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lavoro, la grande crisi

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

lavoro, la grande crisi

Messaggioda franz il 24/03/2012, 12:06

http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... =HRER1-1#1

La situazione
UN MILIONE DI POSTI PERSI http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -29484753/
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La videointervista
CAMUSSO: 'ORA INVESTIRE' http://video.repubblica.it/le-inchieste ... 6644?video
di ROBERTO MANIA
Le vostre storie
IL TUO POSTO A RISCHIO http://racconta.repubblica.it/aziende-i ... totali.php
Le delocalizzazioni
ADDIO MADE IN ITALY http://video.repubblica.it/le-inchieste ... 7333?video
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I callcenter
ERNESTINA, UNA VITA IN CASSA http://tv.repubblica.it/copertina/ernes ... 7560?video
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Fabbrica
LA FABBRICA http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... -29255556/
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Il Buyout
COL TFR RICOMPRO L'AZIENDA http://video.repubblica.it/le-inchieste ... 6268?video
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Re: lavoro, la grande crisi

Messaggioda flaviomob il 30/03/2012, 22:29

dal blog di Beppe Grillo:

"Caro Beppe, sono un piccolo imprenditore in procinto di dare le dimissioni da me stesso. E' qualcosa che mi pesa, che mi pesa molto. Di notte sento un'oppressione sul petto come se qualcuno fosse seduto sopra di me. Ho una piccola società di servizi, 20 persone. O forse è più corretto dire che è la società che possiede me. Gli ho dedicato 12 ore al giorno per anni. Nei giorni festivi "solo" 4 o 5. Ho resistito fino ad ora un po' per orgoglio e per non mettere in mezzo alla strada una ventina di famiglie. E' dura guardare negli occhi qualcuno che ha cercato di costruire qualcosa insieme a te per anni e dirgli "E' finita!". Non ho mai avuto agevolazioni da questo Stato, ma solo controlli occhiuti, tasse, burocrazia. Ho sempre pagato con regolarità i miei fornitori, se ho sgarrato è stato di qualche settimana, forse un mese nei casi di necessità, ma lo Stato pretende che paghi l'Iva anticipata sulle fatture che emetto e che sono pagate a babbo morto, in qualche caso mai. E cosa puoi fare? Un'azione legale per una fattura non incassata? E quanto ti costa? Se tu hai un debito con lo Stato devi pagare pronta cassa, se invece lo Stato ha un debito con te puoi morire di fame o, come prospetta il ministro Passera, essere pagato con titoli di debito pubblico. Cosa ci faccio? Li do ai bambini per giocarci con le figurine? Pago i miei debiti con il debito dello Stato? I clienti ritardano i pagamenti di mesi, e li capisco. Le banche mi rifiutano un fido per coprire i costi di 2/3 mesi di attività nonostante abbia sempre chiuso i conti con un pareggio o un utile, non un granché ma sempre un utile. A che servono le banche se non supportano le imprese? Per me potrebbero chiudere. Da oltre un anno oltre all'imprenditore faccio quindi anche da banca. Non voglio indebitarmi con degli avvoltoi. Lascio qualunque emolumento mi spetti nella società. Così sono riuscito a pagare gli stipendi (puntualmente!) delle persone che lavorano con me. Mi sono accorto che vivevo come un automa per pagare le tasse al mio socio occulto, lo Stato. Mi sono accorto di lavorare senza remunerazione, in realtà mi finanziavo (!?) l'attività, e che per vivere divoravo il piccolo patrimonio che mi hanno lasciato i miei vecchi dopo una vita di lavoro. Mi sono accorto che passo con la mia famiglia solo ritagli di tempo e mai sereno, ma sempre preoccupato e nervoso per le scadenze, per i contratti. Non sono nato per fare l'eroe. Per ora chiudo la mia piccola azienda e chiedo scusa ai miei colleghi, li ho sempre considerati tali e non dipendenti. Un saluto". Massimiliano R.


