Per la Bce le banche europee rischiano di svalutare 360 miliardi sui prestiti alle famiglie e alle imprese
L'aumento dei costi del finanziamento, dovuto alla crisi del debito sovrano nell'Eurozona, comporta una serie di conseguenze che «avranno un impatto negativo sulla ripresa e sulla crescita potenziale dell'economia» dell'area. Così la Bce nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, spiegando che a sua volta questo si rifletterà sulla performance del sistema finanziario. I conti pubblici dell'Eurozona hanno toccato un nuovo record negativo nel periodo 2008-2010 come conseguenza della crisi finanziaria e questo può portare a «squilibri economici quali deficit delle partite correnti e pressioni inflative».
L'aumento del fabbisogno di finanziamento dei Governi e la minore fiducia dei mercati nella sostenibilità dei conti pubblici ha fatto salire rendimenti e spread dei bond governativi in alcuni paesi dell'Eurozona e, di conseguenza, i costi del finanziamento. Questo, scrive la Bce, «peggiora il rischio generale a livello di tassi per il sistema finanziario e rende potenzialmente più difficile una spesa pubblica orientata alla crescita, così come il flusso degli investimenti privati».
Le svalutazioni aumentano
Le banche di Eurolandia rischiano di dover svalutare di 360 miliardi di euro i prestiti concessi a imprese e famiglie fra il 2007 e il 2010. La stima è della Bce, che ha aumentato di cinque miliardi, rispetto allo scorso anno, il conto delle possibili perdite dovute alla crisi iniziata con i mutui 'subprimè Secondo le stime di Eurotower, le banche dell'area euro hanno accantonato fra il 2007 e il 2009 238 miliardi di euro a copertura delle perdite dovute al peggioramento della qualità del credito. Un fenomeno accentuato dall'elevata disoccupazione, che sta causando un aumento delle insolvenze su mutui e prestiti. «Questo - spiega la Bce sottraendo la cifra alle sue stime per il quadriennio 2007-2010 - significa che le banche di Eurolandia dovranno accantonare altri 123 miliardi per il 2010».
Decisamente inferiore, invece, la stima sulle perdite di valore dei titoli finanziari nel portafoglio degli istituti di credito: grazie all'apprezzamento di molte attività e al calo degli spread sui prodotti del credito strutturato (come le obbligazioni garantite da mutui), la Bce ha tagliato a 155 miliardi (43 miliardi in meno rispetto a dicembre scorso) le svalutazioni accumulate fra il 2007 e il 2010.
Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 20:54.
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