchinari, del bestiame. Questo valore, è credo 100 volte il PIL. Quindi posso avere su questo valore garanzie pari a 40 volte. Anche di piu'. Un'assicurazione me lo consentirebbe, dato che non confonde il mio capitale (casa, vettura, mobili ) che assicura e che ha un valore diverso - e sicuramente superiore - da quello che posso guadagnare di anno in anno.

Il PIl invece è altra cosa. Se cerchi gli elementi costitutivi del PIL non trovi certo le cose che ho elencato (asset, case, terreni, beni pubblci) ma trovi il reddito nazionale e gli investimenti.
Se hai una idea di una contabilità aziendale, una cosa è il bilancio (stato patrimoniale: attivi e passivi) ed altro è il conto profitti e perdite. La confusione è imperdonabile. Per criticare l'economia bisogna avere certe basi minime, direi.

Ciao,
Franz

PS: nei prossimi giorni saro' in viaggio per l'europa del Nord e quindi non rispondero' subito.
Ci sentiamo - spero - la prossima settimana.
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda claudiogiudici il 12/09/2008, 16:23

franz ha scritto:
....
1 - Abbiamo chiarito che a quanto pare la Francia non intende costruire nuovi aereoporti. Che lo abbia appena fatto significa che come minimo ha appena reso operative decisioni di 15-20 anni fa. Oggi, con la crisi dei cieli, nessuno pensa seriamente di farlo ancora e quindi l'ipotesi che Air France compri diritti è possibile solo se altri li vendono.

2 - Ho letto con curiosità ed interesse la tua trattazione sull'epoca buia. Non credo che c'entri con il liberismo di cui parlavamo dato che questo lo possiamo storicamente associare alla rivoluzione industriale ma comprendo il tuo paragone con i "vizi epistemologici" e lo trovo interessante. Penso che su questo dovremo aprire un nuovo thread (sull'etica del denaro).
Lo faro' al mio ritorno.

Vedo tuttavia l'ennesima confussione che porta ad una idea errata (non una banalizzazione ma un vero e proprio errore contabile) che va subito corretta.

Dici:
Infatti, come stimato dalla BRI, il valore dei derivati è oggi superiore ai 2milioni di miliardi di dollari, mentre il pil globale è poco più di 50.000 miliardi di dollari. Questo vuol dire che, nella migliore delle ipotesi, i derivati garantiscono per oltre 40 volte il prodotto reale (è un po' come dire che tu garantisci la tua auto da 20.000 euro per 800.000 euro! Nessuna assicurazione te lo consentirebbe ovviamente).

Non possiamo confondere capitalizzazione con PIL. Il PIL è il valore aggiunto prodotto annualmente in un paese.
A grandi lienee possiamo associarlo al fatturato di una azienda. Una cosa molto diversa dalla sua capitalizzazione.
La capitalizzazione del sistema Italia per esempio dovrebbe sommare il valore di tutti i depositi bancari e di tutti gli asset, di tutte le case, di tutti i terreni (privati e demaniali), di tutte le vetture, di tutti i mobili e quadri in casa, di tutti i beni pubblici, palazzi e musei compresi, dei contanti in casa, dell'oro, delle assicurazioni sulla vita, delle strade, dei ponti, dei capitali delle imprese, dei macchinari, del bestiame. Questo valore, è credo 100 volte il PIL. Quindi posso avere su questo valore garanzie pari a 40 volte. Anche di piu'. Un'assicurazione me lo consentirebbe, dato che non confonde il mio capitale (casa, vettura, mobili ) che assicura e che ha un valore diverso - e sicuramente superiore - da quello che posso guadagnare di anno in anno.

Il PIl invece è altra cosa. Se cerchi gli elementi costitutivi del PIL non trovi certo le cose che ho elencato (asset, case, terreni, beni pubblci) ma trovi il reddito nazionale e gli investimenti.
Se hai una idea di una contabilità aziendale, una cosa è il bilancio (stato patrimoniale: attivi e passivi) ed altro è il conto profitti e perdite. La confusione è imperdonabile. Per criticare l'economia bisogna avere certe basi minime, direi.

Ciao,
Franz

PS: nei prossimi giorni saro' in viaggio per l'europa del Nord e quindi non rispondero' subito.
Ci sentiamo - spero - la prossima settimana.


Innanzitutto scusa se rispondo solo ora, ma non mi era arrivata alcuna notifica mail della tua risposta (che attendevo impaziente).

