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"Fermati, o sole!" Il governo e la benzina

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"Fermati, o sole!" Il governo e la benzina

Messaggioda franz il 12/05/2012, 8:33

Un'ottima e completa analisi di Carlo Stagnaro sul prezzo attuale della benzina in Italia.



http://noisefromamerika.org/articolo/fe ... no-benzina

11 maggio 2012 • carlo stagnaro

Qualche giorno fa il governo ha chiesto ai petrolieri di ridurre di 4-5 centesimi il prezzo della benzina. Il prezzo è giusto?

Il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, è sceso in campo per chiedere alle compagnie petrolifere di ridurre i prezzi dei carburanti: "Il governo si aspetta da oggi stesso una riduzione dei prezzi del carburante di almeno 4-5 centesimi al litro, oltre alla riduzione di 2 centesimi già avvenuta". L'obiettivo di questo post è spiegare (a) che questo invito da parte del governo e' quantomeno inappropriato; (b) che anche senza inviti del genere il governo ha tutti gli strumenti per far calare, più o meno rapidamente, il prezzo del pieno; (c) che quello che il governo sarebbe intenzionato a fare è, diciamo cosi', una cazzata.

De Vincenti è uno studioso serio e preparato e conosce benissimo tutte le cose che sto per dire. Eppure il governo, intimando ai petrolieri di tagliare i listini, è andato ben al di là delle sue funzioni. Infatti, l'esecutivo non ha alcun potere nella determinazione dei prezzi dei carburanti: i prezzi sono liberi di fluttuare dal 1994. Dunque non si capisce a che titolo il ministero dello Sviluppo economico possa chiedere a un settore di ridurre i prezzi dei propri prodotti, in termini medi, di una certa quantità. Non succede per le scarpe, non succede per il pane, non succede per le camere di albergo, non dovrebbe neppure succedere per la benzina. Al massimo si potrebbe sostenere che il governo, in qualità di azionista di riferimento del market leader, cioè l'Eni con poco meno di un terzo del mercato, potrebbe fare pressioni su di esso. Tale mossa, però, implica un'intrusione pesante nella politica aziendale e, di conseguenza, un calo della credibilità del titolo. In quel caso, infatti, l'obiettivo implicito del management non sarebbe più quello di massimizzare gli utili ma quello di massimizzare gli utili sotto il vincolo di massimizzare la popolarità di uno degli azionisti. Non sarebbe la prima volta, d'altronde, che l'intreccio tra controllante e controllato spinge ora l'azienda ad agire nell'interesse della politica, ora la politica nell'interesse del monopolio (su quest'ultimo punto, però, il governo Monti si è riscattato, almeno in parte). Ma è un altro discorso.

Assodato che il governo non dovrebbe intervenire sul tema, si può obiettare: e allora chi deve farlo? Per rispondere bisogna capire da quali variabili dipenda l'andamento dei prezzi (medi) dei carburanti. Le componenti sono tre: la fiscalità, il "costo della materia prima" (che si scambia sui mercati internazionali ed è stimato attraverso l'indice Platts Cif Med, che incorpora tra l'altro i margini di raffinazione), e il "margine lordo", che serve a remunerare tutti i costi di stoccaggio, logistica, distribuzione primaria e secondaria, oltre naturalmente al profitto delle compagnie e dei gestori degli impianti.

Segue, con tabelle e dettagli su http://noisefromamerika.org/articolo/fe ... no-benzina
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