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Stipendi?

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Stipendi?

Messaggioda ranvit il 11/09/2010, 12:23

Si tratta di piagnistei, alcune volte per mettere a posto la coscienza, piu' spesso legati al mancato raggiungimento della soglia di "adulto".
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Stipendi?

Messaggioda pierodm il 11/09/2010, 13:03

Loredana - Son convinta, Franz e Piero, che entrambi siete ultraappassionati della visione del mondo che esponete qui, e sono altrettanto sicura che questo sito sarà il più risolutivo dei siti politici possibili quando, anziché cercare a spada tratta di convincervi a vicenda, deporrete le armi dialettiche e vi metterete in gara ad evidenziare le soluzioni alla Crisi praticabili, da qualsiasi parte albeggino ! ! !

Cara Loredana, sono appasionato, questo sì, ma non sono zelante. E nemmeno ho convinzioni ferree.
La mia è una visione del mondo un po' complicata, nella quale c'è posto per molte contraddizioni, molti vicoli ciechi, poiché non cerco di impacchettare la realtà in alcun genere di semplificazioni, o di costringerla dentro paletti ideologici.
La realtà è complicata e non segue alcuna simmetria, alcun ordine prestabilito - aveva ragione Pasolini, quando diceva (cito a memoria, quindi perdonami le eventuali inesattezze) mi chiedono di essere semplice, ma la realtà non è semplice e qualche volta bisogna rassegnarsi alla difficoltà di capire.

Però un concetto semplice da dire esiste: essere di sinistra, o genericamente progressista, significa perseguire qualcosa che non c'è, ma che vorremmo che ci fosse, o meglio ancora che derivasse dalla volontà politica di realizzarlo.
Ciò significa che non nego alcuni aspetti della realtà, compresi quelli che vengono presentati come "crude leggi della vita": direi semmai che sono aspetti ovvii, dei quali discuto la funzione che si vuole far avere loro di linee guida della vita sociale e politica.
Una difesa, questa, che non è illegittima o assurda, ma semplicemente è una caratteristica della destra, e nemmeno della destra idealistica, ma della destra aziendalista e capitalistica.

Concordo comunque con Franz: non mi sogno nemmeno alla lontana di convincerlo, anche perché - se puere sembra il contrario - discuto più con le idee che lui rappresenta che con lui come persona, o personaggio del forum.
Sulle "soluzioni", torno a dire che non sono così ambizioso.
Ho una buona opinione di me stesso, ma non così alta da ritenermi in grado di concepire soluzioni esaurienti dei grandi problemi del mondo, sui quali generazioni di studiosi si arrovellano, fornendo spesso soluzioni parziali che non trovano mai un consenso unanime.
A me francamente sembra già abbastanza ambire a leggere adeguatamente le cose che succedono intorno a noi, a dare loro un senso, con la consapevolezza che non esiste senso che non sia di parte, discutibile e vulnerabile. Specialmente le idee, il punto di vista progressista sono vulnerabili, perché si riferiscono a qualcosa che non c'è e dev'essere sostenuto dalla convinzione e dalla volontà.

Ma poi, in fondo, si fa un gran polverone - magari in buonissima fede - intorno alle "soluzioni", senza tener conto che spesso il seme della soluzione sta già nella consapevolezza del problema, nella scelta che facciamo quando ne interpretiamo le caratteristiche, le cause, le conseguenze.
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Re: Stipendi?

Messaggioda ranvit il 11/09/2010, 13:46

> Ma poi, in fondo, si fa un gran polverone - magari in buonissima fede - intorno alle "soluzioni", senza tener conto che spesso il seme della soluzione sta già nella consapevolezza del problema, nella scelta che facciamo quando ne interpretiamo le caratteristiche, le cause, le conseguenze.<

Direi che è indispensabile avere la consapevolezza dei problemi per trovare le soluzioni ma, premesso che spesso la consapevolezza c'è già (e quindi è del tutto inutile per non dire dannoso reiterarla continuamente), se non si indicano mai soluzioni (concrete) viene il sospetto.....che sia solo un pour parler, molto poco utile alla politica (gestione delle cosa pubblica).

Vittorio
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Re: Stipendi?

Messaggioda pierodm il 11/09/2010, 14:04

Direi che è indispensabile avere la consapevolezza dei problemi per trovare le soluzioni ma, premesso che spesso la consapevolezza c'è già (e quindi è del tutto inutile per non dire dannoso reiterarla continuamente), se non si indicano mai soluzioni (concrete) viene il sospetto.....che sia solo un pour parler, molto poco utile alla politica (gestione delle cosa pubblica).

