Se si contesta che lo spostamento è fittizio si', hai ragione. Capita se uno fa finta di spostare la residenza all'estero ma in realtà continua a vivere in Italia o ad avere in Italia "il centro degli affetti e dei legami". In questo caso lo spostamento è finto e va contestato. Di solito lo si verifica nei fatti andando a vedere dove uno passa il sabato e la domenica. Se la famiglia continua a vivere in Italia ed il finto residente all'estero passa il week-end in Italia con la famiglia, il fisco italiano ha ragione a contestare la residenza all'estero come fittizia. Questa è una prassi valida per tutti i i paesi e su cui si riconosce reciprocità.
Poi va visto anche dove e come uno guadagna i soldi.
a) se risiede all'estero i guadagni fatti all'estero non sono imponibili in Italia. Sono italiano, vivo in francia e i guadagni ottenuti lavorando in danimarca non sono imponibili in Italia.
b) se risiede all'estero i guadagni fatti in Italia sono imponibili in Italia. Ma solo quelli. Vivo in danimarca ma ho un ricco contrratto con l'Italia per lavoro che fisicamente faccio in Italia. Per quel lavoro pago le imposte in Italia. Se pero' il lavoro è fatto in danimarca (per esempio un lavoro di grafica computerizzata, che posso fare dal mi PC in danimarca, senza spostarmi fisicamente) l'Italia non ha alcun diritto a rivendicare tributi.
c) per compendio alla b) se risiede in Italia allora i guadagni fatti all'estero non sono imponibili in Italia ma in ogni singolo paese, se è stata siglata una convenzione internazionale contro la doppia imposizione.
Poi è chiaro che ogni fisco tende a tirare la coperta dalla sua parte ed ogni contribuente pure ma che non è ammissibile che si paghino le imposte in piu' paesi per lo stesso paese (doppia imposizione).
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)