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Swap lies

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Swap lies

Messaggioda flaviomob il 11/10/2011, 21:46

Wall Street Journal: “Conti italiani truccati per entrare nell’euro”

L'affondo arriva da un editoriale firmato da Alen Mattich.
In sostanza se la misura reale del debito e/o del deficit fosse maggiore rispetto a quella ufficiale, quello che è stato visto fino ad ora come un “problema di liquidità” potrebbe “trasformarsi in un problema di insolvenza”
di Matteo Cavallito | 11 ottobre 2011



“Ci sono tutte le ragioni per credere che il governo italiano sia stato non meno ‘aggressivo’ di altri Paesi europei nel mascherare il reale stato dei suoi conti pubblici per guadagnarsi il diritto di entrare nell’euro”. E’ questa la pesante accusa lanciata in queste ore dal Wall Street Journal in un editoriale firmato Alen Mattich. Un attacco diretto quanto severo che sembra in grado di agitare ancora una volta i mai sopiti i fantasmi della nostra recente storia contabile. Epopea, quest’ultima, niente affatto rassicurante, specialmente in relazioni ai paragoni poco lusinghieri che riesce ad evocare.
“Ricordatevi dello shock patito dagli investitori quando la Grecia ammise di aver falsificato le sue cifre (contabili – ndr)” ammonisce il Wsj. Da quel momento, prosegue l’editoriale, si capì che gli interventi della Bce negli acquisti dei bond sovrani non sarebbero stati efficaci, limitandosi, al contrario, a posticipare semplicemente la temuta resa dei conti. Il problema, ora, è che “il mercato sta probabilmente sottovalutando tanto “il livello di difficoltà patito dall’Italia” quanto il fatto che lo stato reale delle sue finanze pubbliche “è peggiore di quanto dichiarato”. Insomma, se la misura reale del debito e/o del deficit italiano fosse maggiore rispetto a quella dipinta dalle cifre ufficiali, spiega il quotidiano Usa, quello che è stato visto fino ad ora come un “problema di liquidità” potrebbe quindi “trasformarsi in un problema di insolvenza”.
Il riferimento alla Grecia non è casuale. Nel febbraio 2010, il settimanale tedesco Der Spiegel rivelò senza timori di smentita che i conti pubblici greci erano fasulli. Dieci anni fa, spiegò, la Grecia non aveva tutti i requisiti necessari per entrare nell’euro, motivo, quest’ultimo, che spinse il governo di Atene a intraprendere una spericolata operazione di make up contabile attraverso il ricorso ad alcuni dei derivati finanziari più complessi in circolazione: gli inquietanti cross-currency swaps. Fu grazie al loro utilizzo che la Grecia riuscì a convertire in euro le sue emissioni obbligazionarie in dollari e yen attraverso un cambio realizzato a tassi fittizi capaci, a loro volta, di garantire alle casse nazionali un credito maggiore rispetto a quello reale. Un effetto temporaneo, ovviamente, visto che alla scadenza dei derivati scatta la riconversione dei titoli nelle valute originarie e con essa il carico di nuove perdite sul bilancio.
Strategista del trucco contabile era stata allora una delle prime banche del Pianeta, la statunitense Goldman Sachs che, nell’occasione, aveva potuto incassare al volo le laute commissioni dell’operazione. Quest’ultima rivelazione aveva contribuito non poco ad alimentare le allora fortissime perplessità della Germania nei confronti di Mario Draghi per il quale, proprio in quel momento, si iniziava a ipotizzare un’eventuale ascesa al trono della Bce. Draghi, che in passato aveva lavorato per la Goldman, ha sempre negato di essere stato a conoscenza dell’operazione di restyling contabile di Atene e nessuno – ed è per altro difficile pensare che qualcuno non ci abbia provato con tutte sue le forze – è mai riuscito a dimostrare il contrario.
Ad alimentare i malumori dei celebri “falchi della Bundesbank”, occorre ricordarlo, ci pensò allora anche una preoccupante analogia con la storia contabile italiana di cui, inevitabilmente, si riprese a parlare proprio in quel momento. Con qualche anno di anticipo rispetto ad Atene, scrisse il Financial Times, anche l’Italia aveva fatto ricorso a un trucco simile. Nel 1997, la Penisola utilizzò un maxi swap in grado di riequilibrare il rapporto lira/Yen nell’ambito di un’emissione in valuta nipponica per un controvalore di 1,6 miliardi di dollari. L’iniziale plusvalenza si sarebbe trasformata in una perdita nel lungo periodo.
Non è chiaro, per il momento, se i riferimenti odierni del Journal corrano solo a questa operazione oppure comprendano altre esperienze analoghe e tuttora sconosciute. Ma forse, allo stato attuale dell’abnorme debito pubblico, ormai equivalente al 120% del Pil (cioè il doppio del limite massimo imposto dall’ultimo Patto di stabilità Ue), è decisamente più una questione di principio che di aritmetica. Come a dire che di fronte a un debito che vale circa 1.200 volte tanto, un (vecchio) trucco finanziario da 1,6 miliardi potrà anche non incidere granché in termini strettamente contabili. Ma ciò non toglie che nella sua veste di “precedente” storico possa danneggiare e non poco la credibilità di un Paese che qualcuno, dall’interno, sta già per altro mettendo a dura prova. “Quando la scorsa settimana ha ipotizzato di cambiare nome al suo partito” ha ironizzato il Wsj “il primo ministro Silvio Berlusconi ha suggerito qualcosa di osceno. I detentori dei bond italiani saranno probabilmente d’accordo”.

