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Rivolta delle mail: il 30% in meno in busta paga nel 2009
I sindacati sulle assenze-malattia: già tutto previsto per legge
Cancellati i premi agli statali
tagli fino a 9000 euro a testa
di BARBARA ARDÙ
ROMA - Paolo, dipendente del ministero dell'Economia, alla prima busta paga del 2009 suderà freddo. Parte del suo stipendio si sarà volatilizzata. Circa 450 euro in meno. È una media, ma un Paolo in carne e ossa ci sarà. E ci sarà anche un medico, un tal dottor Francesco, di quelli che lavorano in dogana per esempio, che rischierà l'infarto. Lui potrebbe trovarne anche 750 in meno. La denuncia è della Cgil, che ha fatto i conti di quanto costerà a oltre 200mila lavoratori di ministeri e di alcuni enti pubblici, il blocco di leggi che nel tempo sono andate a costituire il cosiddetto "salario accessorio". Paolo, per esempio, quei 500 euro li prendeva grazie a una norma del 2003, che stabiliva incentivi per la lotta all'evasione. Una legge che Tremonti ha deciso di "disapplicare" per tutto il 2009. E così ha fatto con tutte le altre che riguardano ognuna un diverso ministero, votate in epoche diverse e per motivi diversi.
Ieri una valanga di mail è arrivata nelle redazioni di quotidiani e agenzie di stampa e anche in Parlamento: centinaia di pubblici dipendenti inviperiti denunciano un taglio della loro busta paga che arriva in molti casi fino al 30%. Sulla retribuzione complessiva annua, si va infatti da un minimo di 280 euro a un massimo di 9.500 euro.
"È una distruzione netta di stipendio - denuncia Michele Gentile, segretario Funzione pubblica Cgil, che non crede alle promesse di Brunetta. "Il ministro assicura che quei soldi verranno redistribuiti meglio. Io non ci credo. Il pubblico impiego partecipa per circa 3 miliardi al risanamento e 747 milioni che oggi finivano nelle buste paga dei lavoratori, nel 2009 non ci saranno più". Un anno di sacrifici. perché già nel 2010 le cose miglioreranno. Quei fondi verranno ripristinati, ma sempre con un taglio del 20 per cento. L'ipotetico Paolo dunque perderà "solo" 143 euro o giù di lì.
La tabella elaborata dalla Cgil è abbastanza semplice. Ci sono indicati ministeri ed enti, le leggi che aumentavano il cosiddetto "salario accessorio", quello che entrava alle varie amministrazioni e che finiva in busta paga, il numero dei dipendenti che ne usufruivano e il taglio annuo pro-capite sullo stipendio del 2009. I più "fortunati" sono i dipendenti del ministero del Welfare, che dovranno rinunciare a circa 274 euro l'anno. Alla Salute, al contrario, c'è chi piangerà e saranno soprattutto medici. Il "taglio" medio è di circa 9.467 euro l'anno. Andrà decisamente meglio ai lavoratori del ministero della Difesa (316 euro) o a quelli delle Comunicazioni (456 euro).
Certo è una tabella costruita su medie: l'usciere di un ministero perderà certo meno di un funzionario, ma certo lo stipendio non sarà più lo stesso per tutto il 2009. E i tagli sembrano non fermarsi qui. C'è anche una riduzione dei fondi previsti per la contrattazione integrativa, fondi che erano già bloccati dal 2004 e che adesso vengono tagliati del 10 per cento. Il caso di un insegnante, per esempio, che se partecipa a un progetto diverso dal suo lavoro quotidiano si ritrovava qualche cosa di più in busta paga. Secondo la Cgil, "si tratta di una destrutturazione e conseguente demolizione dei servizi pubblici e del lavoro pubblico. E l'obiettivo è quello di demolire i contratti pubblici per poi passare a quelli privati".
C'è poi il capitolo malattie, l'altro asso nella manica del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta per combattere l'assenteismo. Una stretta che prevede una visita medica fiscale obbligatoria anche nelle assenze di una sola giornata e la decurtazione della parte variabile dello stipendio dopo i primi dieci giorni di assenza, per malattia o permessi.
( 19 luglio 2008)
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