Un colpo alla Coop: il blitz del governo cambia la tassazione
Dopo il parere dell’Unione Europea, il governo ha inserito a sorpresa nel decreto fiscale di giugno novità che colpiscono solo la cooperazione di consumo: più tassazione sugli utili e imposte più alte sul prestito da soci
in collaborazione con Consumatori
di Dario Guidi
Un blitz che danneggia le Coop, un blitz senza preavviso che, di fatto, andrà a colpire esclusivamente le Coop di consumo e che, peserà per svariati milioni di euro già sull’anno in corso (fare stime precise è ovviamente impossibile, anche perché al momento in cui scriviamo il testo del decreto non è ancora stato pubblicato e in secondo luogo perché l’onere economico è legato in larga parte alla quantità degli eventuali utili con cui si chiuderanno i bilanci 2008).
Quel che è certo è la decisione del governo Berlusconi di inserire nello sterminato decreto fiscale, che anticipa la manovra ed i contenuti della prossima Finanziaria, tre misure che vanno a colpire il prelievo fiscale sulle cooperative (aumentando dal 30 al 55% la quota di utili che viene tassata) e l’istituto del prestito sociale (nel quale la tassazione sugli interessi percepiti dal socio passa dal 12,5% al 20%). La terza misura consiste in un prelievo del 5% sugli utili netti delle cooperative a mutualità prevalente che abbiano un prestito sociale di almeno 50 milioni di euro (questo prelievo andrà ad alimentare il fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti). Non a caso il presidente di Legacoop Giuliano Poletti le ha definite misure “pesanti e ingiuste”, mentre di “accanimento fuori luogo” ha parlato il presidente di Confcooperative Luigi Marino.
Ma vediamo di ricostruire meglio una vicenda che per essere compresa va intrecciata strettamente con il ricorso all’Unione Europea presentato nei mesi scorsi da Federdistribuzone (che associa le catene private concorrenti di Coop, che vanno da Esselunga alle multinazionali francesi come Carrefour e Auchan). In questo ricorso, che contestava l’intera normativa italiana sulla cooperazione, si diceva esplicitamente che il problema era però solo Coop, ormai da anni prima catena della grande distribuzione in Italia.
Dopo lunghe discussioni nei palazzi europei, il 17 giugno scorso la commissaria europea per la concorrenza Neelie Kroes ha scritto al governo italiano sollevando dubbi sulla normativa esistente, ma scegliendo di non avviare una procedura di infrazione bensì esplicitando la volontà di avviare una trattativa col governo su un tema complesso e delicato, sia per le ricadute che potrebbe avere sugli altri paesi, sia perché in Italia la cooperazione gode di un esplicita tutela costituzionale attraverso l’articolo 45 della carta fondamentale (il cui testo è “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”).
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E proprio su alcuni dei quesiti sollevati dall’Unione europea si è infilato con la rapidità del fulmine il governo che, senza alcun confronto nè discussione preventiva, ha usato il decreto fiscale su cui stava lavorando per infilarci le norme che colpiscono quasi esclusivamente le Coop di consumo. Un punto estremamente delicato della vicenda è che ora, se da un lato ci sono maggiori oneri fiscali già sicuri, resta invece l’incertezza sulla vertenza con la Ue che non è dato sapere se e in che misura condivida i provvedimenti adottati dal governo.
“Con la cooperazione di consumo – spiega il presidente di Legacoop Giuliano Poletti – si colpisce un settore fondamentale del movimento cooperativo italiano che associa quasi sette milioni di soci, e svolge un ruolo importante di calmieramento dei prezzi, di innovazione, e di difesa della concorrenza in un mercato che sarebbe altrimenti dominato dalle grandi catene straniere della distribuzione commerciale. Ad aumentare l’iniquità delle misure è il fatto che l’imposta straordinaria a favore del “fondo di solidarietà per i cittadini meno abbienti”, per come è congegnata, determinerà una netta sperequazione competitiva a vantaggio dei concorrenti di Coop. Che lo sviluppo delle cooperative di consumo possa essere mal visto dalla concorrenza è cosa nota. Desta sconcerto e preoccupazione che questa linea venga fatta propria da un governo che ha posto come punto centrale del suo programma la promozione della competitività del sistema produttivo nazionale”. Ma che fare dunque di fronte a questo? “Legacoop – spiega Poletti - si è già attivata per promuovere col governo e con tutti i gruppi parlamentari un confronto serio e approfondito su queste misure, in modo che esse vengano corrette nel prossimo passaggio parlamentare”.
Già perchè il decreto per diventare legge dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni (cioè più o meno entro fine agosto). Anche dal punto di vista di Confcooperative, l’intervento del governo segna un altro passo verso l’erosione progressiva delle specificità dell’ordinamento civilistico-Fiscale delle cooperative. “Non si è tenuto conto – spiega il presidente Luigi Marino - che gli aspetti normativi specifici sono stati riconosciuti alle cooperative in virtù del fatto che sono imprese che non hanno obiettivi lucrativi. L’idea di avvicinare le cooperative alle spa – cioè trattare in modo uguale cose diverse – è, nel migliore dei casi, un equivoco”.
«Siamo di fronte a un insieme di iniziative – spiega ancora Marino – intraprese anche per venire incontro alle richieste della UE (frutto forse più di pressioni che di ragioni). Tuttavia, almeno una delle tre norme, quella riferita al fondo per gli indigenti, così come si configura, suscita l’impressione di un accanimento fuori luogo. Confidiamo in una loro modifica e speriamo che questi ulteriori sacrifici valgano a dare stabilità normativa alla cooperazione, settore cui si mette mano troppo frequentemente, per evitare che vengano vanificati gli sforzi che le cooperative fanno in termini di occupazione e competitività».
http://www.emilianet.it/Sezione.jsp?idS ... ioneRif=12
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Strano che a tutt'oggi nessuno si sia accorto di tutto questo e non abbia sentito il dovere di inserirlo anche in questo forum. Perlomeno,io, non me ne sono accorto.
Ho inserito di proposito questo mio primo topic all'interno dell '"argomento importante " poiche' ritengo primario capire se esiste ancore un unico intento di idee per poter proseguire su quei obiettivi che l'livo inizialmente si era dato(?). Contrariamente posso capire il perche' di tutte queste divisioni
un salutone