Sul nanismo degli imprenditori italiani sono assolutamente d'accordo. Da dire a questo proposito che quando qualcuno, come la Fiat con Marchionne, prova ad uscire da tale stato mentale....apriti cielo!
Resta il fatto che la Parmalat è un'azienda che va acquistata....sarebbe meglio da una società italiana. Certo pero' che se dovesse essere un pastrocchio come accaduto con Alitalia, meglio che vada a Lactalis.
http://www.corriere.it/economia/11_apri ... 2a44.shtml
L'italianità e la via del mercato
La sfida di Lactalis e il sostegno a Draghi alla Bce
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MILANO - Un vero coupe de téathre quello dei francesi di Lactalis che, almeno sulle prime, ha spiazzato non poco i «negoziatori» inviati a Villa Madama, sede del summit Italia-Francia, a cercare una mediazione per preservare l'«italianità» della Parmalat. L'idea di Collecchio in tricolore sembra aver perso nel giro di poche ore tutta l'enfasi e l'urgenza di cui era stata caricata nelle ultime settimane. La prudenza è d'obbligo, ma difficilmente la vicenda del gruppo alimentare replicherà quella di Alitalia.
E' l' effetto collaterale di un'operazione di mercatomessa sul tavolo a sorpresa dal leader mondiale del lattiero-caseario, un colosso da 14 miliardi di euro a conduzione quasi famigliare, come Lactalis. Nella conferenza stampa congiunta con il presidente Nicolas Sarkozy, Silvio Berlusconi si limita a ironizzare sui tempi «singolari» dell'annuncio dell' Opa totalitaria, una notizia che di fatto ha «aperto» il vertice bilaterale di Roma. Ma l'Eliseo così come il governo di Parigi, si affretta subito dopo a rassicurare il premier in diretta tv, erano all'oscuro della mossa di Lactalis che comunque «non è ostile». E anzi l'auspicio è quello di dar vita a grandi gruppi «italo-francesi». Fonti di Lactalis hanno confermato la scelta niente affatto casuale del timing: era necessario, si sostiene in Francia, mettere a disposizione della Borsa, della politica e delle istituzioni tutte le informazioni rilevanti sui nostri progetti per Parmalat.
Resta da vedere quali saranno le contromosse della cordata italiana che fin qui non ha brillato per tempismo. La coalizione che va faticosamente componendosi dietro la Cdp, la Cassa depositi e prestiti e Intesa Sanpaolo con Mediobanca, Unicredit e Bnl per ora non è riuscita ad aggregare un partner industriale, per le difficoltà di Granarolo, la società che fa capo alla Lega Coop a partecipare a un'operazione finanziariamente assai impegnativa. Ma quel che è certo è che la doccia fredda sul vertice è stata addolcita dall'impegno formale assunto Sarkozy di fronte alle telecamere di tutta Europa a sostenere la candidatura del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi alla presidenza della Bce.
Paola Pica
26 aprile 2011