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Allarme Cgia: "Nel 2011 record di fallimenti"

Messaggioda franz il 31/03/2012, 21:11

Battenti chiusi per 11.615 aziende
Un numero mai raggiunto negli ultimi quattro anni di crisi. In maggiore difficoltà le piccole imprese. Una situazione drammatica per i datori di lavoro, ma anche per i dipendenti: almeno 50 mila hanno perso il posto. In testa alla classifica la Lombardia. Coldiretti: "Chiuse oltre 50mila aziende agricole"
Allarme Cgia: "Nel 2011 record di fallimenti" Battenti chiusi per 11.615 aziende

VENEZIA - Record di fallimenti per le aziende nel 2011: ben 11.615 imprese hanno chiuso i battenti, un dato mai toccato in questi ultimi 4 anni di crisi. Lo afferma la Cgia di Mestre, precisando che "questo dramma non è stato vissuto solo dai datori di lavoro, ma anche dai dipendenti: secondo una prima stima, in almeno 50.000 hanno perso il posto di lavoro".

Un record che ci segnala quanto siano in difficoltà le imprese italiane, soprattutto quelle di piccole dimensioni che, come ricorda la Cgia di Mestre, continuano a rimanere il motore occupazionale ed economico del Paese.
"La stretta creditizia, i ritardi nei pagamenti e il forte calo della domanda interna - segnala il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli a portare i libri in Tribunale.

50 mila senza lavoro. Purtroppo, questo dramma non è stato vissuto solo da questi datori di lavoro, ma anche dai loro dipendenti che, secondo una nostra prima stima, in almeno 50.000 hanno perso il posto di lavoro". Ma, ricorda la Cgia, il fallimento di un imprenditore non è solo economico, spesso viene vissuto da queste persone come un fallimento personale che, in casi estremi, ha portato decine e decine di piccoli imprenditori a togliersi la vita. "La sequenza di suicidi e di tentativi di suicidio avvenuta tra i piccoli imprenditori in questi ultimi mesi - prosegue Bortolussi - sembra non sia destinata a fermarsi. Solo in questa settimana, due artigiani, a Bologna e a Novara, hanno tentato di farla finita per ragioni economiche. Bisogna intervenire subito e dare una risposta emergenziale a questa situazione che rischia di esplodere. Per questo invitiamo il Governo ad istituire un fondo di solidarietà che corra in aiuto a chi si trova a corto di liquidità".

Il segretario commenta poi i dati sui redditi resi noti ieri dal dipartimento delle Finanze del Tesoro. "Attenti - dice - a dare queste chiavi interpretative fuorvianti e non corrispondenti alla realtà. Le comparazioni vanno fatte tra soggetti omogenei, ad esempio tra artigiani e i loro dipendenti. Ebbene, se confrontiamo il reddito di un dipendente metalmeccanico con quello del suo titolare artigiano, quest'ultimo dichiara oltre il 40% in più, con buona pace di chi vuole etichettare gli imprenditori come un popolo di evasori".

Lombardia in testa. Tra le regioni italiane è la Lombardia quella in cui si è verificato il maggior numero di fallimenti di aziende: secondo i dati forniti dalla Cgia di Mestre, nel 2011 sono stati oltre 2.600, quasi un quarto del totale nazionale. Al secondo posto si piazza il Lazio, con 1.215 aziende fallite, mentre il terzo gradino è occupato dal Veneto (1.122). Supera quota mille anche l'Emilia Romagna (1.008). A chiudere la classifica la Valle d'Aosta, con appena 9 aziende fallite. Ecco la classifica:
Lombardia 2.613
Lazio 1.215
Veneto 1.122
Campania 1.008
Emilia Romagna 899
Piemonte 857
Toscana 843
Sicilia 601
Puglia 529
Marche 398
Friuli Venezia Giulia 250
Calabria 249
Liguria 235
Sardegna 213
Umbria 185
Abruzzo 180
Trentino Alto Adige 122
Molise 49
Basilicata 38
Valle D'Aosta 9

Coldiretti: "Chiuse 50mila aziende agricole". Anche per le aziende agricole il bilancio è pesante: nel 2011, stando ai dati diffusi da Coldiretti, in Italia sono state chiuse oltre 50 mila aziende agricole. Nel settore agricolo operano 829mila imprese iscritte al registro delle Camere di commercio. "A preoccupare per il 2012 oltre che gli effetti del maltempo e della crisi dei mercati, anche l'applicazione della nuova Imu che se non sarà adeguata alle specificità del settore sulla base delle conclusioni del tavolo fiscale rischia di avere - conclude la Coldiretti - un impatto insostenibile su terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi, andando a tassare quelli che sono, di fatto, mezzi di produzione per le imprese agricole".

