L'associazione imprenditoriale ha calcolato il peso delle imposte
tenendo conto della ricchezza reale, 'stornando' il valore del sommerso
Cgia Mestre: "La pressione fiscale
è al 50%, non al 42,1% del Pil"
"Improrogabile una seria lotta contro il lavoro nero e l'abusivismo"
Cgia Mestre: "La pressione fiscale è al 50%, non al 42,1% del Pil"
ROMA - La metà del reddito degli italiani se ne va in tasse. Non è solo una sensazione: lo attesta una stima della Cgia di Mestre, che ha ricalcolato l'ammontare fiscale tenendo conto anche del valore aggiunto prodotto dall'economia sommersa. E quindi nel 2006 (ultimo anno rispetto al quale l'Istat ha rilevato il peso dell'economia sommersa) l'aggravio fiscale effettivo non sarebbe del 42,1 per cento, come rilevato dall'Istituto di statistica, ma del 50 per cento. E nel 2007 potrebbe arrivare anche oltre, considerato che in base ai dati ufficiali la pressione fiscale è del 43,3 per cento.
Nel 2006 il valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso, secondo l'indagine Istat pubblicata qualche giorno fa, è arrivato a un valore compreso tra il 15,3 e il 16,9 del Prodotto Interno Lordo. In definitiva, una cifra compresa tra i 226,6 e i 249,9 miliardi di euro. Il Pil nel 2006 ammontava a 1.479.981 miliardi.
La Cgia ricorda però che il Pil "include anche la cifra imputabile all'economia sommersa stimata annualmente dall'Istat". E pertanto, poiché la pressione fiscale è data dal rapporto tra le entrate fiscali e il Pil prodotto in un anno, se si storna dalla ricchezza prodotta il sommerso si ottiene il Pil reale, e quindi la pressione fiscale reale arriva a una percentuale compresa tra il 49,7 e il 50,7, circa otto punti in più del dato ufficiale.
"Nonostante la prudenza con la quale vanno usati questi dati - sottolinea il segretario Giuseppe Bortolussi - i risultati dimostrano che chi in Italia è conosciuto dal fisco subisce un prelievo fiscale ben superiore al dato statistico ufficiale. Per questo è assolutamente improrogabile una seria lotta contro il lavoro nero e l'abusivismo. Aumentando la platea dei contribuenti potremo così ridurre imposte e contributi a chi oggi ne paga più del dovuto".
(21 giugno 2008)
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