pinopic1 ha scritto:....Se tutte le scuole fossero organizzate come quella del post e non ci fossero altre attività avremmo una media di 1 a 10.
Tu dici che il rapoporto è di 1 a 4? Bene, allora bisogna vedere come ci si arriva a questo rapporto e se ci si arriva anche per colpa di sprechi e distribuzione irrazionale di scuole e docenti.
Insomma vorrei sapere cosa c'è dietro quel dato se confermato. Dove si annidano gli sprechi e dove sta l'organizzazione irrazionale.
A questo punto i tagli sarebbero mirati e non peggiorerebbero la qualità dell'istruzione.
Non è che lo dico io ..... lo dice la matematica.
Vorrei sapere anche io dove stanno le irrazionalità.
È chiaro che non lo so.
Ma è chiaro che ci sono e che una volta individuate possiamo migliorare la qualità dell'istruzione.
Oggi, ritengo (con l'appoggio di quei dati) che tra le pieghe della burocrazia scolastica si nascondano molti docenti che sono in carico al servizio ma non insegnano. È l'unico modo per far quadrare i conti che parlano di un teorico uno a otto, uno a dieci, mentre in pratica è uno a quattro. Tu capisci che mettendo a posto le cose sarebbe possibile dimezzare le unità e raddoppiare gli stipendi.
Da cosa nasce tutto questo? Lo sappiamo. Nella scuola degli anni 70, prima del calo delle nascite, c'era un certo numero di insegnanti adeguato e con un elevato turn over grazie al pensionamento dopo 15 anni sei mesi ed un giorno. ma poi con gli anni 80 e 90 sono successe due cose:
a) il calo delle nascite che ha dimezzato il numero degli studenti.
b) lo stop alle baby pensioni.
Visto che in Italia non si possono licenziare i docenti (all'estero si) in caso di mancanza di classi, l'organico scolastico si è gonfiato a dismisura ed è anche diventato "vecchio" dal punto di vista dell'eta' media. Questo pero' ha anche creato una grande massa di precari in attesa da decenni di poter entrare in una scuola già piena di docenti. Alle elementari hanno inventato i moduli per fare in modo che piu' insegnanti lavorassero insieme nella stessa classe oppure è stato sperimentato il tempo pieno (con un altro insegnante). Se negli anni 60 erano normali classi elementari di 30 con un solo docente, ora sono molto piu' piccole e con vari docenti, e questo è un vantaggio. Ma se compariamo questa situazione con i sistemi scolasti esteri scopriamo che il motto "lavorare tanti anche se pagati poco" non paga come qualità finale (l'educazione data agli studenti) e qui il PISA parla chiaro. Tra l'altro per le famose domande PISA fatte ai ragazzzi delle medie, sono state fatte le stesse domande ad un campione di insegnanti, ottenendo le stesse (!!!!!) percentuali.
Segno che tra i troppi insegnanti ce ne sono molti che fanno danni e che sarebbe meglio lasciare a casa.
Ecco perché ritengo che arrivare veramente al rapporto un docente per otto o dieci studenti (in luogo dell'attuale rapporto uno a quattro che emerge dai dati generali) significhi la possibilità di migliorare la qualità dell'insgnameento, se veramente sapessimo fare le giuste scelte (e scegliere significa tenere qualcosa e scartare altro).
Tra l'altro, ecco le medie OECD per il rapporto "quanti studenti per un insegnante" (in termini Full Time Equivalente)
nel già a suo tempo citato rapporto OECD 2000 "education at a glance"
16.2 per la scuola dell'infanzia (23 in germania, 21 in UK, 18 in USA)
18 per le elementari (21.6 in germania)
15.4 per le medie inferiori
15.1 per le media superiori
15.8 per tutta le scuole secondarie
14.8 per l'istruzione terziaria (università A e B).
I dati piu' bassi sono quelli dell'Austria (9.5) e della norvegia (tra otto e dieci).
dati italiani e francesi, non pervenuti!!!!
Ma noi sappiamo fare i calcoli generali e dividere il numero degli studenti (ISTAT) per il numero di docenti a cui si paga lo stipendio (dato RGS).
Ciao,
Franz
PS: mi pare necessario spostare questo ramo del thread (dal punto in cui pinopic1 mi ha risposto "rispondo solo sulla scuola" nel thread in cui già era stata posta la prima scintilla (o sasso nello stagno) sul rapporto studenti / insegnanti.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
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