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Re: Swap lies

Messaggioda Iafran il 12/10/2011, 9:41

flaviomob ha scritto:Ma ciò non toglie che nella sua veste di “precedente” storico possa danneggiare e non poco la credibilità di un Paese che qualcuno, dall’interno, sta già per altro mettendo a dura prova. “Quando la scorsa settimana ha ipotizzato di cambiare nome al suo partito” ha ironizzato il Wsj “il primo ministro Silvio Berlusconi ha suggerito qualcosa di osceno. I detentori dei bond italiani saranno probabilmente d’accordo”.

La nostra classe politica, compreso il celeberrimo "Number One", può fare qualsiasi cosa tanto ci sono sempre i lavoratori italiani, che mettono mano al portafoglio ... per non parlare dei pensionati (italiani), che possono ridurre le proprie entrate del 50% e forse anche di più ... fino al 100% ... quando moriranno di stenti e di zero assistenza sanitaria!
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Re: Swap lies

Messaggioda trilogy il 12/10/2011, 10:17

Quella dello swap lira/yen è una storia vecchia di dieci anni che ri-compare periodicamente sulla stampa finanziaria anglosassone... ;)

(6 novembre 2001) - Corriere della Sera
«Euro, l' Italia non ha truccato i conti»
Prodi contesta le accuse del «Financial Times». Il Tesoro: risanamento duraturo Secondo uno studio citato dal quotidiano inglese, il reale deficit pubblico sarebbe stato occultato facendo ricorso a operazioni finanziarie


«Euro, l' Italia non ha truccato i conti» Prodi contesta le accuse del «Financial Times».
Il Tesoro: risanamento duraturo
DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES - Un pesante attacco alla credibilità della gestione della finanza pubblica italiana negli anni in cui era capo del governo Romano Prodi, attuale presidente della Commissione europea, è stato immediatamente respinto con una serie di smentite. Lo stesso Prodi, l' ufficio del commissario per gli Affari economici e monetari Pedro Solbes e il direttore generale dell' organismo statistico comunitario Eurostat, Yves Franchet, hanno contestato la maliziosa interpretazione data a un rapporto della International securities market association (Isma) dai più importanti quotidiani finanziari del mondo, il Financial Times di Londra e il Wall Street Journal di New York (e da altri giornali stranieri), che sollevano «dubbi su come l' Italia è riuscita a farsi ammettere nell' euro». Secondo il Financial Times lo studio Isma, curato dal professore italiano Gustavo Piga, «suggerisce che l' uso di strumenti finanziari derivati può essere stato usato per nascondere il reale deficit di bilancio». In pratica sarebbe stato sottoscritto nel ' 97 un contratto swap (una conversione di titoli denominati in una valuta in un' altra divisa) su titoli pubblici (emessi nel ' 95) per ridurre il livello del debito e per poter rientrare nei rigidi parametri imposti dal Trattato di Maastricht ai Paesi candidati all' ammissione nella zona euro. Parametri che il governo di Roma riuscì a rispettare effettivamente con qualche difficoltà.

