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Precariato

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Re: Precariato

Messaggioda franz il 07/09/2010, 21:21

chango ha scritto:Il problema è un costo del lavoro diverso a secondo della tipologia contrattuale: troppo alto per il lavoro dipendente, troppo basso per il lavoro non dipendente.
è diverso anche come il carico del cuneo fiscale si distribuisce tra datore di alvoro e imprenditore (troppo svantaggioso per il datore nei contratti dipendenti troppo svantaggioso per il lavoratore nelle altre tipologie).

però questo mi pare una distorsione o un squilibrio del mercato del lavoro non certo una rigidità.

Farei una netta distrinzione tra carico contributivo e carico fiscale.
Per me il carico contributivo (lo riconfermo) non deve variare in funzione delle varie tipologie di contratto (indeterminato e a termine).

Inoltre la distribuzione del carico contributivo tra lavoratore e azienda deve il piu' possibile essere vicino al 50-50.
Questo vuol dire che l'indipendente, che è contemporaneamente datore di se stesso e lavoratore, pagherà comunque le due quote: quella a carico del dipendente e quella a carico del datore di lavoro.

Ammesso che arrotondando il carico contributivo attuale sia il 42% circa (oggi circa 10% a carico del dipendente e 32% a carico del datore) e dato per scontato che deve diminuire (piu' in la se qualcuno chiede spiego perché) come minimo di 1/3, potremmo arrivare al 27.7% (il 13.86% a carico del dipendente e il 13% a carico della ditta).
L'indipendente per avere le stesse prestazioni contributive pagherà le due quote (27.7%).

Ulteriore affinatura si potrebbe fare considerando l'effetto regressivo di un esagerato prelievo proporzionale (stessa % per tutti penalizza i reddito bassi) e prevedere aliquote contributive piu' moderate per i redditi modesti, quelli sotto il minimo vitale, come fattore di solidarietà.

Ma il carico fiscale invece è altra cosa. Qui nessuno mi puo' venire a proporre diverse distribuzioni tra datore di lavoro e lavoratore oppure ipotetiche parità. Il carico fiscale per prima cosa non è proporzionale ma progressivo ed in secondo luogo è interamente a carico del lavoratore. Nessuna distribuzione. Il datore di lavoro effettua solo trattenute per conto dello stato. Il carico fiscale quindi è progressivo e dipende da cosa uno guadagna. Non puo' esserci parità fiscale tra chi guadagna 20'000 euro e chi ne guadagana 200'000.

Una domanda agli esperti: gli ammontari pagati dal datore di lavoro come sostituti di imposta in nome dei dipendenti, sono defiscalizzati nel bilancio della società? Il datore di lavoro riceve un compenso dallo stato per la sua attività di "sostituto d'imposta"?

Franz
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