Francesco, mi costringi ad essere ripetitivo! Questo formalismo è proprio un baco che tortura le menti e non se ne esce. Reputo veramente demagogici gli slogan dietro cui il centro-sinistra negli ultimi anni ha ottenebrato qualsiasi possibilità di dialogo reale - tipo: "Ci vogliono i giovani in politica! - ma veramente qui si rischia di rendere meritorio quello slogan se non si fa qualcosa per guardare al vero, alla sostanza delle cose, ed uscire dal farisaismo.

1 - Aeroporti in Francia.
Sarkozy ha esternato che non se ne faranno più, ma che vuol dire? Ha un valore su cui scommetteresti qualche soldo, la parola data da un politico? Walter Veltroni di fronte a Minoli non aveva assicurato che dopo l'esperienza romana di sarebbe dedicato all'Africa?

2 - Nuova Epoca Buia.
Qui emerge ancora una volta l'approccio formalista, che tuttavia vedo in parte si sta sradicando visto che comprendi i legami epistemologici tra la crisi attuale e quello pre-rinascimentale. Se uno ragionasse secondo lo schema formalista, potrebbe tranquillamente dire di buttare al macello gli scritti evangelici e biblici, perchè oggi è un altro tempo. Circa il liberismo, esso è una derivazione del fisiocratismo pre-industriale in quanto ha alla sua radice la rimessa ad un dio pagano esterno all'uomo (la terra per i fisiocratici, il mercato per i liberisti). In campo religioso questo genere di trappola la hanno proposta i calvinisti.

3 - Contabilità.
Ancora una volta mi accusi di mancare delle basi (prima nel settore turistico, pur io essendo stato manager nel settore, adesso nel campo della contabilità di base, pur essendomi diplomato in ragioneria prima della laurea, ma non ci sono problemi).
In effetti l'accusa che mi rivolgi, è conseguenza di un errore che io ho compiuto con la metafora, ma non con la sostanza di ciò di cui parlavo. Questo errore è stato paragonare il pil (del dominio macro) ad un auto (del dominio micro). Avrei dovuto dire che il pil lo possiamo paragonare ad un fatturato.
Ma il grosso punto della mia trattazione, che tu hai voluto ben evitare di trattare, consiste nel fatto che se un derivato è uno strumento di garanzia di un'attività reale - come insegnano i libri di testo, o come risponde Mario Draghi e tutti i sistemisti-formalisti, - ecco che tutti coloro che li utilizzano a prescindere dal sottostante reale, non sono altro che degli speculatori.
Della cosa puoi facilmente rendertene conto comprando ogni genere di futures od opzione pur non detenendo il sottostante valore reale. Lo può fare chiunque di noi da un po' di anni a questa parte. Tuttavia non ci si confonda: il grosso del problema non è certo rappresentato dai piccoli traders che speculano sui futures, quando dal sistema complessivamente inteso, dove i grandi players, come hedge funds, banche, imprenditori privati, stati, si dedicano ad attività speculativa pura, mere compravendite di valori finanziari che non attivano alcuna produzione di beni o servizi ma in cambio distraggono liquidità dall'attività reale per farla rifluire nella più "remuneratizia" - lo si dica agli oltre 900 enti locali esposti sui derivati e perdenti nell'80% dei casi secondo la Corte dei Conti - speculazione finanziaria.

Saluti.
Claudio Giudici
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda franz il 14/09/2008, 9:41

claudiogiudici ha scritto:Innanzitutto scusa se rispondo solo ora, ma non mi era arrivata alcuna notifica mail della tua risposta (che attendevo impaziente).

Francesco, mi costringi ad essere ripetitivo! Questo formalismo è proprio un baco che tortura le menti e non se ne esce. Reputo veramente demagogici gli slogan dietro cui il centro-sinistra negli ultimi anni ha ottenebrato qualsiasi possibilità di dialogo reale - tipo: "Ci vogliono i giovani in politica! - ma veramente qui si rischia di rendere meritorio quello slogan se non si fa qualcosa per guardare al vero, alla sostanza delle cose, ed uscire dal farisaismo.

1 - Aeroporti in Francia.
Sarkozy ha esternato che non se ne faranno più, ma che vuol dire? Ha un valore su cui scommetteresti qualche soldo, la parola data da un politico? Walter Veltroni di fronte a Minoli non aveva assicurato che dopo l'esperienza romana di sarebbe dedicato all'Africa?

2 - Nuova Epoca Buia.
Qui emerge ancora una volta l'approccio formalista, che tuttavia vedo in parte si sta sradicando visto che comprendi i legami epistemologici tra la crisi attuale e quello pre-rinascimentale. Se uno ragionasse secondo lo schema formalista, potrebbe tranquillamente dire di buttare al macello gli scritti evangelici e biblici, perchè oggi è un altro tempo. Circa il liberismo, esso è una derivazione del fisiocratismo pre-industriale in quanto ha alla sua radice la rimessa ad un dio pagano esterno all'uomo (la terra per i fisiocratici, il mercato per i liberisti). In campo religioso questo genere di trappola la hanno proposta i calvinisti.

