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Medici in coda. Per lavorare all'estero

MessaggioInviato: 17/07/2009, 17:04
da franz
a bologna selezioni per posti in cliniche e ospedali arabi, inglesi o americani
Medici in coda. Per lavorare all'estero
«Stipendi più alti, meritocrazia, occasioni migliori. Ecco perché diciamo arrivederci Italia»
BOLOGNA – Fuori sembra di essere già a Dubai. Per il caldo ovviamente. Dentro l' «Hotel I Portici» invece si respira, grazie all’aria condizionata, e si sogna. Luci, odore di pulito, ascensori luccicanti, indicazioni e hostess per accogliere i circa 400 tra medici, infermieri ed ostetriche italiani che si contenderanno 100 posti da sogno. Indossare il camice bianco negli States, in Canada o negli Emirati. E sono giunti da ogni dove: Roma, Genova, Palermo, Belluno, Arezzo, Ascoli Piceno, Padova. Tutti italiani? Non proprio. Anche qualche straniero e, soprattutto, italiani acquisiti pronti a cambiare casacca al miglior offerente. «Effetto globalizzazione della sanità», ammette allargando le braccia un medico trentino. Cento posti in palio dunque. Oltre a Londra, Doha, ci sono anche le Barbados. Chi non ce la fa viene inserito in una speciale graduatoria, e, al momento del bisogno, potrebbe essere chiamati. Insomma più d’una speranza.

IL COLLOQUIO - Tutti si sono presentati con fior di curriculum e un comune intento: lasciare l’Italia. Così senza rancore, allettati dagli stipendi, dalla villa con piscina ma anche dalla nuova esperienza professionale. Si accomodano e in 10 minuti raccontano la loro vita e le loro speranze agli auditori giunti direttamente dall’Inghilterra. L’iniziativa è frutto di una collaborazione fra Idea Lavoro, agenzia leader nella selezione di curricula sanitari, e Hcl International, società «faro» nel collocamento internazionale di professionisti in ambito medico. I vincitori otterranno un contratto a tempo indeterminato e vari benefit aziendali. «Sono 16 anni che facciamo colloqui e abbiamo visto crescere la richiesta. Oltre 1600 italiani si sono trasferiti all’estero. E difficilmente ritornano in Italia», racconta il responsabile di Idea lavoro Massimo Zivelli .

CHI SONO - Monica arriva da una città del sud, che non vuol svelare, ha fatto il dottorato in una città del sud che non vuol svelare e ha deciso di fare una esperienza in «Uk» per diventare un chirurgo cardiotoracico. La cosa che però ci tiene a dire è: «Nel mio caso è mancata la meritocrazia. Da noi c’è la politica preventiva di assegnazione dei posti». Assenza di meritocrazia è il leitmotiv di tutti: oltre a Monica lo afferma anche un pediatra di Padova e una dottoressa di Palermo. Persino un infermiere giordano ormai italiano. Meno duro un medico palestinese: «Voglio provare. In Italia sono felice ma nella vita si può migliorare, no?». Un infermiere romano, che vuole rimanere anonimo, si presenta all’incontro come quando si entra in tabacchino per giocare al Superenalotto: «Figli? – si chiede -. E con quali soldi li manterrei? Non con i miei 1400 euro al mese». Giulia è una infermiera romana con le idee chiare: «Partire è un po’ morire ma anche restare mi creda non è un granché. Ora ho deciso: voglio rifarmi una vita». Un concentrato mai visto in 300 metri quadri di gente pronta a lasciare l’ex Belpaese. E a sognare vi sono anche le hostess in reception che sondano i dottori più carini per poter dire anche loro, nel migliore dei casi, «arrivederci Italia».

Nino Luca
aluca@corriere.it
16 luglio 2009(ultima modifica: 17 luglio 2009)

Re: Medici in coda. Per lavorare all'estero

MessaggioInviato: 23/07/2009, 5:39
da Loredana Poncini
Interessantissimo articolo!
Mi richiama alle lotte sindacali di noi medici ospedalieri a tempo pieno, intraprese con mio fratello Danilo, per anni segretario regionale della C.I.M.O. del Piemonte. L'Europa, anche nella Sanità, resta lontana. Il CUAM, invece ha preceduto di decenni, in Italia, i "Medici senza frontiere".
p.s. Ignazio Marino per dare una svolta meritocratica alla Sanità Italina, può fare molto !
Speriamo e...non molliamo !

Re: Medici in coda. Per lavorare all'estero

MessaggioInviato: 02/05/2011, 22:52
da flaviomob
Quanto si scrive sui medici si potrebbe estendere a quasi tutte le categorie di lavoratori, soprattutto le più qualificate. Negli ultimi anni ho assistito a qualcosa che mai avrei pensato di vedere in tutta la mia vita, in quanto appartenente a un lontano passato: l'emigrazione sempre più diffusa di lavoratori da Milano e dalla Lombardia verso l'estero.