Naturalmente, Ranvit, tu sei liberissimo di essere utile alla politica suggerendo soluzioni - che evidentemente riservi ad altra sede, ad altri momenti, visto che qui sul forum le soluzioni le chiedi solo agli altri ma nnon mi risulta di averne appresa nemmeno una dai tuoi frequentissimi scritti.
Quanto alla consapevoleza dei problemi, non è vero affatto che questa esiste già, e tanto meno è vero che se ne abbia una coscienza comune e universalmente condivisa, o che sia scontata la scala delle priorità o la concatenazione causa-effetto, etc.
Per esempio, lo stato della nostra economia: tutti vediamo e siamo d'accordo sulla sua scarsa competitività e sulla sua crisi, ma c'è chi l'attribuisce alla natura del nostro capitalismo, chi alla deficienza del livello culturale e di formazione professioanle, chi al sindacato e ai lavoratori, al costo del lavoro, alla politica, al divario storico nord-sud, alla religione cattolica, al centralismo, al clima, all'indole degl'italiani ... in fondo, esaminando la semplice coesistenza dei fattori, potrebbe darsi che tutto dipenda dal fatto che l'Italia è una penisola.
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Re: Stipendi?

Messaggioda ranvit il 11/09/2010, 15:33

Naturalmente, pierodm, tu sei liberissimo di dire tutto quello che ti pare. La tua dialettica è fine a se stessa : l'importante, anche con un bel po' di faccia tosta, è sgusciare da tutte le parti e smentire sempre l'altro.
Ti confido una cosa : quando io rispondo a qualche tua affermazione lo faccio per parlare agli altri, non a te. Quando ti rispondo personalmente, come in questo caso, lo faccio sempre e soltanto a seguito di una tua personalizzazione della discussione.
Il dialogo con te è assolutamente useless.

Nel merito lascio agli altri la valutazione sulla offerta di soluzioni tua e mia.

Vittorio
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Re: Stipendi?

Messaggioda soniadf il 11/09/2010, 18:39

Qualche sera fa, sulla 7, a Lerner che dichiarava che la seconda Repubblica aveva ampliato il tasso di disuguaglianza nel Paese, il leghista Castelli replicava che si era però accresciuto il tasso di longevità, ascrivendone il merito al governo (sic).
Una risposta del genere sarebbe degna di uno spettacolo di satira, ma agghiacciante è stata l’impudenza con la quale è stata pronunciata, nella consapevolezza che sarebbe passata come un’argomentazione seria.
La stessa impressione mi suscita l’elencazione dei progressi dell’umanità, dall’uomo delle caverne in poi, per sostenere la tesi che il liberalismo, anche quando non era ancora stato inventato, è il motore supremo che ci ha condotto all’attuale benessere e che qualche piccola distorsione sul piano dell’eguaglianza e dei diritti civili non ci deve far perdere di vista che, perbacco, siamo stati tirati fuori dalle caverne.
La produzione di ricchezza ha avuto tutta una storia di modalità e di sistemi, che si sono susseguiti, portando evoluzioni e sviluppo sociale, ma non possiamo assumere che il feudalesimo fosse un buon sistema perchè ai tempi dell’ impero vigeva ancora lo schiavismo, o che la monarchia assoluta fosse migliore delle città-stato perché i sudditi del diciassettesimo secolo vivevano più a lungo dei cittadini del tredicesimo secolo.
E’ un modo per far assumere all’economia quel ruolo centrale che si contesta nelle tesi marxiste e per raccontare un mondo unidimensionale, giustificazionista di qualsiasi presente.
Per alcuni, i nuovi super-eroi, gli aristocratici del ventunesimo secolo, sono i managers e gli imprenditori, che maneggiano investimenti miliardari e ricattano governi e sindacati per il raggiungimento di una competitività, ottenuta tutta sulle spalle della collettività che li ospita.
Perché c’è sempre un modo per giustificare l’esistente, prima che qualcuno indichi finalmente che il re è nudo.
Sostenere che lo stato si deve fare da parte per consentire una totale libertà di manovra a questi supposti investitori e produttori di ricchezza per tutti è una favola pericolosa, come lo era quella comunista, in cui la proprietà dei mezzi di produzione riservata allo stato doveva garantire il benessere per tutti.
Ci vuole una specie di stolta irresponsabilità nel ritenere che la ricchezza cada come manna dal cielo, riversata su tutti per il solo fatto di essere prodotta, quando proprio la storia ci ha insegnato che non è così, anzi che qualcuno ha pagato molto duramente la possibilità di pochi di arricchirsi.
Gli stipendi stratosferici dei managers sono giustificati unicamente dalla posizione di forza che sono riusciti a ritagliarsi nel sistema, come ingranaggi indispensabili, indipendentemente dai risultati che riescono ad ottenere, ma forti di una capacità decisionale dagli effetti teoricamente formidabili.
Artisti e sportivi sono valutati sulla base del talento e della fama, ma hanno molte minori possibilità di bluffare, scadendo velocemente dalle posizioni di vertice, se non dimostrano sul campo le loro qualità.
In entrambi i casi, però, la valutazione delle prestazioni è comunque esorbitante perché esorbitante è il contesto in cui operano, settori privilegiati per antonomasia, vette di categoria, l’olimpo del sistema sociale di questo scorcio di storia.