Nella sintesi dello studio diffusa dall' Isma, però, non si cita mai l' Italia. Si sostiene solo che Piga avrebbe «rivelato» un contratto swap con una istituzione privata che, se accompagnato da altri simili, avrebbe chiaramente aiutato un Paese a favorire la sua ammissione nel gruppo della zona euro. Si legge testualmente che «sfruttando le ambiguità nelle regole di classificazione per le operazioni swap - pur senza infrangere la legge - questo Paese della zona euro ha potuto sviare le istituzioni Ue, gli altri governi dell' Ue e la sua stessa opinione pubblica sulla vera entità del suo deficit di bilancio». Tim Dickenson dell' Isma ha confermato al Corriere che queste affermazioni sono evidenziate nel rapporto del professor Piga. Financial Times e Wall Street Journal aggiungono che il Paese in questione sarebbe l' Italia. L' operazione «incriminata» sarebbe uno swap su un' emissione del ' 95 di obbligazioni per 200 miliardi di yen giapponesi, effettuata dalla Repubblica italiana. Prodi ha seccamente smentito che l' Italia possa aver «truccato i conti» e ha ricordato al Corriere «l' attenzione e la precisione» con cui l' allora ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi controllava l' evoluzione del debito pubblico e garantiva il rispetto dei parametri di Maastricht. Ha sottolineato sia che nel rapporto non si cita mai l' Italia, sia la vaghezza dei riferimenti pubblicati dai quotidiani anglosassoni. «Se l' Italia avesse truccato i conti, il debito non sarebbe sceso dal 123% al 108% a cui è adesso - ha dichiarato il presidente della Commissione -. Il debito è sceso perché i conti erano giusti e perché si era invertita una tendenza.

Questo è però un discorso generale e non sulle obiezioni specifiche, perché (nel rapporto Isma, n.d.r.) non è pronunciata la parola Italia e non si capisce a che titoli si faccia riferimento. Io dico semplicemente che la linea del rigore dei conti è stata confermata dagli andamenti successivi del debito, anche in anni economicamente non certo facili, come sono stati quelli passati». E ieri anche il ministero dell' Economia italiano ha diffuso un comunicato nel quale ha ribadito che l' ingresso dell' Italia nell' euro «è il frutto di un' azione di profondo e duraturo risanamento della finanza pubblica». Prodi ha spiegato di non essere in grado di fornire nessuna stima sul peso che l' operazione di swap, eseguita da un Paese non precisato, avrebbe potuto portare sul deficit pubblico italiano. «L' articolo è assolutamente vago e non si può fare una stima della vaghezza - ha detto -.

E' come chiedere qual è il quantitativo dei pensieri, dei sogni. La storia ha dimostrato che era una svolta reale». Il numero uno della Commissione ha poi scherzato sulla «vaghezza» degli articoli di ieri del Financial Times e del Wall Street Journal, che ritiene simile a quella dei recenti attacchi di altri giornali stranieri (soprattutto tedeschi), molto critici contro di lui. Il portavoce del commissario Solbes ha definito «perfettamente leciti» e in ogni caso in livelli minimi (0,02% del prodotto interno lordo), l' eventuale incidenza dell' uso di swap da parte del governo italiano, che li giustificò con il tentativo di ridurre la spesa per il «servizio del debito». Livelli così contenuti che non avrebbero potuto in ogni caso incidere nel rispetto dei parametri del Trattato di Maastricht, né per l' Italia, né per gli altri Paesi dell' eurogruppo che li hanno egualmente utilizzati. Anche il direttore generale di Eurostat Franchet ha confermato che «il problema non esiste». E ha aggiunto che i controlli dell' Ue evidenziarono che, in tutti i Paesi dell' eurogruppo interessati, gli importi delle transazioni in swap risultarono molto limitati. Ivo Caizzi Parole & deficit IL CONTRATTO SWAP E' un contratto che consente di convertire ad esempio un tasso d' interesse variabile in un tasso d' interesse fisso, oppure un' obbligazione espressa in una valuta (ad esempio dollari) in un' altra (euro). L' OPERAZIONE Nel ' 97 il Tesoro , per ottimizzare la gestione del debito, realizzò uno swap lira-yen utilizzando come base un prestito da 225 miliardi di yen (pari a circa 4.370 miliardi di lire) emesso nel ' 95.
In questo modo attraverso la gestione del cambio lo Stato riuscì a guadagnare sul fronte del cambio circa il 30%. L' IMPATTO SUL DEFICIT Con lo swap, secondo le stime, il beneficio sul rapporto deficit /Pil italiano (uno dei parametri di Maastricht) è stato pari allo 0,02%

