Intervento del presidente della Cir al forum estivo di Symbola
Realacci: "La politica sia all'altezza delle sfide da affrontare nei prossimi anni"
De Benedetti: "Basta con le pezze
serve un'idea sul Paese del futuro"
MONTEFALCO (Perugia) - Non è più il momento di affrontare la crisi economica e tutti gli altri problemi che affliggono l'Italia in modo approssimativo: urge un progetto, basato su "un ragionamento sistematico e complessivo su quello che dovrà essere il nostro Paese da qui a venti anni". A sostenerlo, in un intervento nel corso del forum estivo di Symbola a Montefalco (Perugia), è il presidente del gruppo Cir Carlo De Benedetti.
"I problemi italiani vengono affrontati solo con i 'tacconi' (toppe, in senso traslato rimedi affrettati e parziali, ndr) - ha detto De Benedetti - mentre ci vorrebbe un progetto complessivo, un'idea di nazione che non c'è, un'idea di Paese che non c'è. Parlo dei politici, ma anche degli imprenditori che pensano di risolvere le cose mettendo le pezze. Invece non è così perché il mondo non è più quello di cinquanta anni fa".
Tanto più in presenza di una pesante crisi economica che, ha ribadito il presidente della Cir, durerà ancora a lungo. Ma che sembra affliggere in particolar modo l'Italia, mentre altri Paesi vanno avanti. In pochi anni, ha ricordato infatti l'ingegnere, 2 miliardi di persone, tra Cina e India, hanno iniziato ad integrarsi con il mondo occidentale: consumano energia, beni, producono tecnologie ed hanno gli stessi stili di vita. Per competere ed avere un ruolo in questo nuovo scenario, l'Occidente e anche l'Italia devono reinventare un sistema Paese.
"Io mi chiedo - ha aggiunto Carlo De Benedetti - chi sta pensando a questo? Qualche settimana fa sono stato chiamato da un ministro della Svizzera. Quella nazione vuole conservare l'esistente, ma sentono l'esigenza di reinventare una nuova missione per quel Paese. Allora stanno chiedendo consigli a personaggi della finanza e dell'imprenditoria internazionale".
Per l'Italia, secondo il presidente del gruppo Cir, manca chi si occupa di questa visione strategica e prospettica. Un lavoro che non può essere concluso in una legislatura, ma che deve durare dai quindici ai venti anni. "Noi - ha concluso- abbiamo un patrimonio unico, irripetibile, che non ha concorrenza. E' un vantaggio colossale che dobbiamo sfruttare. L'altro fattore dal quale dipenderà il futuro di un Paese è la qualità del capitale umano".
I cervelli, il grado di conoscenza, dunque, saranno l'elemento differenziale nella corsa che si scatenerà nei prossimi anni tra i Paesi sviluppati. "Questi due fattori, se sappiamo utilizzarli e valorizzarli - ha ribadito De Benedetti - potranno darci un vantaggio competitivo, ma bisogna iniziare un ragionamento sistematico e complessivo su quello che dovrà essere il nostro Paese da qui a venti anni. Le classi dirigenti hanno questa responsabilità".
Si è dichiarato d'accordo con l'analisi il presidente di Symbola, Ermete Realacci, ministro ombra dell'Ambiente: "La politica - ha dichiarato Realacci - deve cambiare marcia per essere all'altezza della sfida che il Paese deve affrontare. Finora non lo ha fatto. Ci sono strumenti, anche a costo zero, per attivare un sistema virtuoso a favore dell'economia e delle imprese". Il riferimento è al controllo dei marchi, alla lotta al dumping sociale e ambientale, dalla responsabilità sociale alla tutela dei diritti. Nella due giorni di Symbola si è ragionato proprio di questa idea di Italia.
"Quella di un Paese - ha continuato Realacci - che, nonostante i suoi enormi ed evidenti limiti, conserva grandi capacità di competere, grazie anche ad un sistema di piccole e medie imprese che ce l'hanno fatta, talvolta tornando anche indietro rispetto ai processi di delocalizzazione, scommettendo sulla qualità. Meno volumi e più valore. In tutti i campi: dall'agroalimentare al tessile, dalle calzature alla meccatronica, dalla nautica ai mobili. Puntando anche sul richiamo positivo che ancora presenta nel mondo il marchio Italia, per quanto evoca, legato anche alla sua identità, al patrimonio storico-culturale, alla bellezza, alla qualità della vita".
(19 luglio 2008)
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