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Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

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Re: Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

Messaggioda flaviomob il 12/09/2012, 23:45

I capitali scappano, anzi non entrano neppure, per il motivo opposto: un imprenditore/investitore (straniero) onesto si trova a dover competere con gente che non paga le tasse, cerca di non pagare contributi facendo lavorare gente in nero, magari pure sottopagata e poi forse, tanto per gradire, c'è pure il pizzo alla mafia di turno che se no ti brucia il capannone, ma l'assicurazione nelle regioni Campania, Calabria, Sicilia e Puglia ti fa pagare un premio maggiorato, guarda un po'...
Se denunci dopo qualche anno va tutto in prescrizione, magari non rispettano neppure le norme sulla sicurezza o sull'inquinamento ma tutto tace per decenni. Magari smaltiscono in qualche discarica abusiva per risparmiare. Magari l'azienda in cui investiresti ha i bilanci completamente falsi, contando nell'impunità pressoché totale.
Magari uno straniero avrebbe qualche problema a capire qual è il referente di turno della cricca, della politica o magari il finanziere "di ampie vedute" da ungere adeguatamente... nel paese di tangentopoli!

--> http://www.giornalettismo.com/archives/ ... nel-mondo/

Ma no, gli investitori stranieri scappano perché hanno paura dei controlli anti evasione... che nei loro paesi sono la regola, da noi l'eccezione... :lol:


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Re: Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

Messaggioda franz il 13/09/2012, 8:15

Credo che ci siano due aspetti diversi. Imprenditori e capitali italiani (a cui si riferisce l'art postato da Trilogy) e capitali esteri. Non c'è dubbio che quelli italiani scappino all'estero (oggi anche insieme ai proprietari, fisicamente, come fu già negli anni 70) per tutti i motivi elencati da Flavio ed anche per l'elevata pressione fiscale sugli onesti. L'evasore infatti non ha alcun vantaggio a trasferirsi all'estero, dove inizierebbe a pagare quello che non paga in Italia.
Alto aspetto sono i capitali esteri, che per prima cosa non entrano perché la nostra bilancia dei pagamenti è in passivo. Importiamo piu' di quanto esportiamo ed il saldo negativo provoca un'uscita di euro per compensare. Vedendo i dati di conto corrente 2007 sono usciti 37 miliardi. Se esportassimo piu' di quanto importiamo allora ci sarebbe un flusso di capitali verso l'Italia e si porrebbero i problemi posti da Falvio e non certo quello del tintinnar di manette. Di certo uno investe con difficoltà in un paese con elevata burocrazia, elevata tassazione, criminalità diffusa, corruzione pubblica e giustizia lenta.
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Re: Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

Messaggioda trilogy il 13/09/2012, 9:31

flaviomob ha scritto:.... gli investitori stranieri scappano perché hanno paura dei controlli anti evasione... che nei loro paesi sono la regola, da noi l'eccezione... :lol:


no, il problema che frena gli investimenti in italia non sono i controlli, ma il caos normativo, leggi incomprensibili, interpretazioni che cambiano ogni settimana. Se a tutto questo aggiungi l'ipertrofia dell'azione penale ad ogni attività, hai un quadro che penalizza tutto il paese, a meno che non fai il giurista di professione :mrgreen:

Ad esempio prendi il caso dell'estrazione del gas, e qua parliamo di una grande azienda che può permettersi staff di avvocati con parcelle da milioni di euro. E' un procedimento interessante per vari motivi, ad esempio, si è cercato di arrivare all'incriminazione per evasione fiscale nonostante l'Agenzia delle dogane confermasse l'interpretazione dell'azienda, oppure l'audit interno che celava gli aspetti di maggiore criticità, in altre parole nemmeno gli esperti giuridici interni erano in grado di dare una risposta certa. Se si fosse trattato di una piccola o media impresa, probabilmente non avrebbe retto i costi del procedimento.