Caizzi Ivo
Pagina 23
(6 novembre 2001) - Corriere della Sera
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Re: Swap lies

Messaggioda flaviomob il 12/10/2011, 22:14

Una... provocazione! ;)

LA CRISI DEGLI ASINI

Pubblicato Venerdì, 07 Ottobre

http://web.rifondazione.it/home/index.p ... egli-asini
Un uomo con la cravatta si presentò in un piccolo paese. Si issò su una panchina e gridò a tutta la popolazione che avrebbe comprato in contanti, per 100 euro l'uno, ogni asino che gli avrebbero presentato. I contadini lo trovarono un po' strano ma il prezzo era molto interessante e quelli che fecero l'affare se ne tornarono a casa con il borsellino pieno e la faccia gioiosa. L'uomo con la cravatta tornò l'indomani e offrì 150 euro ad asino così gran parte degli abitanti vendette le proprie bestie. I giorni seguenti ne offri 300 e quelli che non avevano ancora venduto vendettero gli ultimi asini del paese. Si accorse che non ne restavo uno e dichiarò a tutti che sarebbe tornato dopo una settimana per comprare ogni asino pagando 500 euro a testa e se ne andò.

L'indomani affidò al suo socio il branco di asini che aveva aquistato e lo mandò nello stesso paese con l'ordine di rivendere le bestie al prezzo di 400 euro l'uno. I contadini vedendo la possibilità di avere un beneficio di 100 euro la settimana successiva, ricomprarono i loro asini ad un prezzo 4 volte superiore di quanto avevano ricevuto nella vendita e, per farlo, dovettero chiedere un prestito alla banca.
Come immaginate, i due affaristi se ne andarono a fare una vacanza meritata in un paradiso fiscale mentre i contadini si ritrovarono con degli asini senza nessun valore, indebitati sino al collo e rovinati.
Quei poveri diavoli di contadini tentarono invano di rivenderli per rimborsare il debito. Il valore dell'asino crollò. Le bestie furono sequestrate e poi affitate dalla banca ai loro precedenti proprietari. Però il banchiere andò dal sindaco spiegando che se non avesse recuperato i fondi si sarebbe rovinato anche lui e di conseguenza avrebbe dovuto chiedere il rimborso immediato di tutti i crediti concessi al comune.
Per evitare il disastro, il sindaco, invece di dare denaro agli abitanti per pagare i debiti, dette denaro al banchiere, amico intimo del primo assessore... Purtroppo questi, dopo aver ripristinato i suoi fondi, non annullò i debiti dei contadini né quelli del comune che si ritrovò vicino alla bancarotta.
Vedendo i suoi debiti crescere e preso alla gola dai tassi d'interesse, il comune chiese aiuto ai comuni vicini ma questi risposero che era impossibile avendo subito anche loro gli stessi infortuni.
Il banchiere consigliò, in un modo disinteressato, di ridurre le spese: meno soldi alle scuole, meno ai programi sociali, le strade, la polizia municipale... Si riportò in avanti l'età delle pensioni, si licenziarono gli impiegati municipali, si abassarono gli stipendi e si aumentarono le tasse. Era, si diceva, inevitabile ma si promise di moralizzare quello scandaloso commercio degli asini.
Questa ben triste storia si rivelò piccante quando si seppe che il banchiere e i due affaristi sono fratelli e vivono insieme in un isola delle Bermuda, aquistata col sudore... Si chiamano i Fratelli Mercato. Con tanta generosità hanno promesso di sovvenzionare la campagna elettorale dei sindaci uscenti. In ogni caso questa storia non è finita perchè non si sa che fine fecero i contadini. E tu, cosa avresti fatto al loro posto? Che farai tu?