3 - Contabilità.
Ancora una volta mi accusi di mancare delle basi (prima nel settore turistico, pur io essendo stato manager nel settore, adesso nel campo della contabilità di base, pur essendomi diplomato in ragioneria prima della laurea, ma non ci sono problemi).
In effetti l'accusa che mi rivolgi, è conseguenza di un errore che io ho compiuto con la metafora, ma non con la sostanza di ciò di cui parlavo. Questo errore è stato paragonare il pil (del dominio macro) ad un auto (del dominio micro). Avrei dovuto dire che il pil lo possiamo paragonare ad un fatturato.
Ma il grosso punto della mia trattazione, che tu hai voluto ben evitare di trattare, consiste nel fatto che se un derivato è uno strumento di garanzia di un'attività reale - come insegnano i libri di testo, o come risponde Mario Draghi e tutti i sistemisti-formalisti, - ecco che tutti coloro che li utilizzano a prescindere dal sottostante reale, non sono altro che degli speculatori.
Della cosa puoi facilmente rendertene conto comprando ogni genere di futures od opzione pur non detenendo il sottostante valore reale. Lo può fare chiunque di noi da un po' di anni a questa parte. Tuttavia non ci si confonda: il grosso del problema non è certo rappresentato dai piccoli traders che speculano sui futures, quando dal sistema complessivamente inteso, dove i grandi players, come hedge funds, banche, imprenditori privati, stati, si dedicano ad attività speculativa pura, mere compravendite di valori finanziari che non attivano alcuna produzione di beni o servizi ma in cambio distraggono liquidità dall'attività reale per farla rifluire nella più "remuneratizia" - lo si dica agli oltre 900 enti locali esposti sui derivati e perdenti nell'80% dei casi secondo la Corte dei Conti - speculazione finanziaria.

Saluti.
Claudio Giudici

Caro Claudio,
la discussione, inizialmente positiva e costruttiva, sta degenerando. Appare pilotata dall'arte di ottenere ragione (mi riferisco al bel libretto di Schopenhauer), cosa che si puo' fare utilizzando particolari argomentazioni che sono tuttavia poco dialogiche anche se d'effetto. Per esempio l'argomentazione "Ha un valore su cui scommetteresti qualche soldo, la parola data da un politico? " non ha un valore "ad rem" ma "ad personam" e puo' essere usata in tutte le situazioni e riferita ad ogni caso che fosse in discussione. Chiunque la puo' usare, questa argomentazione (Schopenhauer parla di "stratagemmi" e ne elenca una quarantina) ma francamente una simile discussione non mi interessa e smettero' di seguirla. Indipendentemente dall'approccio che seguo non butterei nulla al macero per cui è inutile che tu usi lo stratagemma di affibbiarmi una etichetta (formalista) per poi da li fa discendere tutte le considerazioni negative che intendi collegare a quella etichetta. Sull'argomento contabilità e derivati, predo atto che hai capito di aver fatto un esempio sbagliato esballato (è un buon inizio) ma il formalismo non c'entra. Occorre capire (forma e sostanza) per criticare. I derivati sono uno strumento come tanti. Possono essere usati, per esempio, per proteggersi da variazioni del mercato (innescate anche) dalla speculazione per cui in gran parte sono "antispeculativi". Come ogni strumento pero' puo' essere anche usato male (classico il caso della dinamite) ed è ovvio che oltre a comprare e vendere cose che abbiamo esiste la possibilità di comprare e vendere cose che non abbiamo ma che ci saranno. I futures esprimono la scommessa per comprare e vendere cose che si prevede possano esserci (un raccolto, per esempio, oppure materiele che verrà estratto e/o prodotto) ed è evidente che attorno a queste "scommesse" si innesta un mercato e si innestano fattori di rischio. Il termine "speculazione" poi, pur connotato di valori morali negativi, altro non significa che "guardare nella specula, nello specchio" che è un antico modo di prevedere il futuro. Chi specula scomette (e rischia) sul futuro. Ne piu' ne meno di chi come un contadino semina aspettando tra sei mesi di raccogliere il frutto del suo lavoro, ipotizzando poi di usarne una parte per la semina, una parte per se ed una parte per la vendita al mercato. Chi specula (scommette sul futuro) rischia (come rischiavano i contadini, se il raccolto andava a male) di perdere e nella società moderna non si specula piu' solo sui raccolti o sul volume della produzione e dei consumi ma anche sui prodotti finanziari. Se volessimo entrare in una discussione seria (senza usare i banali statagemmi che Schopenhauer ci illustra ) io ci sto.
Consiglio quindi di leggere quel veloce libretto cosi' chiunque è in grado di riconoscere gli statagemmi piu' classici e puo' anche evitare di riproporli qui. La discussione in questo caso tornerebbe a farsi interessante.

