franz ha scritto:Qui non so tecnicamente che dirti, sarà una favola ma mi pare di osservare che ora i consumatori consumano meno e riducono i consumi non è per qualche paura irrazionale ma per motivi piu' che leciti relativi non solo al presente (pochi soldi) ma anche se non soprattutto sulle aspettative future. Poi è chiaro che chi non è d'accordo sulle aspettative dei consumatori/contribuenti le giudicherà irrazionali, e al contrario chi concorda non avrà problemi a definirle razionali.
Si dovrebbe aprire una discussione sulla razioanlità, magari approfittando degli ozi estivi. ....
Giusto, ma tu stai facendo una osservazione che rientra nell'ambito delle aspettative adattive. I consumatori stanno sperimentando la crisi da cinque anni, non vedono prospettive e si adattano, tagliando i consumi più del necessario per mettere fieno in cascina. Il discorso che c'è sopra è diverso, quelle sono aspettative razionali. I consumatori in pratica prevedono il futuro (+ investimenti pubblici = più tasse in futuro) e agiscono "razionalmente"in anticipo, aumentando i risparmi per far fronte alle maggiori tasse di un futuro che è illimitato nel tempo.....Purtroppo cervelli come Keynes e Friedman non nascono tutti i giorni e gl'innovatori teorici che seguono spesso fanno più casino che altro.

Sul tema questo intervento del vice presidente della BCE è molto interessante....
[..]Il paradigma delle aspettative razionali e della previsione perfetta era – e in larga misura è ancora – dominante. Molti dei suoi seguaci sono, naturalmente, consapevoli dei suoi limiti, ma sperano di espandere con successo la teoria fino a comprendere nuovi aspetti della realtà. I modelli standard sono dotati di agenti illimitatamente razionali e di conoscenza completa di tutte le distribuzioni di probabilità delle variabili, in tutti i possibili stati futuri del mondo[..]
[..]“Le aspettative razionali sono un ingrediente centrale del nucleo attuale; tuttavia, questa ipotesi diventa sempre più insostenibile, se continuiamo ad aggiungere il realismo della periferia nel nucleo” [1]. Willem Buiter, ha messo in discussione il paradigma più acidamente: “La maggior parte delle innovazioni teoriche macroeconomiche mainstream dal 1970 (la New Classical rational expectations revolution … e la teorizzazione di neokeynesiana …) si sono rivelate autoreferenziali, distrazioni ripiegate verso l’interno nella migliore delle ipotesi. I ricercatori tendevano ad essere motivati dalla logica interna, dal capitale intellettuale depositato, dai rompicapi estetici dei programmi di ricerca esistenti, piuttosto che da un potente desiderio di capire come funziona l’economia”[..]
BCE http://europeancentralbank.wordpress.co ... taria-emu/