TROVIAMOCI TUTTI IN PIAZZA
SABATO 15 OTTOBRE GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI INDIGNATI

(Tradotto dal testo originale francese)


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Re: Swap lies

Messaggioda Iafran il 12/10/2011, 22:42

flaviomob ha scritto:Il banchiere consigliò, in un modo disinteressato, di ridurre le spese: meno soldi alle scuole, meno ai programi sociali, le strade, la polizia municipale... Si riportò in avanti l'età delle pensioni, si licenziarono gli impiegati municipali, si abassarono gli stipendi e si aumentarono le tasse. Era, si diceva, inevitabile ma si promise di moralizzare ...

Siamo sicuri che è solo "una ... provocazione"?
Allora, per sabato 15 ottobre (2011) tutti in piazza ... gli indignati (naturalmente).
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Re: Swap lies

Messaggioda franz il 13/10/2011, 8:32

Iafran ha scritto:Siamo sicuri che è solo "una ... provocazione"?

Certo che vuole esserlo.
È una bella favola che vorrebbe spiegare a menti semplici (asini? :lol: ) cosa è successo, banalizzando un po'.
Tuttavia i contadini non sono asini e quelli veri non ci sarebbero assolutamente cascati nel raggiro dell'uomo con la cravatta. Sono su questo mondo da 10'000 anni ed il mercato o hanno inventato loro. Contadino cervello fino, si dice, ma a quanto pare la storiella sceglie i contadini per introdurre il personaggio dello stupido che si fa fregare.

È chiaro che se vogliamo dare credito alla storiella si tratta di capire chi ha fregato e chi è stato fregato. Al primo punto mettiamo: "i contadini sono stati fregati". Colpa loro. Sono dei ciula e quindi non sono contadini veri. Ovvero è ammissibile nella vita che qualcuno si faccia fregare ma non tutti. Chiaramente ogni contadino si chiede per prima cosa se l'asino gli serve ancora ed è perfettamente in grado di capire che valore ha. Se considera 100 un valore notevole e non ha bisogno dell'asino, lo venderà e non lo ricompra certo a 400 (se non gli serve). Se volesse speculare (a questo punto non è piu' un contadino) comprerebbe a 400 solo avendo in mano il contratto di vendita da 500. Cosi' fanno le persone che sanno fare affari.

Al secondo posto troviamo il banchiere, che ovviamente mai avrebbe dovuto concedere prestiti da 400 euro per un asino. Potremmo dire che è stato fregato e che non ha fatto bene il suo lavoro, che è appunto valutare bene l'economicità e la sostenibilità di una transazione d'affari ma sul finale scopriamo che il banchiere è fratello dei due affaristi, quindi loro complice. Da fregato diventa parte del complotto. Ma qui c'è un banale errore logico, che la storiella compie nel tentativo banalizzante di condurvi via come asini :D . Il banchiere della storiella è uno solo. Mentre nella realtà non è cosi'. La storiella parla di un paese piccolo (per mettervi in questo contesto narrativo) ma in realtà vuole farvi capire cosa sè successo nella realtà piu' ampia, quella nazionale. E qui come ci sono tanti contadini, ci sono tanti banchieri. Possibile che tutti i banchieri siano fratelli dei truffatori? No, evidentemente e qui la storiella comincia a zoppicare. Ogni contadino si rivolge al suo banchiere e quelli sani gli sconsigliano l'affare. La voce gira e solo quei pochi contadini che si sono rivolti al banchiere complice della truffa, rimangono fregati, se non ascoltano le voci degli altri.

Veniamo al Comune, che nella narrazione dovrebbe rappresentare lo Stato. Capite che se ci fosse una banca sola (monopolio) sarebbe grave ma non è cosi' e quindi la banca in difficoltà è solo quella del fratello dei truffatori. Le altre sono sane e reggono il colpo. Il comune deve dire che la banca complice della truffa puo' benissimo fallire e che eventualmente aiuta i correntisti con una garanzia che copre le perdite fino ad una certa cifra. Cosa che tutti paesi fanno. Sta di fatto che la truffa ha coinvolto molti paesi e che alcuni stati hanno salvato le loro banche (troppo grosse per fallire) ma l'Italia no e quindi la storiella, se avesse un fondo di verità in Francia e Germania, non è assolutamente vera per l'Italia, che non ha dovuto salvare alcuna banca.

