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Cultura e investimenti

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Cultura e investimenti

Messaggioda flaviomob il 07/11/2012, 10:14

http://terra-di-nessuno.com.unita.it/20 ... ero-magico

21, numero magico

di P. Folena

Si è soliti concludere i discorsi, soprattutto a sinistra, con la retorica sulla cultura come volano di crescita. La mia esperienza alla guida di MetaMorfosi -che in pochi anni è diventata protagonista di importanti attività di valorizzazione e di sostegno a istituzioni culturali preziose (cito, fra le altre, Casa Buonarroti, il Museo Civico di Bassano del Grappa, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, il Gabinetto delle Stampe e dei Disegni degli Uffizi)- è che il concorso di un privato, nel nostro caso un privato-sociale, al pubblico, avviene in una logica assolutamente neo-keynesiana. Lo schema ideologico della lunga stagione liberista, fatto proprio largamente anche dal governo presieduto da Mario Monti, privato contro pubblico, è del tutto recessivo. Per ciò che riguarda la cultura, proprio perché si ha a che fare con un bene che non si consuma (anche se va conservato e tutelato), il valore aggiunto di ogni euro investito si moltiplica. Parliamo di cifre concrete. Molte fonti concordano nell’indicare in Italia in poco meno di 40 miliardi di euro il PIL della cultura, a fronte di una spesa pubblica di 1 miliardo e ottocentomila euro, con quasi 500000 occupati. Alla cifra di 40 miliardi si potrebbero anche aggiungere, ma non lo faccio, le voci relative al turismo e all’enogastronomia. Ciò che interessa fotografare è il moltiplicatore di spesa in Italia: per ogni euro pubblico investito se ne generano più di 21. In Francia, a fronte di un PIL cultura di 74 miliardi, la spesa pubblica in cultura è di 8 miliardi e mezzo: per ogni euro pubblico se ne generano meno della metà rispetto all’Italia, e cioè circa 9. Dati analoghi si registrano in Germania e in Gran Bretagna, mentre in Spagna il moltiplicatore di spesa è di 5 euro. La forza di un grande discorso di industria culturale in Italia sta in quel numero magico: 21. 1 euro pubblico produce altri 20 euro privati. Del resto siamo il Paese al mondo col maggior numero di siti Unesco.
...


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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda franz il 07/11/2012, 13:05

Pietro Folena ha scritto: Parliamo di cifre concrete. Molte fonti concordano nell’indicare in Italia in poco meno di 40 miliardi di euro il PIL della cultura, a fronte di una spesa pubblica di 1 miliardo e ottocentomila euro, con quasi 500000 occupati. Alla cifra di 40 miliardi si potrebbero anche aggiungere, ma non lo faccio, le voci relative al turismo e all’enogastronomia. Ciò che interessa fotografare è il moltiplicatore di spesa in Italia: per ogni euro pubblico investito se ne generano più di 21.

Caro Pietro, ma come puoi pensare che tutti i meriti del PIL legato alla cultura siano dovuti ai magri investimenti pubblici? Mi pare un po' un ragionamento da "mosca cocchiera". Del tipo "Faccio poco o nulla ma per fortuna poi nel privato si generano 40 miliardi. Merito di chi? Mio!" Mi pare che rispetto ai comuni tempi liceali, tu fossi piu' brillante e preparato. Anni di lavoro come funzionario di partito ti hanno forse annebbiato. Magari un decennio o due di lavoro nel settore privato ti avrebbero aperto nuovo orizzonti e illuminato sui presunti moltiplicatori.
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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda ranvit il 07/11/2012, 13:16

Ma.....Folena è ancora in circolazione??? :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda flaviomob il 07/11/2012, 14:35

Intanto la Francia spende otto volte quello che investiamo noi, nella cultura... Lasciamo morire tutto, farà la fine del turismo: una risorsa d'oro lasciata cadere a pezzi, e continueremo a perdere posizioni...


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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda franz il 07/11/2012, 15:42

flaviomob ha scritto:Intanto la Francia spende otto volte quello che investiamo noi, nella cultura... Lasciamo morire tutto, farà la fine del turismo: una risorsa d'oro lasciata cadere a pezzi, e continueremo a perdere posizioni...

E come viene stimato il presunto moltiplicatore? :lol:
Qui http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... d=Ab7lrjIF leggo che il PIL francese collegato alla cultura è di 81 miliardi, quindi il doppio rispetto ai 40 miliardi dell'Italia, e loro spendono a livello pubblico 8 volte di piu'. Un disastro, se volessimo calcolare un "effetto moltiplicatore" visto che varrebbe 4 volte meno di quello italiano. A meno che non si voglia intendere che meno il settore pubblico investe in cultura e piu' il PIL culturale cresce, che sarebbe il contrario rispetto alla tesi di Folena.
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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2012, 0:52

Un disastro? Non mi pare proprio. Investono 8 miliardi e mezzo, ne ricavano 74. A casa mia (e immagino anche in Francia), 74-8.5 fa 65.5

Noi investiamo un miliardo e otto, ne ricaviamo 40 (ma abbiamo il maggior patrimonio storico-artistico del mondo!!!), la differenza è 38.2

Chi è più furbo? Noi che lasciamo crollare Pompei, la Domus Aurea e i pezzi di Colosseo o loro?

