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Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

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Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda franz il 03/03/2010, 9:40

Previsto un arbitrato invece del giudice per risolvere le controversie
fra lavoratori e datori di lavoro. La Cgil: "E' peggio che nel 2002"

Licenziamenti, arriva la legge
per aggirare l'articolo 18

ROBERTO MANIA

ROMA - Aggirare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che tutela dal licenziamento senza giusta causa, e anche altre norme della nostra legislazione sul lavoro. Ma senza dirlo, almeno direttamente. La nuova legge sul processo del lavoro presentata dal governo è ormai a un passo dall'approvazione: questa settimana dovrebbe concluderne l'esame la Commissione Lavoro di Palazzo Madama, subito dopo sarà l'Aula a dare il via libera definitivo dopo quasi due anni di navetta tra Camera e Senato.

In quel testo (il disegno di legge 1167-B) c'è scritto che le controversie tra il datore di lavoro e il suo dipendente potranno essere risolte anche da un arbitro in alternativa al giudice: o l'uno o l'altro. Un cambiamento radicale rispetto alla tradizione giuridica italiana, dove c'è sempre stata una forte diffidenza nei confronti dei lodi arbitrali di stampo anglosassone. Un affievolimento di fatto delle tutele a favore del lavoratore, la parte oggettivamente più debole in questo tipo di controversie. E anche, appunto, un superamento dell'articolo 18, come di altri vincoli legislativi. Perché di fronte a un licenziamento l'arbitro deciderà "secondo equità". "Secondo la sua concezione di equità, non secondo la legge", commenta preoccupato Tiziano Treu, senatore del Pd, ex ministro del lavoro, giuslavorista non certo un massimalista visto che porta il suo nome il primo pacchetto sulla flessibilità. Eppure Treu è tra i firmatati di un appello ("Fermiano la controriforma del diritto del lavoro") contro il disegno di legge del governo giudicato "eversivo rispetto all'intero ordinamento giuslavoristico". Tra i firmatari il giurista di Bologna Umberto Romagnoli, il sociologo torinese Luciano Gallino, l'ex presidente dell'Inps Massimo Paci. Un appello che però resterà nel vuoto.

La norma è davvero complessa. In sostanza - modificando l'articolo 412 del codice di procedura civile - si prevedono due possibilità tra loro alternative per la risoluzione delle controversie: o la via giudiziale oppure quella arbitrale. Già nel contratto di assunzione, anche in deroga ai contratti collettivi, potrebbe essere stabilito (con la cosiddetta clausola compromissoria) che in caso di contrasto le parti si affideranno a un arbitro. Strada assai meno garantista per il lavoratore che in un momento di debolezza negoziale (quello dell'assunzione, appunto) finirebbe per essere costretto ad accettare. E il giudizio dell'arbitro sarà impugnabile esclusivamente per vizi procedurali.

"Questa volta - sostiene Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil - è peggio rispetto al 2002: allora l'attacco all'articolo 18 fu diretto ed era semplice spiegarlo ai lavoratori. Ora l'aggiramento va ben oltre l'articolo 18 impedendo addirittura di arrivare al giudice del lavoro". Di "approccio chirurgico", parla l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano (Pd). "Si fanno le "operazioni" - aggiunge - senza andare allo scontro frontale". Preoccupata anche la Cisl, dice il segretario Giorgio Santini: "Non abbiamo pregiudizi nei confronti dell'arbitrato, ma ora spetta alla contrattazione fissare i paletti di garanzia per l'esercizio dell'arbitrato". La legge infatti rinvia a un accordo tra le parti che però se non arriverà entro un anno lascerà spazio a un decreto del ministro del Lavoro. Ma per Giuliano Cazzola (Pdl), relatore del disegno di legge alla Camera: "bisogna smetterla di considerare i lavoratori come dei "minus habens", incapaci di scegliere responsabilmente e consapevolmente un percorso giudiziale o uno stragiudiziale (l'arbitrato, ndr), per dirimere le loro controversie di lavoro".