Ciao,
Franz

http://www.liberonweb.com/asp/libro.asp?ISBN=8845908569
Note di Copertina
Questo trattatello, vera perla nascosta negli scritti postumi di Schopenhauer, qui per la prima volta tradotto in italiano, venne elaborato "come un pulito preparato anatomico" per dare una sistemazione formale agli "artifici disonesti ricorrenti nelle dispute". Schopenhauer fornisce trentotto stratagemmi, leciti e illeciti, a cui ricorrere per "ottenere" ragione: per difenderla quando la si ha, e per farsela dare quando sta dalla parte dell'avversario. Lettura attraente e quanto mai utile: con freddezza classificatoria Schopenhauer ci indica " le vie traverse e i trucchi di cui si serve l'ordinaria natura umana per celare i suoi difetti".
Ma, nello stesso tempo, si tratta di un testo che si situa in un crocevia memorabile del pensiero moderno: negli stessi anni in cui Hegel indicava nella dialettica la via per giungere al culmine dello Spirito, il suo irriducibile antagonista Schopenhauer la raccomandava come fioretto da impugnare in quella "scherma spirituale" che è il discutere, senza badare alla verità. Contro Hegel, Schopenhauer si presenta qui come un " maestro di scherma che non considera chi abbia effettivamente ragione nella contesa che ha dato origine al duello", ma si preoccupa unicamente di insegnare a "colpire e parare", giacché "questo è quello che conta". Le ragioni sottintese in questo duro contrasto sono illustrate nel saggio di Franco Volpi che accompagna il testo.
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda claudiogiudici il 15/09/2008, 11:05

franz ha scritto:Caro Claudio,
la discussione, inizialmente positiva e costruttiva, sta degenerando. Appare pilotata dall'arte di ottenere ragione (mi riferisco al bel libretto di Schopenhauer), cosa che si puo' fare utilizzando particolari argomentazioni che sono tuttavia poco dialogiche anche se d'effetto. Per esempio l'argomentazione "Ha un valore su cui scommetteresti qualche soldo, la parola data da un politico? " non ha un valore "ad rem" ma "ad personam" e puo' essere usata in tutte le situazioni e riferita ad ogni caso che fosse in discussione. Chiunque la puo' usare, questa argomentazione (Schopenhauer parla di "stratagemmi" e ne elenca una quarantina) ma francamente una simile discussione non mi interessa e smettero' di seguirla. Indipendentemente dall'approccio che seguo non butterei nulla al macero per cui è inutile che tu usi lo stratagemma di affibbiarmi una etichetta (formalista) per poi da li fa discendere tutte le considerazioni negative che intendi collegare a quella etichetta. Sull'argomento contabilità e derivati, predo atto che hai capito di aver fatto un esempio sbagliato esballato (è un buon inizio) ma il formalismo non c'entra. Occorre capire (forma e sostanza) per criticare. I derivati sono uno strumento come tanti. Possono essere usati, per esempio, per proteggersi da variazioni del mercato (innescate anche) dalla speculazione per cui in gran parte sono "antispeculativi". Come ogni strumento pero' puo' essere anche usato male (classico il caso della dinamite) ed è ovvio che oltre a comprare e vendere cose che abbiamo esiste la possibilità di comprare e vendere cose che non abbiamo ma che ci saranno. I futures esprimono la scommessa per comprare e vendere cose che si prevede possano esserci (un raccolto, per esempio, oppure materiele che verrà estratto e/o prodotto) ed è evidente che attorno a queste "scommesse" si innesta un mercato e si innestano fattori di rischio. Il termine "speculazione" poi, pur connotato di valori morali negativi, altro non significa che "guardare nella specula, nello specchio" che è un antico modo di prevedere il futuro. Chi specula scomette (e rischia) sul futuro. Ne piu' ne meno di chi come un contadino semina aspettando tra sei mesi di raccogliere il frutto del suo lavoro, ipotizzando poi di usarne una parte per la semina, una parte per se ed una parte per la vendita al mercato. Chi specula (scommette sul futuro) rischia (come rischiavano i contadini, se il raccolto andava a male) di perdere e nella società moderna non si specula piu' solo sui raccolti o sul volume della produzione e dei consumi ma anche sui prodotti finanziari. Se volessimo entrare in una discussione seria (senza usare i banali statagemmi che Schopenhauer ci illustra ) io ci sto.
Consiglio quindi di leggere quel veloce libretto cosi' chiunque è in grado di riconoscere gli statagemmi piu' classici e puo' anche evitare di riproporli qui. La discussione in questo caso tornerebbe a farsi interessante.