Evasione fiscale sul gas, assolti nove manager dell' Eni
Le accuse cadute Per i pm era stato sottratto 1 miliardo e 700 milioni in accise Il giudice non ha accolto la tesi


MILANO - «Non costituisce reato» il fatto per il quale la Procura di Milano accusava Eni di aver sottratto al fisco 1 miliardo e 700 milioni di euro in accise sul gas distribuito agli utenti, e di aver conseguentemente anche ostacolato l' attività degli organi di vigilanza nel 2003-2008. La giudice dell' udienza preliminare Cristina Mannocci ha perciò assolto con formula piena i 9 top manager (tra i quali Luciano Sgubini e Domenico Dispenza, direttore e vice direttore generale della divisione Gas&Power) per i quali il pm Letizia Mannella chiedeva il rinvio a giudizio. Già il 24 gennaio la giudice Mannocci aveva bocciato l' altra richiesta di processo per 12 manager di Eni e Snam Rete Gas riguardo a contestazioni che potevano in teoria sfiorare i 20 miliardi di euro per le piattaforme (fino al limite dele acque territoriali) Garibaldi K-Casalboretti e Barbara T2-Falconara: «Si tratta infatti - motivava la giudice - di gasdotti non collegati come reti di trasporto alla rete nazionale dei gasdotti, riconducibili invece alla categoria dei gasdotti di coltivazione, ai quali quindi non è applicabile la normativa relativa alle reti di trasporto, bensì quella mineraria».

Di più: ad avviso della giudice, «l' impostazione dell' accusa», istruita insieme al pm Mannella dall' allora pm milanese Sandro Raimondi oggi procuratore aggiunto a Brescia, «non pare condivisibile ed è anzi smentita non solo dall' esame dei testi normativi, come sottolineato dalle difese più volte, ma anche dall' esame di taluni degli atti prodotti dal pm», quali ad esempio proprio «talune risposte fornite alla Procura anche dall' Agenzia delle Dogane».

La giudice aveva anche archiviato l' amministratore delegato dell' Eni, Paolo Scaroni, «per il quale le indagini hanno evidenziato una mancanza di consapevolezza, essendosi accertato, anche tramite le dichiarazioni della responsabile dell' internal audit di Eni, Rita Marino, che a Scaroni venne fornita una versione del report degli audit interni in cui si celavano gli aspetti di maggiore criticità con riflessi anche sul piano penalistico». Allo stesso modo «le indagini non hanno consentito di rilevare elementi utili a sostenere l' accusa in giudizio» fra gli altri per i prosciolti direttore del personale Salvatore Sardo, degli affari legali Massimo Mantovani, del settore finanziario Marco Mangiagalli, e per l' ex presidente di Snam Rete Gas, Alberto Meomartini.
http://archiviostorico.corriere.it/2012 ... 9033.shtml
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Re: Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

Messaggioda flaviomob il 13/09/2012, 11:30

La contestazione è stata del 2010, il giudizio è stato pronunciato nel 2012, al di là di una normativa che evidentemente non funziona, se è troppo "interpretabile", mi sembra che la giustizia per lo meno non sia stata così lenta.
Ora in caso di assoluzione non è più possibile l'appello? Non ricordo se la riforma della giustizia voluta da Berlusconi fosse passata in questi termini o meno.


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Re: Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

Messaggioda franz il 13/09/2012, 11:45

Flavio, non mi pare che 2 anni per avere l'udienza preliminare ( http://it.wikipedia.org/wiki/Udienza_preliminare ) siano un caso eclatante di celerità. il GUP ha deciso per il non luogo a procedere. Avesse deciso diversamente avremmo avuto il processo vero e proprio con sentenza di primo grado e possibilità di appello e poi cassazione.
Siamo di fronte ad un caso di presunto abuso di diritto (di cui abbiamo già parlato) e come dice giustamente Trilogy un poccolo imprenditore sarebbe stato soccombente.
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Re: Monti, la guerra fiscale, lo Stato vero ladro

Messaggioda flaviomob il 13/09/2012, 11:58

La procura ha fatto ricorso in cassazione.


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