(03 marzo 2010)
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda Robyn il 16/03/2010, 10:34

L'art 18 riguarda solo una minoranza di lavoratori per cui questa è una battaglia inutile.Si tratta alla fin fine di leggi contro le famiglie dei lavoratori.Anche la Biagi và rivista.Vanno assolutamente introdotti gli ammortizzatori e combattuta la precarietà ed in tal senso il lavoro flessibile deve costare di più di quello stabile.La destra di giorno fà la baciapile al clero di notte in parlamento,con la precarietà,fà leggi contro la famiglia Ciao Robyn
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda franz il 20/03/2010, 12:52

Pro:
http://www.libertiamo.it/2010/03/19/arb ... ella-cgil/
http://brunoleonimedia.servingfreedom.n ... _Bozzi.pdf
e contro:
http://www.pietroichino.it/?p=7610
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001595.html


In sintesi, l'arbitrato in materia di lavoro funziona da tempo in 14 paesi europei e funziona in Italia da 10 anni nel pubblico impiego (La base normativa del CCNQ del 2001 è l’art.412 ter c.p.c che stabilisce che i CCNL possano prevedere la facoltà per le parti di deferire ad arbitri la decisione su una controversia di lavoro, in alternativa al ricorso al Giudice del lavoro).
Al momento dell'arbitraggio le parti devono scegliere insieme l'arbitro (questo minimizza le paure che la scelta del metodo al momento della firma del contratto di lavoro esista una parte piu' debole) ma la vera rivoluzione sta in questo concetto, espresso da Ichino (pur per criticarlo):
I poteri dei giudici vengono poi comunque limitati con l’introduzione di alcuni paletti.
In primo luogo il giudice non potrà più entrare nel merito delle decisioni aziendali, contestando le scelte operate dall’impresa, ma dovrà limitarsi all’accertamento del presupposto di legittimità dei singoli atti posti in essere.

Trovo del tutto scorretto (e molto "sovietico") che un giudice invece di sindacare cosa è lecito e cosa no non lo è, sulla base delle leggi vigenti, possa sindacare nel merito delle decisioni aziendali. Ma tutto sommato questo è lo sport nazionale, in un'Italia in cui pochi sanno fare il loro mestiere ma tutti soni bravissimi nel contestare il lavoro altrui.
Al lunedi' siamo tutti arbitri ed allenatori perfetti. A parole.
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda Robyn il 21/03/2010, 13:23

Articolo 18 ,arbitrato,non sono problemi.Il problema urgente è la precarietà.Per combattere la precarietà il lavoro flessibile deve costare di più di quello stabile.Non sò se l'attuale normativa più o meno interpreti l'idea di Biagi.Quando sono state fatte alcune modifiche è stato tolto lo staff leasing.Lo staff leasing anche se prevedeva l'assunzione a tempo indeterminato era stato fatto male perche tramite agenzia interinale.Invece lo staff leasing doveva riguardare alcuni campi dell'economia in cui doveva esserci l'azienda madre e le affiliate tutto dello stesso campo di lavoro.Naturalmente i contatti a tempo determinato oltre a non essere inferiori ai quattro mesi devono costare di più,e questo deve valere per le varie tipologie contrattuali.Esistono poi gli ammortizzatori sociali.Questi vanno profondamente riformati e non possono esserre una corsa ad ostacoli come pensa il ministro Sacconi.Il lavoratore deve avere l'80% dell'ultima retribuzione percepire l'assegno per 12 mesi se ha un'età inferiore ai 50 anni,e 24 mesi per un'età superiore comprensivi di contributi pieni.Con la precarietà si è danneggiata un'intera generazione.Per quelli dovrebbero risultare contributi pagati anche se non hanno lavorato ,così rimediamo ai danni fatti dalla destra Ciao Robyn
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda franz il 21/03/2010, 18:41

Robyn ha scritto:Articolo 18 ,arbitrato,non sono problemi.Il problema urgente è la precarietà.Per combattere la precarietà il lavoro flessibile deve costare di più di quello stabile.

Forse già basterebbe che costasse uguale ed il problema sarebbe risolto.
Non converrebbe pagare lo stesso una persona capace ma che puo' andarsene da un momento all'altro
Se uno è bravo, me lo tengo stretto: a partità di costi è meglio assumerlo a tempo indeterminato.
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda Robyn il 22/03/2010, 11:01

