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No Tav Firenze. Le ragioni di un progetto alternativo

Re: No Tav Firenze. Le ragioni di un progetto alternativo

Messaggioda lucameni il 03/12/2010, 23:10

http://notavfirenze.blogspot.com/2010/1 ... mpa-1.html

30 novembre 2010
Comunicato stampa 1

Il Sottoattraversamento TAV è un disastro annunciato


Il 1 dicembre 2010 alle ore 21 si terrà presso la sala dell'istituto Stensen, in viale Don Minzoni, un'assemblea pubblica per fare il punto sulla situazione dei lavori nei cantieri del sottoattraversamento TAV.

Durante la riunione saranno presentati i risultati degli studi dei tecnici che lavorano per conto dei ricorrenti. Questi lavori hanno permesso di approfondire la conoscenza dei rischi derivanti dall'opera che si stanno dimostrando sempre più seri.

La gravità della situazione è assolutamente sottostimata e taciuta, non solo per l'impatto sulla falda, ma anche per il mancato adempimento rispetto alle prescrizioni dell'Osservatorio Ambientale, per le incongruenze nei volumi di terra rimossa e per la mancanza di un luogo dove smaltirla, per il fatto che lo smarino prodotto, a giudizio dei tecnici, non sarà adatto al ripristino ambientale in Valdarno, ma da conferire in discarica; infine per il fatto che nella fase di scavo delle gallerie nelle zone di Via Masaccio e sotto la Fortezza i tecnici dei ricorrenti hanno rilevato che il “volume perso”, che poi si riflette nei cedimenti in superficie, sarà tale da non garantire addirittura l'inizio dello scavo.

Col procedere dei lavori si stanno per completare le paratie sotterranee nella stazione di campo di Marte (due mura di cemento armato alte circa 30 metri). Questo provocherà i temuti effetti dell'impatto sulla falda nella zona tra via Mannelli e via Masaccio dove potranno aversi, già dai prossimi mesi, cedimenti del terreno.

La particolare gravità della situazione sta inducendo alcuni cittadini a fare un ulteriore esposto alla Procura per presentare i nuovi elementi emersi.

Di seguito alcune brevi relazioni tecniche sulla situazione del progetto.


Il passante ferroviario fiorentino –Inquadramento delle problematiche in campo

- In nessun piano della mobilità e dei trasporti nazionali si dichiara che il Nodo Fiorentino della tratta TAV Milano – Napoli debba essere caratterizzato da “sottoattraversamento del centro urbano”.

- Il passante e nodo stazione devono offrire la migliore soluzione esistente dell’attraversamento TAV della città di Firenze

- Dobbiamo invece sottolineare :

1. l’assenza di qualsivoglia VAS (Valutazione Ambientale Strategica) sia per il Passante sia per la Stazione Foster,

2. l’assenza di VIA per la stessa Stazione Foster - circostanza ammessa ormai anche dalle massime istituzioni statali, che smentiscono clamorosamente quanto sostenuto nelle costituzioni RFI e NODAVIA, nel procedimento legale dei cittadini colpiti dal tracciato;

3. le carenze della stessa VIA, per quell’unico elemento che ne è dotato, cioè il Passante;

Oltre le rilevanti ricerche dell'ingegner Massimo Perini vorremmo far risaltare alcuni aspetti meno immediatamente evidenti:

- Occorre adoperare tecniche adeguate di assessment ambientale, cioè di consistente inquadramento ambientale del progetto nella predisposizione del SIA.

Gli scenari di assessment tridimensionale permettono di prefigurare il comportamento e la mutua interazione di tutti i componenti dell’ecosistema di sottosuolo: molti dei casi di crollo o disastro, ricordati nelle note della prof. Teresa Crespellani, originano da carenti analisi del sottosuolo, dovute ad indagini segnate da approcci parziali, sovente unicamente geotecniche, che dunque non coglievano “le relazioni, per esempio, tra stravolgimento delle falde e trasformazioni dell’assetto generale di sottosuolo, o tra nuovi volumi vuoti e ricomposizione delle masse solide e semifluide”. Tale tipo di analisi è invece assolutamente necessario nel caso in oggetto: la sua mancanza significa sottostima dei danni.