Veniamo al debito pubblico. In Italia è tale non per aver salvato banche (non è successo) ma perché veramente si spende troppo in alcuni comparti (per esempio la previdenza per la parte di anzianità, la burocrazia che alimenta un apparato statale sovradimensionato e la corruzione). Questa spesa eccessiva genere imposte elevate che frenano l'economia ed un forte debito che la blocca del tutto. Ma non solo: la spesa è eccessiva da molto tempo, da una trentina di anni, molto prima che i fratelli truffatori provassero con questa storia degli asini. Quindi ogni consiglio a spendere meno è sano. Lo sarebbe anche il consiglio a spendere di piu' in altri settori, oggi sotto finanziati, come la scuola, la ricerca, la tutela del territorio, la sicurezza, l'assistenza agli indigenti. Anche perché se cresce la cultura e l'educazione, c'è meno rischio che i truffatori degli asini facciano presa sugli allocchi e che anche storielle come questa vengano prese troppo sul serio :lol:

La storiella pero' non finisce qui, perché stanno fallendo paeselli (come la grecia, il portogallo e forse l'italia) per via del loro debito pubblico eccessivo e non piu' sostenibile. Questo rischia di far fallire le banche di mezzo mondo mettendo a rischio tutto il sistema dei pagamenti o gran parte di esso. Le parti in realtà sono invertite. Il "troppo grande per fallire" si rivela lo Stato e la sua caduta coinvolge banche e ..... contadini. Ma questo una storiella rifondarola non ve lo racconterà mai.
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Re: Swap lies

Messaggioda ranvit il 13/10/2011, 9:23

Franz hai perfettamente descritto l'infantilismo velleitario :lol: :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Swap lies

Messaggioda Iafran il 13/10/2011, 9:27

franz ha scritto: Il "troppo grande per fallire" si rivela lo Stato e la sua caduta coinvolge banche e ..... contadini. Ma questo una storiella rifondarola non ve lo racconterà mai.

E qui viene fuori la "storiella" di Menenio Agrippa, vecchia di oltre 25 secoli, per convincere che "il mondo deve stare così com'è, con i truffatori e gli spendaccioni che possono fare quel che vogliono ... tanto a pagare sono le tasche degli altri"!

(... poi si riterrebbe l'omertà delle popolazioni meridionali complice dei soprusi e delle violenze al singolo e causa del mancato sviluppo economico della collettività!)

ranvit, scendi da "sto piedistallo" ... ti farebbe molto bene!
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Re: Swap lies

Messaggioda franz il 13/10/2011, 9:43

ranvit ha scritto:Franz hai perfettamente descritto l'infantilismo velleitario :lol: :lol: :lol:

No, non vale! Avevi promesso di non usare piu' questi termini!
Poi si offendono. O si indignano. Non sanno fare altro, oltre a raccontare storielle, anche divertenti, in cui solo loro credono.

Comunque per tornare alle cose serie, impressionante a performance (negativa) del Portogallo.
Se la Grecia ha una probabilità del 90% di fallire, il Portogallo ora è attorno al 61%.
Insieme fanno tremare i polsi alle banche europee ma tra le 10 economie piu' a rischio al mondo ci siamo noi, all'ottavo posto, con il 31.2% di probabilità di fallire entro 5 anni. Vista l'entità del nostro debito (1'900 miliardi) non è con le storielle che ce la caveremo.
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Re: Swap lies

Messaggioda Iafran il 13/10/2011, 10:16

franz ha scritto:
ranvit ha scritto:Franz hai perfettamente descritto l'infantilismo velleitario

No, non vale! Avevi promesso di non usare piu' questi termini!
Poi si offendono. O si indignano. Non sanno fare altro, oltre a raccontare storielle, anche divertenti, in cui solo loro credono.

L'uso ripetitivo del termine "velleitarismo" non dovrebbe fare onore al suo autore (una volta "la suocera").
Se uno vuole stare su piedistallo ... prenderà molte arie.
Sta a cuore anche a me la salute dei forum-isti (io mi ritengo forum–ulivista), siamo in autunno e poi si ... potrebbe anche cadere (dal piedistallo)!
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