Il problema è che i datori di lavoro fanno un'abuso di questa legge proprio per il fatto che il lavoro flessibile costa meno di quello stabile.La situazione negli altri paesi europei non è così.In Francia addirittura il mercato del lavoro è molto rigido,in Inghilterra che è il paese della flessibilità la precarietà non è ai livelli italiani.Il fatto che il lavoro flessibile costerebbe di più di quello stabile costringerebbe i datori di lavoro ad usare la flessibiltà solo nei casi in cui serve.Bravi o non bravi il discorso si capovolge.Anche il lavoratore ha il diritto ad avere un datore di lavoro capace è che merita.Se non mi sai valorizzare ho il sacrosanto diritto ad andarmene e a cambiare lavoro.Ma questo è un'aspetto quasi irrilevante.Sono in gioco invece altri fattori importanti come l'indipendenza e l'autonomia della persona,l'unità del tessuto familiare nel nostro paese,la domanda interna di beni e servizi,i trattamenti pensionistici di domani.Noi siamo il solo paese europeo a fare ragionamenti astrusi ed incomprensibili.Quello che si vede in Italia in altri paesi europei non si vede neanche lontanamente.I rapporti di lavoro attualmente sono troppo sbilanciati verso la parte più forte che sono i datori di lavoro.Questa situazione và riequilibrata.Il lavoro flessibile deve costare di più di quello stabile e deve avvenire che chi è al momento in una situazione di flessibilità deve guadagnare di più di chi ha un lavoro stabile proprio per compensare questo svantaggio.Poi come realizzare i costi differenziati tra lavoro stabile e flessibile è un'altro discorso.Si può diminuire il costo del lavoro stabile agendo sui contributi e sul cuneo fiscale e contemporaneamente aumentare il costo del lavoro flessibile.Ma l'aumento del costo del lavoro flessibile deve avere ricadute positive sul reddito del lavoratore che è al momento flessibile Ciao Robyn
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda franz il 22/03/2010, 12:06

Robyn ha scritto:Il problema è che i datori di lavoro fanno un'abuso di questa legge proprio per il fatto che il lavoro flessibile costa meno di quello stabile.La situazione negli altri paesi europei non è così.

Chiarissimo. Infatti negli altri paesi europeri, oltre a non esserci un equivalente dell'ar 18, che spezza il mercato del lavoro in due (tutelati e non), gli oneri sociali sono sostanzialmente equivalenti tra lavoro dipendente ed indipendente, cosa che impedisce gli abusi che citi. Anche le imposte sono essenzialmente le stesse, a parità di reddito imponibile.
La soluzione è rendere uguale il costo degli oneri sociali ... ma apriti cielo .. i primi a non volere questo sarebbero gli indipendenti. Finirebbero per pagare troppo (come un lavoratore, quindi circa il 42~43%)
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda Robyn il 22/03/2010, 20:06

L'art 18 anche se riguarda una esigua minoranza di lavoratori deve rimanere.Infatti l'art 18 ha creato una rete di piccole, medie e piccolissime imprese,si è cioè praticamente determinata una situazione in cui non c'è monopolio nell'economia ,in cui il potere economico non è concentrato nelle mani di pochi.L'abolizione potrebbe ricondurci ad una situazione di monopolio in cui essendo pochi ad avere il potere economico lo esercitano in modo ricattatorio.In merito alla flessibilità,questa,deve costare più del lavoro stabile.Questo diminuisce la precarietà è fà in modo che chi è momentaneamente flessibile guadagni di più di chi è fisso.In qualche modo viene compensato un disequilibrio tra chi ha il lavoro stabile e chi no.In merito agli autonomi non può esserci nessuna discriminazione.Autonomi e lavoro subordinato devono essere soggetti alla stessa imposizione ma in misura accettabile Ciao Robyn
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Re: Licenziamenti, arriva la legge per aggirare l'articolo 18

Messaggioda franz il 22/03/2010, 21:19

Robyn ha scritto:L'art 18 anche se riguarda una esigua minoranza di lavoratori deve rimanere.Infatti l'art 18 ha creato una rete di piccole, medie e piccolissime imprese,si è cioè praticamente determinata una situazione in cui non c'è monopolio nell'economia ,in cui il potere economico non è concentrato nelle mani di pochi.L'abolizione potrebbe ricondurci ad una situazione di monopolio in cui essendo pochi ad avere il potere economico lo esercitano in modo ricattatorio.

Paura la tua assolutamente infondata. In Europa assistiamo agli stessi fenomeni di polverizzazione (piccole e medie imprese in crescita, grandi imprese in calo) anche se non esiste alcuna barriera basata sul numero degli addetti. In ogni caso i monopoli pericolosi li poi comunque affrontare e ridurre con le normative antitrust. Come si fa ovunque.
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