- gli impatti della fasi di cantiere e dei danni temuti sono tali da abbassare, fino ad azzerare, il valore economico delle abitazioni interessate. Per il titolare di un’abitazione il danno è doppio: alla non abitabilità, si aggiunge la non alienabilità. In alcuni casi (v. Balletta - Pillon, 2002) i valori patrimoniali sono rimasti bassi anche per lunghi periodi, oltre alla fase di cantiere.

- I danni epidemiologici alla salute e alla psiche delle persone sono ricordati nella relazione del Dott. Romani e sono dovuti alla congestione ed al traffico, nonché alle polveri di cantiere, alle enormi emissioni del “cementificio a cielo aperto” da realizzare nel cantiere Foster, ai rumori dovuti alle operazioni di cantiere ed in generale alla non vivibilità di tutta l’area interessata dalle opere

- La possibilità di assumere immediatamente soluzioni che ottimizzano le modalità di attuazione dell’opera ESISTE: essa è legata all’attuazione del progetto di superficie proposto dal Gruppo dell’ Università di Firenze. Le obiezioni dei resistenti RFI e NODAVIA sono risibili, se si pensa che i massimi consessi urbanistici nazionali ed internazionali hanno già apprezzato la soluzione di superficie come migliorativa anche dell’assetto urbanistico,funzionale e tipomorfologico, complessivo, con impatti ambientali pressoché nulli. Le posizioni dei Resistenti(RFI, Nodavia) sembrano, in tal caso, coprire la ferma intenzione, reiterata nel tempo, di non sposare tale soluzione: per motivi che evidentemente esulano da istanze di corretta razionalità economica, trasportistica, urbanistica e ambientale; e in generale programmatica.

A cura dei proff Alberto Ziparo e Roberto Budini Gattai


GESTIONE E SMALTIMENTO DELLE TERRE DI SCAVO

Il volume di terreno che verrà asportato dal sottosuolo (volume di terreno in banco) durante l’esecuzione delle opere della TAV è pari a 2'850'000 mc; poiché in seguito all’escavazione tale volume subirà un incremento stimabile mediamente intorno al 40%, il volume effettivo del materiale prodotto durante l’esecuzione delle opere della TAV è pari a circa 4'000'000 mc.

Il volume effettivo di materiale autorizzato per la formazione della duna schermo di Santa Barbara è di 1'350'000 mc (dimensioni in pianta 440x350 m - altezza 38 m) che corrisponde a poco più di 1'000'000 mc di terreno in banco.

In pratica quindi l’Osservatorio Ambientale ha autorizzato l’esecuzione delle sole opere (passante e stazione AV) che producono 1'350'000 mc di materiale scavato. Queste opere sono:

· Discenderia del Campo di Marte

· Galleria peri (direzione Bologna)

· Prescavo della stazione AV e opere geotecniche di pertinenza

La fresa con la quale vengono eseguite le gallerie trasforma il terreno in una ‘melma’ che, direttamente, non è idonea per realizzare la duna di S. Barbara. In pratica, la tecnica di scavo che verrà utilizzata e la procedura di smaltimento del materiale prodotto (smarino), daranno luogo ad un rifiuto speciale (a titolo di esempio si consideri che il materiale proveniente dagli scavi della “Linea C” della metropolitana di Roma, che interessa terreni simili e viene realizzata con lo stesso tipo di fresa, viene portato tutto a discarica).