(31 marzo 2012)
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Re: lavoro, la grande crisi

Messaggioda franz il 31/03/2012, 21:53

I dati sono ben diversi, perchè qui si parla solo dei fallimenti.
Ma il fallimento non è l'unico motivo per chiudere un'azienda, cessare l'attività.
Nel 2008 hanno chiuso 126'000 aziende (con dipendenti) e 125'000 nel 2009.
Dati istat reperibili qui: http://www.istat.it/it/archivio/48112
Ne sono state aperte di piu' (nuove) ma il tasso di sopravvivenza a 3 anni delle nuove imprese è prossimo al 50%.
Nel nel 2009 ne sono state aperte 8000 di meno.

Ogni anno il 20% delle imprese italiane si rinnova. Un tasso eccessivo, che arriva al 14-15% nelle costruzioni (17% nel 2006).
Un po' chiudono (perdendo tutti dipendenti) ed un po' nascono (e assumono).
Quelle che nascono sono piccole ed hanno pochi dipendenti. Quelle che chiudono sono un po' di tutte le taglie: il 54% sono piccole nate tre anni prima, le altre sono piu' grandi.
Perdono il 43% dei dipendenti quelle che chiudono e che erano nate 3 anni prima e perdono quasi il 6% quelle che riescono a resistere dopo tre anni.
610'000 imprese chiuse in 5 anni, dal 2005 al 2009 ma ISTAT non dice quanti sono i posti di lavoro persi.

Ho come l'impressione che le imprese sappiano come aggirare l'art 18.
Chiudono e riaprono (20%). Il saldo attivo è basso (1.7%) ma solo per il numero delle imprese.
Il numero dei dipendenti coninvolti in questo giro non l'ho ancora trovato ma dovrebbe essere un paio di milioni in 5 anni.
Il saldo potrebbe anche essere negativo, come si legge da altri studi.
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Re: lavoro, la grande crisi

Messaggioda flaviomob il 10/04/2012, 14:09

vedi
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/04/ ... ta/194304/
http://www.ottopagine.net/common/interna.aspx?id=25677
--

Irisbus, ovvero quella che era la IVECO (Fiat) chiude e in Italia non si produrranno più autobus, in un periodo storico di forte rivalutazione del trasporto pubblico urbano.
Naturalmente se ne vanno dopo aver preso fior fior di soldi pubblici, per stabilimento e macchinari. Questa non è imprenditoria: è capitalismo di rapina.


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Re: lavoro, la grande crisi

Messaggioda flaviomob il 22/05/2012, 19:41

Ripresina FIAT in aprile, grazie alla Panda:

http://www.focus2move.com/item/76-itali ... t-standing


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Re: lavoro, la grande crisi

Messaggioda trilogy il 08/06/2012, 10:39

In pratica, l'industria privata è in fase di estinzione :?

Roma, 8 giu. - (Adnkronos) - Ad aprile 2012 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell'1,9% rispetto a marzo. Lo comunica l'Istat sottolineando come nel trimestre febbraio-aprile l'indice è diminuito del 2,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Su base annua il calo è del 9,2% mentre nella media dei primi quattro mesi dell'anno la produzione è diminuita del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad aprile 2012, variazioni su base annua negative in tutti i comparti. La diminuzione più marcata riguarda il raggruppamento dei beni intermedi (-12,8%) ma anche gli altri comparti presentano cali significativi: del 7,9% i beni di consumo, del 6,2% i beni strumentali e del 3,8% l'energia. Rispetto ad aprile 2011 l'unico settore in crescita è quello dell'attività estrattiva (+6,5%). Le diminuzioni più ampie si registrano per i settori della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-15,6%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-14,7%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-12,1%) e della fabbricazione di prodotti chimici (-10,3%).
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