Ciao,
Franz


Caro Francesco,
personalmente avrei suggerito Il Sofista[i] di Platone - i cui contenuti già riprendemmo in un altro post, così come del libretto di Schopenhauer.

Comunque, la mia provocazione sulla dichiarazione di Sarkozy era meritoria, per quanto, appunto provocatoria. Se ne potrebbero citare a bizzeffe di quel genere di dichiarazioni - da qualsiasi area politica esse provengano - ma quello che tra le righe puntavo a far emergere, era come per "ottenere ragione" tu avessi deciso di incarnare il ruolo dell'ingenuo ("Siccome l'ha detto Sarkozy, allora non verranno più fatti aeroporti in Francia!"pareva di sentirti dire).

Ma restiamo alla trattazione dei derivati che è quella che veramente conta, perchè apre un mondo che i [i]sistemisti
continuano a voler sostenere e di cui non se ne parla (meglio parlare di "quote rosa", di "quote giovani", di legge elettorale, di conflitto d'interessi, e soprattutto di liberalizzazioni, sic sic sic)
Nonostante ti abbia riportato i dati, la tua posizione resta la stessa.
Ripeto: se i derivati che servono per garantire attività dell'economia reale - così come vuole la loro genesi nonchè le definizioni che i teorici ed i formalisti ne danno - sono utilizzati a prescindere dall'attività reale sottostante per la stragrandissima maggioranza dei casi, è ovvio che siamo di fronte ad un'operatività puramente speculativa. Ora, che tu ti metta a fare, in quella che dovrebbe essere la patria dei neodossettiani, l'apologia degli strumenti derivati facendo dell'accademia sul termine "specula", non fa altro che confermare la deriva oligarchica assunta dal centro-sinistra. Se i neodossettiani (ma allora sarebbe meglio dire trans-dossettiani) fanno ciò, visto il loro dissenso con il Partito di De Benedetti (PD appunto), l'attuale dirigenza del PD quali tesi ha il coraggio di sostenere (direi il niente visto che su tali temi non si esprime proprio)?

Riporto ancora l'intervento di Hollande a La Rochelle:

«Bisogna comprendere la dimensione della gravità di questa crisi, non sottostimarla come la destra [aggiungerei: "E tutta la politica italiana, eccetto Tremonti, D'Alema e Lettieri] fa da un anno. … Noi viviamo una crisi multipla, generale, globale. … Essa è innanzitutto finanziaria, essa è nata un anno fa con i subprime, che hanno finito per contaminare l’insieme del sistema bancario, per provocare delle perdite contabili che finalmente si sono tradotte attraverso una iniezione di liquidità delle banche centrali e la crisi è divenuta monetaria con dei movimenti dei cambi che infettano l’euro e il dollaro e modificano i tassi d’interesse. Da monetaria, essa è divenuta economica, con il rallentamento della crescita nei paesi emergenti e l’entrata in recessione di una parte dell’Europa. Essa è divenuta anche energetica, con la moltiplicazione per cinque dei prezzi dell’energia; … alimentare, con la progressione del prezzo delle materie prime; immobiliare nei paesi più sviluppati con il calo dei prezzi … La crisi è dunque generale, essa tocca tutti i livelli, tutti i continenti. … Essa è globale perchè è il capitalismo globalizzato che è colpito in tutte le sue dimensioni, perché tutti i mercati ne sono infettati. … Le deregolamentazioni che noi viviamo sono la conseguenza di scelte politiche: deregolamentazione dei mercati, finanziarizzazione dell’economia, il disimpegno delle autorità pubbliche, privatizzazioni, messa in concorrenza dei servizi pubblici. ... Ci sono cinque punti essenziali se noi vogliamo fare uscire l’economia mondiale delle deregolamentazioni nella quale essa è sprofondata: conferenza finanziaria e monetaria: nuova Bretton Woods che permetta la stabilità del cambio euro/dollaro, il coordinamento delle politiche monetarie e la regolamentazione del sistema finanziario; … il rafforzamento delle istituzioni finanziarie multilaterali [per permettere] con le banche centrali, di controllare innanzitutto il sistema bancario e di punirlo, altrimenti la speculazione troverà sempre la sua ricompensa; … [sostenere] la produzione agricola dei paesi in via di sviluppo … riorientare la costruzione europea, attorno al coordinamento di politiche economiche ed il lancio di grandi prestiti per finanziare oggi le PMI, le abitazioni e gli investimenti in materie di ricerca e di tecnologia.»