Se il moltiplicatore italiano rimanga costante per cifre più alte non lo sappiamo (l'unica è provare), ma certamente la strada è ancora lunga...

http://www.iljournal.it/2011/rovine-di-italia/291380

Rovine di Italia
Di eduardo lubrano • 26 dic, 2011 • Categoria: Italia

E’ di ieri, giorno di Natale 2011, la notizia del crollo di un piccolo frammento del Colosseo a Roma. «È stata la caduta di un piccolo frammento di tufo dal prospetto esterno del monumento – precisa la direttrice del Colosseo, Rossella Rea – quello sul quale a marzo saranno posti i ponteggi per i restauri finanziati da Diego Della Valle». A causare il distacco della breccola di tufo, spiega Rea, sarebbe stato un piccione. La zona è stata comunque transennata a titolo precauzionale, precisa la direttrice, e sono state predisposte ulteriori verifiche. A quell’ora, verso le 12.30, riferisce sempre la direttrice Rea che aveva da poco lasciato il monumento, il Colosseo era stracolmo di turisti per l’apertura gratuita natalizia. Ma non c’è stato allarme, ribadisce Rea, «non se ne è accorto praticamente nessuno». La giornata di sole e la temperatura mite hanno invece favorito il successo dell’apertura straordinaria natalizia: «il Colosseo era pieno di turisti – sottolinea Rea – molto più di due anni fa, quando ne avevamo contati 4.000 solo al mattino. Quest’anno, era aperta anche la terrazza del Terzo Ordine con la possibilità di visite guidate e un attore che, con le parole di Cicerone, raccontava come avvenivano i giochi gladiatori”.

Il problema vero è che ogni giorno ci accorgiamo che un pezzo più o meno grande, più o meno importante del nostro patrimonio artistico e culturale, sparisce. I tanti anni sulle spalle, l’incuria dell’uomo, gli agenti atmosferici, la mancanza di attenzione dello stato italiano per quello che invece dovrebbe essere una delle sue principali risorse. Tutto contribuisce alle rovine di Italia, come abbiamo voluto intitolare questo articolo.

D’altronde basta scorrere l’elenco dei crolli e delle disgrazie ai nostri monumenti più famosi degli ultimi 20 anni per rabbrividire.

Dicembre 2011, piove nel Duomo di Monreale, i mosaici a rischio : le abbondanti piogge di novembre hanno danneggiato la copertura del Duomo di Monreale, monumento noto in tutto il mondo, facendo scattare l’allarme per gli splendidi mosaici. Gli interventi di restauro sono già programmati: il più consistente, che comporterà una spesa di fondi comunitari per un milione e 300 mila euro è stato dato in appalto. Parroco e soprintendenza riconoscono la necessità di interventi rapidi ma rassicurano, sottolineando che al momento non si può parlare di vero pericolo.

Novembre 2010, crolla il portale del santuario di Gela: è il 19 novembre quando a Gela, in provincia di Caltanissetta, va in frantumi il portale della sagrestia del santuario intitolato alla patrona della città, Maria d’Alemanna, che risale al 1450. L’area antistante la struttura, da tempo pericolante, era stata già transennata dai vigili del fuoco. Il comitato di cittadini ‘Pro-santuario, che ne sollecitano il restauro da anni, parla di «crollo annunciato».

Pasqua del 2010, la Domus Area a Roma: infiltrazioni d’acqua provocano il 30 marzo alla Domus Aurea, da tempo chiusa al pubblico per un lungo lavoro di restauro, il crollo della volta di una delle gallerie traianee, che coinvolge 60 metri quadri di parte muraria della stupenda residenza fatta costruire dall’imperatore Nerone.

Maggio del 2010, Colosseo: all’alba del 9 maggio si stacca e cade a terra da uno degli ambulacri del primo piano, dove di solito vengono allestite le mostre, un pezzo di malta di calce della struttura originale del Colosseo. Cadendo, il pezzo di malta, di circa mezzo metro quadrato e di minimo spessore, rompe la rete di protezione collocata tra gli anni ’70 ed ’80 degli ambulacri. Non ci sono feriti e non viene ritenuto necessario chiudere il monumento al pubblico. Le cause del cedimento, spiegano dalla soprintendenza, sono riconducibili a variazioni termoigrometriche.

Novembre del 2007, Mura Aureliane a Roma: crollo di una parte delle Mura Aureliane a San Lorenzo Roma, e nel giugno dello stesso anno crolla un capitello da un muraglione delle Mura Aureliane sotto il Gianicolo. –

Dicembre del 2004, Ancona: crolla di una porzione del muro di contrafforte sottostante l’edificio e il Duomo di San Ciriaco ad Ancona.

Aprile del 2001 a Roma frana un tratto di circa 24 metri tra Porta Ardeatina e Porta San Sebastiano delle Mura Aureliane.

