LA CRISI, IL LAVORO
Istat: divario salario-prezzi al record dal '95
Le retribuzioni del 2011 ai minimi da 12 anni
Gli stipendi cresciuti dell'1,8% nell'ultimo anno: crescita tornata ai minimi dal 1999. Il differenziale con l'inflazione all'1,9%
MILANO - A dicembre la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,4%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, ha toccato una differenza pari a 1,9 punti percentuali. Si tratta del divario più alto dall'agosto del 1995. Lo rileva l'Istat. Le retribuzioni contrattuali orarie a dicembre restano ferme su novembre mentre aumentano dell'1,4% su base annua. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che il valore tendenziale è il più basso dal marzo del 1999.
26 gennaio 2012 | 11:30
http://www.corriere.it
Divario record tra inflazione e retribuzioni
La fiducia dei consumatori ai minimi da '96
Nelle rilevazioni Istat, a gennaio, l'indice è rimasto allo stesso livello di dicembre a 91,6 punti contro una previsione di crescita a 92 punti. L forbice tra l'aumento dei salari (+1,8%) e dei prezzi (+2,8%) raggiunge un divario pari a 1 punto percentuale, massimo dal 1995
MILANO - L'aumento delle retribuzioni va al rilento, l'inflazione corre e la fiducia dei consumatori è ai minimi dal 1996. E' il quadro dell'Italia tracciato dall'Istat che racconta un Paese in difficoltà. A gennaio la fiducia dei consumatori resta stabile a 91,6, lo stesso livello gia' registrato a dicembre, che corrisponde al valore più basso dal 1996, ovvero dall'inizio delle serie storiche confrontabili. La previsione era, invece, per una crescita a 92 punti. Lo rileva l'Istat sottolineando come la stabilità "capiti di rado" nelle rilevazioni sulla fiducia e che, comunque, deriva da un "andamento abbastanza diverso" delle due componenti principali, quella relativa allo scenario economico, che peggiora (da 77,1 a 75,3), e la dimensione riferita alla situazione personale, familiare, degli intervistati, che, invece, migliora (da 97,3 a 97,9).
Guardando alle altre variabili, a gennaio scende al livello più basso dal 1996 anche l'indice che misura le previsioni a breve termine (da 82,5 a 78,4), mentre sale quello relativo alla situazione corrente, ovvero attuale (da 98,4 a 102,3). In particolare, si deteriorano le aspettative sull'andamento generale dell'economia italiana (il saldo scende da -56 a -67) e segnano una forte crescita le aspettative di disoccupazione (da 87 a 97 il saldo delle risposte), in altre parole la percezione è per un aumento della quota di persone in cerca di lavoro. Quanto ai prezzi al consumo, il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente aumenta da 65 a 69 e quello sull'evoluzione nei prossimi dodici mesi diminuisce da 58 a 57. A livello territoriale, il clima di fiducia dei consumatori migliora nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno, mentre peggiora nel Nord-est e al Centro.
Salari. Sul fronte delle retribuzioni contrattuali orarie a dicembre sono rimaste ferme su novembre mentre sono aumentate dell'1,4% su base annua, il valore tendenziale è il più basso dal marzo del 1999 che allarga così la forbice tra l'aumento dei salari e il livello d'inflazione (+3,3%), arrivato a una differenza di 1,9 punti percentuali: il massimo dall'agosto 1995.
Per quanto riguarda le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2011 sono aumentate dell'1,8% rispetto all'anno precedente, la crescita media annua più bassa dal 1999. Nell'intero anno la differenza tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,8%) e il livello d'inflazione (+2,8%) raggiunge un divario pari a 1 punto percentuale, lo scarto più forte dal 1995.
(26 gennaio 2012) www.repubblica.it
Noto che la stampa nostrana continua a confondere prezzi al consumo (o costo della vita) con inflazione, usando i due termini come sinonimi.
Un buon sistema per incrementare le retribuzioni senza gravare sui costi aziendali è diminuire il cuneo fiscale, cosa possibile già l'anno prossimo vista la riforma delle pensioni attuata dal governo nella fase iniziale.