Quando Hollande parla di "finanziarizzazione dell'economia" di cosa parla secondo te? Quando dice di "controllare innanzitutto il sistema bancario e punirlo, altrimenti la speculazione troverà sempre la sua ricompensa", parla di un problemino da due soldi, come se ne evince dalla consapevole trattazione che tu ne hai fatto, oppure parla di un grosso problema, o meglio del vero problema tanto da mettere la Nuova Bretton Woods al primo punto del suo discorso?

Saluti.
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda franz il 15/09/2008, 13:13

claudiogiudici ha scritto:Quando Hollande parla di "finanziarizzazione dell'economia" di cosa parla secondo te? Quando dice di "controllare innanzitutto il sistema bancario e punirlo, altrimenti la speculazione troverà sempre la sua ricompensa", parla di un problemino da due soldi, come se ne evince dalla consapevole trattazione che tu ne hai fatto, oppure parla di un grosso problema, o meglio del vero problema tanto da mettere la Nuova Bretton Woods al primo punto del suo discorso?

Saluti.
Claudio Giudici

A me pare che il sistema finanziario e bancario si stia già punendo da solo.
Che poi ne esca con una nuova "Bretton Woods" o altro non significa nulla di concreto, se non si entra nei dettagli.
Sarebbe come a dire "se ne esce con una nuova rinascita" ma una simile banalità la possono dire tutti.
Dire "Bretton Woods invece di "rinascita" non sposta di un pelo la banalità di certi discorsi politici (tipo spiegare le vele al vento, girare la boa, levare l'ancora o altre amenità).

Ciao,
Franz
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda trilogy il 15/09/2008, 14:55

Oggi é vera tempesta sui mercati finanziari, non solo sulle azioni, anche il petrolio é colato a picco il future sta perdendo 7 dollari al barile. Con questa volatilità le probabilità che anche qualche grosso operatore finanziario sull'energia vada in default sono molto alte.

MILANO (Reuters) - Piazza Affari estende ancora le perdite e scivola prima del 4%, poi si avvicina a -5% insieme agli altri mercati europei, scioccati dalla crisi delle banche di investimento Usa. Affondano i titoli finanziari, ma le vendite piovono su tutti i settori in un clima di totale sfiducia. Alle 13,05 l'indice S&P/Mib cede il 4,72%, il Mibtel il 4,42%, mentre l'Allstars cede il 2,64%. Volumi per 3,4 miliardi di euro. I futures sugli indici Usa cedono tra il 3 e il 4% mentre l'indice paneuropeo stoxx si allinea lasciando a terra fino al 5%. Lehman Brothers ha avviato le procedure di fallimento chiedendo la protezione dai creditori prevista dal Chapter 11, mentre Merrill Lynch sarà acquistata per 50 miliardi di dollari da Bank of America. Inoltre, secondo indiscrezioni stampa, il colosso assicurativo Aig, in crisi di liquidità, avrebbe chiesto alla Fed un finanziamento da 40 miliardi di dollari. "Perdiamo più del 4% e siamo già sui minimi, la situazione è molto grave", dice una trader che aggiunge: "Il timore è che dopo Lehman arrivi Aig e poi altri istituti finanziari Usa e che dopo tocchi all'industria, con i gruppi più indebitati messi alle strette dall'economia ferma e dalla crisi di liquidità". * Lo stoxx europeo delle banche cede l'8,4%. A Milano UNICREDIT è la peggiore delle big con un calo del 6,5%: "Unicredit è sempre testa di serie quando si parla di banche, nel bene e nel male. E' quella più legata ai movimenti di settore internazionali", osserva un trader. INTESA SANPAOLO cede il 4%, POP MILANO e MEDIOBANCA il 5,7%. * Pesanti anche le assicurazioni (-7,5% in Europa): FONDIARIA SAI -5,4%, GENERALI -3,5%; sospesa al ribasso UNIPOL. MEDIOLANUM -6,6%: "Se già era difficile la situazione per il risparmio gestito, ora non so proprio come andrà", commenta un trader. * Ribassi consistenti anche per ATLANTIA (-6%), mentre lo storno del greggio trascina giù il settore energetico: SAIPEM -5,3% ed ENI -4,5% (-4,7% lo stoxx). *Il downgrade di Ubs pesa su GEOX (-4,5%) * L'upgrade a "overweight" di Morgan Stanley aiuta TELECOM ITALIA (-1,4%), che resiste alle vendite più dei concorrenti. "Aiuta anche la notizia di rafforzamento di Fossati nel capitale, che fa pensare a una battaglia in preparazione in vista del Cda del 25 settembre", dice un trader. * Sospesa al ribasso SEAT in teorico -10%. * Quasi 4% il calo di FIAT, in linea al settore auto europeo.

