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Sul Fisco è disgelo tra Svizzera e Italia

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Sul Fisco è disgelo tra Svizzera e Italia

Messaggioda franz il 11/07/2013, 8:18

Prove di dialogo tra Svizzera e Italia sul tema delle intese fi­scali. E anche su altri scottanti dossier. Il portavoce della Se­greteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Ma­rio Tuor ha annunciato ieri che all'inizio di questa settimana c'è stato un primo incontro a Berna con una delegazione del nuovo Governo italiano. Il pre­sidente dell'Associazione ban­caria ticinese Claudio Generali rivela al CdT che già tre setti­mane fa esponenti del mondo bancario elvetico avevano in­contrato alcuni rappresentanti del Governo Letta per riaprire un dialogo. E l'impressione era stata incoraggiante.
Ora il primo passo ufficiale. La vera questione chiave rimane il fatto che il Governo italiano ri­manga in carica il tempo neces­sario per concludere un accor­do: le precedenti trattative si interruppero proprio per la ca­duta del premier Monti.
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Riparte il dialogo tra Svizzera e Italia su una possibile intesa fiscale per sana­re la situazione dei fondi italiani non dichiarati nella Confederazione e per trovare un meccanismo automatico di pagamento delle somme dovute per il futuro. Lo ha comunicato ieri Mario Tuor, portavoce della Segreteria di Sta­to per le questioni finanziarie interna­zionali.
All'inizio della settimana vi è stato un incontro a Berna. Per ora non sono fis­sate altre date, ma i colloqui dovrebbe­ro proseguire dopo l'estate.

«C'era già stato tre settimane fa un in­contro di rappresentanti di banche el­vetiche a Roma con alcuni membri del Governo italiano - rivela Claudio Ge­nerali, presidente dell'Associazione bancaria ticinese -: contro ogni aspe­tattiva la delegazione era tornata abba­stanza soddisfatta dell'incontro, con il premier Enrico Letta che già aveva di­chiarato che un accordo è a portata di mano».

Il nuovo premier italiano aveva an­nunciato la ripresa dei negoziati in giugno. «È giunto il momento di con­cludere accordi fiscali con la Svizzera - aveva detto Letta a Roma -. C'è la chiara volontà di giungere ad un'inte­sa positiva».
Secondo Tuor, Svizzera e Italia nego­zieranno - oltre che sulla regolarizza­zione dei capitali non dichiarati in Sviz­zera - anche su una nuova intesa di doppia imposizione in base agli stan­dard dell'OCSE. Roma è interessata a una soluzione analoga a quella pattuita con Gran Bretagna e Austria, ha ag­giunto Tuor. Come si procederà con i futuri redditi da capitale è una questio­ne ancora aperta.

«Lo scenario è cambiato rispetto a qualche mese fa - precisa Generali ­. Si può pensare ancora per il passato a un'imposta liberatoria sul modello Rubik, ma per la tassazione dei redditi futuri bisognerà probabilmente di­scutere con Bruxelles: la via dello scambio automatico di informazioni sembra ormai lo standard che si sta imponendo a livello internazionale».
Negli ultimi giorni, poi, ha sollevato qualche dubbio la notizia di incassi inferiori alle attese per il Governo bri­tannico, che ha sottoscritto l'accordo Rubik: gli averi britannici in Svizzera non dichiarati al Fisco sono risultati infatti meno del previsto, da quanto è risultato da un primo bilancio dell'As­sociazione svizzera dei banchieri rela­tivo all'applicazione dell'accordo fisca­le con il Regno Unito.

Ciò è dovuto principalmente al fatto che molti clienti hanno lo status di non domici­liati e non sono quindi imponibili nel Regno Unito. L'accordo non li concer­ne, ha precisato l'ASB. Inoltre, molti clienti britannici hanno scelto la notifi­ca volontaria. I cittadini britannici di istituti elvetici avevano tempo sino a fine maggio per decidere di regolariz­zare la loro posizione versando l'impo­sta liberatoria una tantum o presen­tando notifica volontaria alle autorità fiscali britanniche.
«Penso che non dovremmo ripetere con l'Italia gli errori fatti con la Gran Bretagna - spiega Generali -: il mecca­nismo del pagamento dovrà avvenire solo quando si avrà la regolarizzazione degli averi e non con la via degli antici­pi che sta creando qualche problema». In ogni caso la vera questione centrale per il successo del dialogo tra Italia e Svizzera sta nella durata del Governo italiano: con Monti l'intesa saltò all'ul­timo proprio per la caduta del Gover­no. Le fibrillazioni in atto nell'attuale compagine guidata da Enrico Letta non fanno certo stare tranquilli: il ne­goziato ha bisogno di tempo e ci sono molti temi da affrontare in parallelo.

Un altro dossier, per esempio, è la tas­sazione di migliaia di italiani frontalie­ri. Occorre parlare infine anche delle «liste nere» che l'Italia ha stilato e che colpiscono imprenditori di piccole e medie imprese elvetiche che intendo­no operare oltre confine.
Sulle sensibilità diverse all'interno del Governo Letta, Generali è più tranquil­lo: «C'è interesse a concludere sia da parte di esponenti di centro-destra che di centro-sinistra».

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