1° conseguenza – La duna di S. Barbara deve essere considerata una discarica di rifiuti speciale inerti e quindi devono essere acquisite le necessarie autorizzazioni (attualmente l’intervento fa parte del recupero ambientale della miniera di S. Barbara)

2° conseguenza – Per conferire a S. Barbara tutto il materiale proveniente dagli scavi della TAV, la dimensione della duna deve essere più che raddoppiata rispetto a quella attualmente autorizzata. Poiché le caratteristiche meccaniche del materiale non consentono di aumentarne la pendenza dei fianchi (per rischio di frana), è necessario aumentare la superficie in pianta della duna, ma ciò appare impossibile per la presenza di vincoli sul territorio (emissario del lago a Ovest; terminal Bricchette (stazione di arrivo delle terre di scavo) a Nord; viabilità di cantiere a Est; lago a Sud).

EFFETTO DERIVA

Il tracciato AV è caratterizzato da 2 curve:

4. Curva “Via Masaccio” – raggio di curvatura R = 480 m

5. Curva “Fortezza” – raggio di curvatura R = 305 m

Il così detto “effetto deriva” è prodotto dal maggiore spazio che un mezzo occupa quando procede in curva rispetto a quello occupato quando procede in rettilineo. Tale effetto comporta un maggiore volume perso (Vp), cioè maggiori cedimenti del terreno in superficie in corrispondenza delle due curve.

Con semplici considerazioni geometriche è possibile calcolare, noti il raggio di curvatura e le dimensioni della fresa, i valori del volume perso a causa dell’effetto deriva e quindi i valori del volume perso TOTALE (somma del volume perso ‘corrente’ e di quello dovuto all’effetto deriva) per le due curve:

- Curva “Via Masaccio” – Vp = 1.3%

- Curva “Fortezza” – Vp = 1.8%

In base al protocollo di esecuzione degli scavi assunto da Nodavia e alle prescrizioni dell’Osservatorio Ambientale si ha che

Ø QUANDO Vp SUPERA L’1% I LAVORI DEVONO ESSERE SOSPESI

Essendo il valore del volume perso maggiore dell’1% in corrispondenza di entrambe le curve, se ne deduce che non sarebbe possibile eseguire i lavori di scavo in nessuna delle 2 curve.

Insomma, si iniziano i lavori sapendo già che non potranno essere rispettati i limiti del valore di volume perso previsti nel progetto.

FALDA

Il problema dell’interferenza di alcune opere della TAV con la falda era già stato avvertito alla fine degli anni ’90 (prima della Conferenza dei Servizi).

Per limitare gli effetti sulla falda, è stata prevista nel progetto esecutivo la realizzazione di un semplicistico sistema di by pass, che molto difficilmente riuscirà a mantenere nel tempo la sua originale efficacia.

Anche l’Osservatorio Ambientale ha manifestato molti dubbi sulla “trasparenza idraulica” delle opere che costituiscono il passante con stazione AV, tanto che il parere rilasciato contiene ben 9 prescrizioni sulle acque sotterranee. In particolare con la n. 6, che riguarda gli imbocchi delle gallerie, viene richiesta l’esecuzione aggiuntiva di una batteria di pozzi per trasferire da monte a valle l’acqua di falda durante la costruzione dei diaframmi della discenderia.

Nella stessa prescrizione, l’Osservatorio Ambientale richiede altresì che il progetto relativo alle suddette opere aggiuntive venga sottoposto al suo esame. Ad oggi, il progetto delle batterie di pozzi non è ancora stato autorizzato; pertanto i lavori al Campo di Marte vengono attualmente eseguiti in dispregio di questa prescrizione dell’Osservatorio Ambientale, senza il controllo da parte di tale organismo, che peraltro è decaduto alla fine di ottobre.

Per ora è stato eseguito il 60 – 70% dei diaframmi che formano la discenderia; quando i diaframmi avranno raggiunto la passerella del Campo di Marte sarà completato l’effetto diga (ostruzione del flusso dell’acqua della falda che da monte va verso l’Arno). A questo punto inizierà il progressivo innalzamento del livello della falda in Via Campo d’Arrigo e l’abbassamento nella zona di Via Mannelli – Via Masaccio (con il rischio fondato di avere, in questa zona, cedimenti e quindi danni agli edifici).

A cura dell'ing. Massimo Perini
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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