I riferimenti indicati da
Franz non mi sono nuovi, ma non facciamo confusione. Nella tabella c'è pure scritto:
"Il problema dell’unificazione dell’età di pensionamento è quindi reale, e si pone per tutti i paesi europei."
Questo perché i giudici europei hanno condannato l'Italia per la normativa Inpdap (Ente pensionistico dei dipendenti pubblici): è discriminazione un'età diversa secondo il sesso (Corte di giustizia europea 13.11.2008).
Quindi lo scopo era l'unificazione dell'età pensionabile, ma non solo in Italia. E infatti si vede nella tabella che gli interventi sono stati effettuati per innalzare l'età pensionabile delle donne ed equipararla o avvicinarla a quella degli uomini.
Altra cosa è l'innalzamento per tutti (uomini e donne) e, soprattutto, altra cosa è credere che questo comporti benefici al risanamento del debito pubblico. Soprattutto se questo innalzamento dovesse avvenire nell'arco di 15/20 anni, come è previsto nelle altre nazioni.
Nel frattempo il debito pubblico italiano a quanto arriverebbe, se continua così? Se non si prendono altre misure?
Una riforma incisiva (Dini-Amato) è già stata fatta: il passaggio al sistema contributivo; chi va prima prende di meno; e non se ne andrà.
Questi sono gli ultimi anni in cui si va in pensione di anzianità col sistema retributivo; poi le pensioni scenderanno di un bel po'.
Qualche miliardo si può risparmiare con gli aggiustamenti degli scalini e delle quote, ma poca cosa rispetto ai 1.910 mld di debito pubblico.
L'UE, invece, vuole questo oggi:
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Econo ... 86721.html"la riforma del mercato del lavoro, la riforma della giustizia"
"una rapida adozione, seguita da una rigororosa attuazione, da un calendario e da impegni chiari, di riforme strutturali a sostegno della crescita, di un pacchetto complessivo di misure".
"una migliore qualità della spesa pubblica ed un uso più efficiente dei fondi Ue".