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Il "posto" da padre a figlio?

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Il "posto" da padre a figlio?

Messaggioda franz il 30/07/2012, 8:23

PERCHÉ NON È BENE CHE IL PADRE LASCI IL POSTO IN AZIENDA AL FIGLIO

QUESTA PRATICA, MOLTO DIFFUSA IN ITALIA NEI DECENNI PASSATI, CORRISPONDE IN PIENO AL “MODELLO MEDITERRANEO”, FONDAMENTALMENTE FAMILISTICO, DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E DEL WELFARE, CON TUTTI I SUOI GRAVI DIFETTI

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 211, 30 luglio 2012,
È stata prassi costante per decenni in molte grandi aziende, dal settore bancario a quello delle poste, a quello aeroportuale e anche in molte imprese industriali. Oggi la ripropongono alla Nestlè Italia (Perugina), non più nella forma dell’assunzione del ventenne contestuale al pensionamento del padre (o zio, o nonno), perché con la legge Fornero si va in pensione più tardi: invece del pensionamento, ora l’azienda propone la riduzione dell’orario a part-time. Solidarietà intergenerazionale, si dice. Ma non è così: siamo assai più vicini al modello del familismo amorale studiato da Edward Banfield (*). Perché dove questa è la regola i ragazzi non crescono coltivando le proprie capacità specifiche, la propria vocazione, poi cercando in giro per il mondo il lavoro che più desiderano e per il quale sono meglio tagliati, dunque quello nel quale possono essere più produttivi e guadagnare di più; crescono invece aspettando di ricevere in eredità “un posto” purchessia, a un passo da casa. E quel posto non se lo conquistano, ma lo ricevono in eredità, come si eredita un appartamento o un pezzo di terra. Non ci si può, poi, stupire, se amano meno il loro lavoro, se la loro produttività in quel posto è più bassa, se il loro livello di reddito è, di conseguenza, mediamente inferiore.
Operazioni di questo genere possono – in determinate circostanze - essere utili, ma a una condizione: che tra l’anziano che riduce l’orario e il giovane che viene assunto non ci sia alcun rapporto di parentela.

(*) Edward C. Banfield, The Moral Basis of a Backward Society, The Free Press, 1958 (trad. it.: Le basi morali di una società arretrata, il Mulino, 1976)
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Re: Il "posto" da padre a figlio?

Messaggioda pianogrande il 30/07/2012, 23:03

Ne ho visti tanti di questi fatti.
Sia ereditari che con genitore ancora in attività.
Da notare, però, che nella maggior parte dei casi il fatto di essere figlio di (astenersi battutacce) costituiva una vera e propria referenza.
Ho visto anche trattative su questa base per convincere anziani irriducibili ad andare in pensione.
Casi in cui questa assunzione ha risolto le difficoltà di figli di dipendenti deceduti con famiglia rimasta senza sostentamento.
C'è un po' di tutto.

Il caso più antipatico è quello dei figli di grossi dirigenti sopratutto se con genitore ancora in attività.

Non è un diritto ma una merce di scambio o un mezzo di pressione (e non solo per mandare via qualcuno) sì.

La colpa non è tutta dei dipendenti.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Il "posto" da padre a figlio?

Messaggioda franz il 31/07/2012, 10:03

pianogrande ha scritto:La colpa non è tutta dei dipendenti.

Ma chi se ne frega della "colpa"?!?!
È la società che è familista e questo si traduce in comportamenti che toccano tutti, professioni, baronie, lavoratori.
L'importante è essere d'accordo che sono pratiche amorali
http://it.wikipedia.org/wiki/Familismo_amorale
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Re: Il "posto" da padre a figlio?

Messaggioda Iafran il 31/07/2012, 11:19

franz ha scritto:L'importante è essere d'accordo che sono pratiche amorali

Pratiche amoralissime! Non sono d'accordo solo i diretti interessati, i quali, poi, del posto di lavoro ne fanno un posto di potere: penso che questa pratica sia alla base di quello che caratterizzava in negativo l'impalcatura dello stato borbonico e, prima, quello feudale (vassalli, valvassori e valvassini).
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Re: Il "posto" da padre a figlio?

Messaggioda pianogrande il 31/07/2012, 16:51

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:La colpa non è tutta dei dipendenti.

Ma chi se ne frega della "colpa"?!?!
È la società che è familista e questo si traduce in comportamenti che toccano tutti, professioni, baronie, lavoratori.
L'importante è essere d'accordo che sono pratiche amorali
http://it.wikipedia.org/wiki/Familismo_amorale


Mamma mia!
Ho sbagliato l'ultima riga.

Certo che sono d'accordo che sono pratiche amorali, pur avendo riferito di qualche caso che ha, almeno, delle attenuanti.
Non è così che si seleziona il personale.
Per assurdo, un colloquio di assunzione dovrebbe avvenire prima di chiedere le generalità (come l'anonimato che ci dovrebbe essere nei concorsi).
Fotti il sistema. Studia.
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