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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda claudiogiudici il 15/09/2008, 15:33

franz ha scritto:
claudiogiudici ha scritto:Quando Hollande parla di "finanziarizzazione dell'economia" di cosa parla secondo te? Quando dice di "controllare innanzitutto il sistema bancario e punirlo, altrimenti la speculazione troverà sempre la sua ricompensa", parla di un problemino da due soldi, come se ne evince dalla consapevole trattazione che tu ne hai fatto, oppure parla di un grosso problema, o meglio del vero problema tanto da mettere la Nuova Bretton Woods al primo punto del suo discorso?

Saluti.
Claudio Giudici

A me pare che il sistema finanziario e bancario si stia già punendo da solo.
Che poi ne esca con una nuova "Bretton Woods" o altro non significa nulla di concreto, se non si entra nei dettagli.
Sarebbe come a dire "se ne esce con una nuova rinascita" ma una simile banalità la possono dire tutti.
Dire "Bretton Woods invece di "rinascita" non sposta di un pelo la banalità di certi discorsi politici (tipo spiegare le vele al vento, girare la boa, levare l'ancora o altre amenità).

Ciao,
Franz


Il sistema bancario si sta punendo sa solo? Hai letto niente a proposito di nazionalizzazioni di Bear Stearns, Fannie Mae e Freddie Mac? Niente di preconcetto sulle nazionalizzazioni, ma un conto è salvare unità produttive che danno lavoro, un conto le partite speculative. La Homeowners and banks protection act, andava nella giusta direzione, non certo la decisione di Bush-Paulson.
Mentre i mercati crollano segnando nuovi minimi, tu dici: "Nuova Bretton Woods non significa nulla di concreto".
Qui tutta la documentazione che ti serve. Magari la prossima volta discutiamo di un qualcosa di cui conosci almeno le linee essenziali, o comunque chiedimele.

http://www.movisol.org/nbwbreve.htm
http://www.schillerinstitute.org/economy/nbw/nbw.html

Solo un accenno storico: la Nuova Bretton Woods è un disegno di Lyndon LaRouche, proposto a Clinton nel febbraio 1997. Quando Clinton-Rubin cominciarono a discuterla, a Cliton scoppiò in faccia il caso Lewinsky. Che sfortuna!

Saluti.
Claudio Giudici
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda claudiogiudici il 15/09/2008, 15:38

trilogy ha scritto:Oggi é vera tempesta sui mercati finanziari, non solo sulle azioni, anche il petrolio é colato a picco il future sta perdendo 7 dollari al barile. Con questa volatilità le probabilità che anche qualche grosso operatore finanziario sull'energia vada in default sono molto alte.


Vediamo cosa s'inventeranno. Molto probabile un ribasso dei tassi d'interesse da parte della Fed. Ciò produrrà una nuova ondata inflattiva, con il crollo del dollaro, dunque nuove difficoltà per l'euro, ma soprattutto nuovi massimi per petrolio, alimentari, oro, ecc.
Le misure monetariste non servono più a niente.
Si deve passare da un sistema monetario ad uno creditizio e per farlo è necessario dichiarare il fallimento dell'attuale sistema e varare un nuovo sistema finanziario internazionale.
Continuando sugli attuali binari, andremo dritti dritti verso una guerra mondiale, in quanto i paesi non allineati tipo la Russia, la Cina, l'India ed il sud-America non accettano più l'attuale gioco.

Saluti.
Claudio Giudici
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda franz il 15/09/2008, 19:49

claudiogiudici ha scritto:Il sistema bancario si sta punendo sa solo? Hai letto niente a proposito di nazionalizzazioni di Bear Stearns, Fannie Mae e Freddie Mac? Niente di preconcetto sulle nazionalizzazioni, ma un conto è salvare unità produttive che danno lavoro, un conto le partite speculative. La Homeowners and banks protection act, andava nella giusta direzione, non certo la decisione di Bush-Paulson.
Mentre i mercati crollano segnando nuovi minimi, tu dici: "Nuova Bretton Woods non significa nulla di concreto".
Qui tutta la documentazione che ti serve. Magari la prossima volta discutiamo di un qualcosa di cui conosci almeno le linee essenziali, o comunque chiedimele.

http://www.movisol.org/nbwbreve.htm
http://www.schillerinstitute.org/economy/nbw/nbw.html

Solo un accenno storico: la Nuova Bretton Woods è un disegno di Lyndon LaRouche, proposto a Clinton nel febbraio 1997. Quando Clinton-Rubin cominciarono a discuterla, a Cliton scoppiò in faccia il caso Lewinsky. Che sfortuna!