In questo forum c’è sempre qualcuno che chiede di indicare soluzioni, tacciando chiunque di astrattezza e di infantilismo (anche la ripetitività senile è fastidiosa) se non stila tutto l’elenco dei correttivi che la politica ha elaborato per salvaguardare le componenti più deboli del sistema.
Perché il problema è sempre quello, cercare di rendere meno aspro il vantaggio che una parte detiene (in virtù dei diritti di nascita, di classe, di capitale) rispetto alle altri componenti della società.
Porsi questo problema sarà anche infantile, ma segna la crescita vera, quella che ci avvicina ad una società giusta, non solamente più ricca o più longeva.


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Re: Stipendi?

Messaggioda ranvit il 11/09/2010, 18:54

> Porsi questo problema sarà anche infantile, ma segna la crescita vera, quella che ci avvicina ad una società giusta, non solamente più ricca o più longeva.<

L'infantilismo non è porsi il problema....me lo pongo anche io. Ma nel limitarsi alla lamentela, al piagnisteo.

"La società giusta" non è dietro l'angolo e diciamo pure che non ci arriveremo mai. Nel frattempo che facciamo?
Continuiamo a rimpallarci reciprocamente quanto è ingiusto questo mondo o cerchiamo di trovare una soluzione che ci consenta di andare avanti?
Si tenga anche presente...che mentre a sinistra si fa il piagnisteo collettivo, gli altri, "la destra" fa e disfa!

Essere di sinistra significa operare perchè si proceda verso la "società giusta" non ipotizzare soluzioni velleitarie!

Nello specifico una soluzione : fare in modo che Berlusconi vada a casa attraverso un accordo (temporaneo - raggiunto l'obiettivo ognuno per la sua strada) con l'area moderata piu' vicina a noi, lasciando fuori la sinistra radicale perchè fortemente invisa alla maggioranza degli italiani e perchè totalmente incapace di stare al governo senza litigare sulla natura del sesso degli angeli tutti i giorni!

Vittorio
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Re: Stipendi?

Messaggioda pierodm il 11/09/2010, 20:19

Nello specifico una soluzione : fare in modo che Berlusconi vada a casa attraverso un accordo (temporaneo - raggiunto l'obiettivo ognuno per la sua strada) con l'area moderata piu' vicina a noi, lasciando fuori la sinistra radicale perchè fortemente invisa alla maggioranza degli italiani e perchè totalmente incapace di stare al governo senza litigare sulla natura del sesso degli angeli tutti i giorni!...

Aaah, adesso ho capito cosa s'intende per "soluzioni"...
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Re: Stipendi?

Messaggioda Loredana Poncini il 12/09/2010, 9:16

E' un piagnisteo infantile dire che è intollerabile l'enormità degli STIPENDI DEI MANAGER ITALIANI mentre il ceto medio a cui appartengo sta scivolando, data la precarietà del lavoro dei giovani delle nostre famiglie, verso un tirare a campare ?

Anche tramite questo sito, cerco di lanciare i miei micromessaggi ai BIG dell' ULIVO, tipo Romano Prodi, affinché forte della sua esperienza europea ed africana, ci mostri delle SOLUZIONI ATTUABILI NELL'IMMEDIATO PER INVERTIRE ROTTA,dal sud al nord, centro compreso.
(Vendola sogna, Bindi presiede, Prodi riprenda il timone - non c'è il 2 senza il 3- e ricoaguli il C con l' S ! ;) )
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Re: Stipendi?

Messaggioda franz il 12/09/2010, 9:31

Loredana Poncini ha scritto:E' un piagnisteo infantile dire che è intollerabile l'enormità degli STIPENDI DEI MANAGER ITALIANI mentre il ceto medio a cui appartengo sta scivolando, data la precarietà del lavoro dei giovani delle nostre famiglie, verso un tirare a campare ?

Si, perché il primo non è causa del secondo. Stipendi elevati nel management (ed anche nello sport e nello spettaclo) ci sono anche nei paesi in cui c'è meno precarietà. La causa del disagio non è negli elevati stipendi dei manager.
Se basiamo la nostra azione politica su cio' che è intollerabile, e puo' andare bene perché occorre gestire emergenze così drammatiche, bisogna poi anche definire soluzioni adeguate a risolvere il problema. L'assenza di lavoro e la precarietà per molti giovani e meno giovani non è dovuta agli stipendi dei manager ma alle condizioni in cui il paese è stato messo da decenni di politiche STATALI disastrose nel campo dell'educazione, dell'insicurezza, delle rigidità dei mercati. Pagherei anche 10 volte tanto i manager ed anche politici capaci, in grado di ribaltare la situazione economica, come hanno fatto in Cina.

Franz
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