flaviomob ha scritto:.... gli investitori stranieri scappano perché hanno paura dei controlli anti evasione... che nei loro paesi sono la regola, da noi l'eccezione...

no, il problema che frena gli investimenti in italia non sono i controlli, ma il caos normativo, leggi incomprensibili, interpretazioni che cambiano ogni settimana. Se a tutto questo aggiungi l'ipertrofia dell'azione penale ad ogni attività, hai un quadro che penalizza tutto il paese, a meno che non fai il giurista di professione

Ad esempio prendi il caso dell'estrazione del gas, e qua parliamo di una grande azienda che può permettersi staff di avvocati con parcelle da milioni di euro. E' un procedimento interessante per vari motivi, ad esempio, si è cercato di arrivare all'incriminazione per evasione fiscale nonostante l'Agenzia delle dogane confermasse l'interpretazione dell'azienda, oppure l'audit interno che celava gli aspetti di maggiore criticità, in altre parole nemmeno gli esperti giuridici interni erano in grado di dare una risposta certa. Se si fosse trattato di una piccola o media impresa, probabilmente non avrebbe retto i costi del procedimento.
Evasione fiscale sul gas, assolti nove manager dell' Eni
Le accuse cadute Per i pm era stato sottratto 1 miliardo e 700 milioni in accise Il giudice non ha accolto la tesiMILANO - «Non costituisce reato» il fatto per il quale la Procura di Milano accusava Eni di aver sottratto al fisco 1 miliardo e 700 milioni di euro in accise sul gas distribuito agli utenti, e di aver conseguentemente anche ostacolato l' attività degli organi di vigilanza nel 2003-2008. La giudice dell' udienza preliminare Cristina Mannocci ha perciò assolto con formula piena i 9 top manager (tra i quali Luciano Sgubini e Domenico Dispenza, direttore e vice direttore generale della divisione Gas&Power) per i quali il pm Letizia Mannella chiedeva il rinvio a giudizio.
Già il 24 gennaio la giudice Mannocci aveva bocciato l' altra richiesta di processo per 12 manager di Eni e Snam Rete Gas riguardo a contestazioni che potevano in teoria sfiorare i 20 miliardi di euro per le piattaforme (fino al limite dele acque territoriali) Garibaldi K-Casalboretti e Barbara T2-Falconara: «Si tratta infatti - motivava la giudice - di gasdotti non collegati come reti di trasporto alla rete nazionale dei gasdotti, riconducibili invece alla categoria dei gasdotti di coltivazione, ai quali quindi non è applicabile la normativa relativa alle reti di trasporto, bensì quella mineraria».
Di più: ad avviso della giudice, «l' impostazione dell' accusa», istruita insieme al pm Mannella dall' allora pm milanese Sandro Raimondi oggi procuratore aggiunto a Brescia,
«non pare condivisibile ed è anzi smentita non solo dall' esame dei testi normativi, come sottolineato dalle difese più volte, ma anche dall' esame di taluni degli atti prodotti dal pm», quali ad esempio proprio «talune risposte fornite alla Procura anche dall' Agenzia delle Dogane». La giudice aveva anche archiviato l' amministratore delegato dell' Eni, Paolo Scaroni, «per il quale le indagini hanno evidenziato una mancanza di consapevolezza, essendosi accertato, anche tramite le dichiarazioni della responsabile dell' internal audit di Eni, Rita Marino, che
a Scaroni venne fornita una versione del report degli audit interni in cui si celavano gli aspetti di maggiore criticità con riflessi anche sul piano penalistico». Allo stesso modo «le indagini non hanno consentito di rilevare elementi utili a sostenere l' accusa in giudizio» fra gli altri per i prosciolti direttore del personale Salvatore Sardo, degli affari legali Massimo Mantovani, del settore finanziario Marco Mangiagalli, e per l' ex presidente di Snam Rete Gas, Alberto Meomartini.
http://archiviostorico.corriere.it/2012 ... 9033.shtml