Saluti.
Claudio Giudici

Non avevo dubbio che fosse un disegno di LaRouche, dato che da tempo ne sei un attivo e coerente sostenitore.
Questo tuo parteggiare pero' non dovrebbe farti perdere di vista il fatto (sostanziale) che 100'000 posti di lavoro non possono essere divisi in serie A (se danno lavoro) o serie B (se permettono di comprare la casa) perché nell'economia ogni posto di lavoro ha la sua dignità, che si puliscano cessi o che si lavori in banca.
Le linee essenziali le avevo già lette, ... ribadisco. Nulla di concretamente realizzabile e auspicabile, a partire dalla parità fissa tra le monete. Piu' o meno come chiedere il blocco dei prezzi e dei salari. Non dubito che quelli di Rifondazione & C abbiano aderito in massa (nella scorsa legislatura). Mi piacerebbe sapere se ci sono parlamentari in questa legislatura che appoggiano questa iniziativa.

1. Ristabilire parità fisse tra le monete – rispetto all’oro e modificabili solo nel contesto degli accordi – allo scopo di:
a) rendere possibile il finanziamento a lungo termine delle attività produttive e commerciali reali,
b) vietare la speculazione sui cambi.

2. Congelare e annullare i titoli finanziari speculativi, che ammontano a svariati trilioni di dollari, secondo i regolari criteri di procedura fallimentare.

3. Emettere crediti d’emergenza – dove occorrono per garantire il funzionamento delle normali attività – e credito agevolato ai grandi programmi infrastrutturali che daranno notevole impulso anche all’impresa produttiva privata.

4. Ripristinare regole e controlli sulle attività finanziarie e amministrative abolite dalla “deregulation”.

5. In tale contesto, incoraggiare i paesi a istituire banche nazionali, sotto la sovranità del Parlamento, in sostituzione dell’attuale sistema delle banche centrali autonome.


Comunque siamo qui per discutere discutiamo.
Ciao,
Franz
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Re: Ai pusher dell’economia: "Senza una Nuova Bretton Woods siam

Messaggioda trilogy il 16/09/2008, 10:42

claudiogiudici ha scritto:
trilogy ha scritto:Oggi é vera tempesta sui mercati finanziari, non solo sulle azioni, anche il petrolio é colato a picco il future sta perdendo 7 dollari al barile. Con questa volatilità le probabilità che anche qualche grosso operatore finanziario sull'energia vada in default sono molto alte.


Vediamo cosa s'inventeranno. Molto probabile un ribasso dei tassi d'interesse da parte della Fed. Ciò produrrà una nuova ondata inflattiva, con il crollo del dollaro, dunque nuove difficoltà per l'euro, ma soprattutto nuovi massimi per petrolio, alimentari, oro, ecc.
Le misure monetariste non servono più a niente.
Si deve passare da un sistema monetario ad uno creditizio e per farlo è necessario dichiarare il fallimento dell'attuale sistema e varare un nuovo sistema finanziario internazionale.
Continuando sugli attuali binari, andremo dritti dritti verso una guerra mondiale, in quanto i paesi non allineati tipo la Russia, la Cina, l'India ed il sud-America non accettano più l'attuale gioco.

Saluti.
Claudio Giudici


In questo momento hanno poche possibilità di manovra. Le banche centrali e all'occorrenza i governi debbono fornire liquidità ai mercati sacrificando alcune pedine che sono insostenibili. Questo perchè il sistema finanziario è totalmente globalizzato e l'effetto domino è imprevedibile. Ad esempio potremmo dire: "a noi che ci frega di Lehman brothers" , ma questa banca è tra i primi 10 produttori di derivati finanziari al mondo (la settima se non ricordo male) e i suoi prodotti sono nei portafogli di banche e tramite forme di investimento collettivo possono essere in mano a risparmiatori di tutto il mondo. Problema anche più grosso con AIG, salvata ieri con un prestito ponte da 20 miliardi.

Poi, bisognerà mettere mano ai problemi strutturali che sono grandi e molto complessi, ci sono problemi di trasparenza, regolamentazione, livelli di retribuzione e premialità ingiustificati per i top manager, modelli di gestione del rischio che non reggono ad eventi estremi, prodotti troppo complessi di cui nessuno è in grado di capire pienamente il comportamento in situazioni reali. E' un settore da ripensare politicamente dalle fondamenta, con lungimiranza, senza soffocarne le capacità creative e di innovazione.

Se la società nel suo complesso, volente o nolente ha degli "obblighi" verso il sistema finanziario", deve a sua volta chiedere responsabilità sociale e trasparenza. Manager che si dimettono con buonuscite milionarie, dopo aver provocato perdite ai loro clienti per miliardi di dollari sono qualche cosa di intollerabile.

ciao
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