Settembre del 1997, ad Assisi le volte della Basilica di San Francesco e gli affreschi di Giotto si sbriciolano in diretta tv sotto i colpi del terremoto che colpisce l’Italia centrale.

Giugno del 1992, Urbino : crolli di varia entità nella cinta muraria di Urbino.

Marzo del 1989 nel Duomo di Pavia, viene giù la Torre Civica ed una parte del Duomo.

Manca Pompei, da questo elenco, ma purtroppo le disgrazie del sito archeologico forse più famoso al mondo, meritano una lista a parte. Questo è l’elenco dei crolli indicati negli anni nel registro delle segnalazioni della soprintendenza tra il 2003 e il 2011.

Settembre 2003: Thermopolium, si stacca del legno dal soffitto e nell’Insula Occidentale, si registra il crollo sommità muro di delimitazione del giardino inferiore.

Settembre 2003 Casa della Regina Margherita ed Ingresso quadriportico dei Teatri: infiltrazione d’acqua negli ambienti retrostanti con danneggiamento dei solai: infiltrazione di acqua. Nello stesso mese ed anno, nella Casa degli scienziati c’è il crollo di intonaco parietale della parete Ovest nel cubicolo a sinistra dell’atrio.

Ottobre 2004: Insula occidentale, scarpata Ovest, crolli.

Marzo 2004: Insula II, Civ. 15 Parziale crollo di muratura; Domus di Menandro, porzione del tetto.

Nel 2005: Domus del Labirinto, una porzione del tetto frana.

Agosto del 2008: Regio II, Insula V: cedimento di muratura moderna a contenimento dell’area non scavata e di parte del muro perimetrale dell’Insula.

Gennaio 2009: Casa IX, 9, 6: crollo di un muro e nell’ Insula 7 di fronte Praedia Giulia felice Crollo di parte di muratura via Abbondanza.

Gennaio 2009: Insula II: crollo delle volte di due ambienti affiancati nei pressi degli edifici sul costone meridionale e Tempio di Venere.

Febbraio 2010 Insula II Domus degli Augustali: crollo di muratura

E per chiudere, l’episodio di qualche giorno fa.


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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda franz il 08/11/2012, 8:52

flaviomob ha scritto:Un disastro? Non mi pare proprio. Investono 8 miliardi e mezzo, ne ricavano 74. A casa mia (e immagino anche in Francia), 74-8.5 fa 65.5

Noi investiamo un miliardo e otto, ne ricaviamo 40 (ma abbiamo il maggior patrimonio storico-artistico del mondo!!!), la differenza è 38.2

Chi è più furbo? Noi che lasciamo crollare Pompei, la Domus Aurea e i pezzi di Colosseo o loro?

Se il moltiplicatore italiano rimanga costante per cifre più alte non lo sappiamo (l'unica è provare), ma certamente la strada è ancora lunga...

Ma non so se hai capito l'ironia ... sulla mosca cocchiera :lol:
Come si fa ad appropriarsi dei risultati (il contributo della cultura nella produzione di valore aggiunto) partendo dai soli investimenti pubblici? E poi una leva (il "moltiplicatore") non si calcola per differenza ma per rapporto (e quindi ita 40/1.8 = 22.2 e fra 74/8.5 = 8.7) e quindi pare proprio che piu' si investa e meno si moltiplichi (e viceversa).
Naturalmente questo non vuol dire lasciar crollare pompei ma saper risparmiare su altre voci di bilancio per poter avere le risorse per saper almeno difendere un patrimonio artistico che va a pezzi. Questo poi in teoria non è solo una missione "pubblica" ma anche dei privati, se non vengono strozzati e rapinati troppo dallo stato.
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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda flaviomob il 08/11/2012, 9:53

Sul moltiplicatore italiano, nulla sappiamo se non cominciamo a modificare l'investimento iniziale (pubblico) e a leggere i nuovi dati oggettivi dopo questa modifica. Essendo l'Italia il paese col maggiore (e migliore) patrimonio artistico-culturale (e anche quello paesaggistico non scherza), ci si potrebbe aspettare una performance maggiore dei nostri confratelli europei. Invece perdiamo posizioni nel turismo, in cui una volta eravamo primi ed ora siamo, mi pare, terzi in Europa.


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Re: Cultura e investimenti

Messaggioda franz il 08/11/2012, 15:19

flaviomob ha scritto:Sul moltiplicatore italiano, nulla sappiamo se non cominciamo a modificare l'investimento iniziale (pubblico) e a leggere i nuovi dati oggettivi dopo questa modifica. Essendo l'Italia il paese col maggiore (e migliore) patrimonio artistico-culturale (e anche quello paesaggistico non scherza), ci si potrebbe aspettare una performance maggiore dei nostri confratelli europei. Invece perdiamo posizioni nel turismo, in cui una volta eravamo primi ed ora siamo, mi pare, terzi in Europa.

Se perdiamo posizioni sul turismo credo che sia perché le nostre strutture alberghiere sono care, rispetto alla qualità dell'offerta. Certo, anche perché il nostro patrimonio storico va a pezzi ed i musei sono spesso chiusi quando dovrebbero essere apertei.
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