salve a tutti,
ho ricevuto in privato alcune e-mail di gente che mi chiedeva il perche' della mia decisione di rinunciare a partecipare al forum. A questo punto penso di dovere alcune spiegazioni. So che probabilmente queste genereranno qualche risposta, stizzita e non, ma qualsiasi cosa venga scritto, qualsiasi sia il tono e i contenuti della eventuale reazione, ho deciso comunque di non rispondere ulteriormente, per non alimentare una polemica che trovo poco interessante: spero che chi legge non valuti solo l'ultima parola ma i fatti. Per questo perdonatemi se cerchero' di esprimere con grande precisione (e di conseguenza prolissita') la mia opinione.
Il punto e' che un forum come questo, che non ha alcun valore decisionale ma e' solo un modo per chiarirsi le idee e informarsi sulla situazione italiana su una base condivisa di valori di centrosinistra, e' un piacere che deve rimanere volontario. Quindi, se non e' un piacere, non c'e' nessun imperativo morale che impone di continuare a farlo, come sarebbe invece se si trattasse del consiglio generale delle UN o anche del consiglio comunale di un remoto paesino.
Ora, durante una recente discussione sulle proteste del vaticano sui tagli ai finanziamenti alla scuola parificata (e non, badate bene, in generale sui finanziamenti alla scuola), ho espresso due opinioni:
1) che sono contrario al diritto da parte dei genitori di un bambino di decidere il tipo di educazione sulla base della loro fede religiosa. So che un diritto a decidere della educazione dei figli e' affermato anche sulla carta universale dei diritti dell'uomo, ma il mio parere e' che questo e' in contrasto con quello che sancisce la liberta' di pensiero e di informazione. Secondo me, la coercizione di un bambino a praticare la religione, o a subire l'insegnamento religioso voluto dai genitori, e' una forma vera e propria di abuso, qualunque questa religione sia. Il bambino dovrebbe avere il diritto di accedere a tutte le fonti di sapere, come puo' essere garantito solo da una scuola laica, pubblica o privata che sia, laddove la differenza e' sul METODO dell'insegnamento, e non sui CONTENUTI o sulla MORALE regnante nella scuola. Una scuola dichiaratamente "comunista" sarebbe per me ugualmente inaccettabile. Una Montessori no.
2) che l'ideologia che sta dietro alla religione cattolica in particolare e' a priori discriminante nei confronti degli omosessuali e delle donne. Questa negazione "a priori" di alcuni diritti secondo me fondamentali, rende profondamente ingiusta ogni forma di educazione che si fa unicamente a quella religione. Inoltre, penso che una certa concezione cattolica del sesso puo' creare problemi (soprattutto, debbo dire, a bambini in tenera eta') e rende a priori discutibile l'idea di affidare a scuole religiose per diverse ore al giorno, e per anni, bambini in tenera eta'. Al riparo da altre concezioni del mondo e della sessualita'. Questo indipendentemente dal fatto che in alcune scuole cattoliche questi principi possano essere diluiti dalla presenza di insegnanti laici, perche' e' "l'ambiente culturale" quello che conta nello sviluppo equilibrato del bambino.
Queste due idee appaiono molto radicali in Italia. Meno in altre parti del mondo. Che poi le scuole religiose esistano ovunque nel mondo, e che il diritto dei genitori di scegliere l'educazione dei propri figli secondo una religione particolare (e non, si badi bene, in base a principi di metodo o di qualita' educativa, come secondo me e' espresso dalla carte dei diritti), sia ovnuque riconosciuto, e' certamente un dato di fatto, e so perfettamente che la mia opinione e' minoritaria e tale rimarra' a lungo. Tuttavia, vorrei far notare che questa opinione e' la stessa di una fascia consistente della societa', ben rappresentata per esempio nel libro del biologo evoluzionista Richard Dawkins, "The God Delusion" (La disillusione di Dio). Inoltre, ci sono altri "diritti" che sono percepiti come leciti da parte di una grande fetta della popolazione di certi paesi o del mondo, ma che nonostante questo e' consentito esprimere opinioni diverse senza che questo sia percepito come un insulto o una negazione di diritti civili di base. Per esempio il diritto a fare uso della pena di morte, o il diritto a negare il matrimonio (che, comunque lo si chiami, significa stessi diritti e doveri delle coppie eterosessuali) alle coppie omosessuali sono due casi di questo tipo. In tutti questi casi, verrebbe difeso pienamente il diritto di chi espone questi pareri contrari alla morale maggioritaria, e quindi il diritto di essere tenuto al riparo da attacchi personali, in un consesso di libera e democratico dibattito.
Per venire al dunque, la discussione e' andata avanti su quel forum per un po', prendendo toni sempre piu' accesi, il che va bene. Io non discuto il diritto di chiunque di difendere le scuole cattoliche, o le sue particolari scelte, o il diritto dei genitori di decidere dell'educazione dei figli, etc. Quello che per la mia concezione delle regole del dibattito non va invece bene, e' che a un certo punto si passi dalla discussione sui contenuti (per fare un esempio, sostenere che l'ideologia della Chiesa non e' quella di fatto delle scuole religiose, oppure che vi sono individui eccezionali anche nelle scuole cattoliche, etc.) agli attacchi personali.
E cosa sono gli attacchi personali? Attacchi personali significa secondo la mia opinione cominciare a dare del bugiardo agli altri, accusarli di voler "ritirare la mano dopo avere buttato il sasso" quando si chiede - notare: a chi era d'accordo con noi! - di evitare attacchi personali e limitarsi a discutere dei contenuti, accusare di insultare una categoria di persone e PERTANTO di doversi subire ulteriori attacchi, di essere come "Berlusconi", cioe' di dire il falso, e di non volere ammettere quello che si e' detto.
E' stato detto che siccome ho "insultato" preti e monache, accusandoli di essere dei maniaci sessuali, devo accettare di essere insultato a mia volta.
Ma le cose non stanno cosi'. Io non ho mai insultato preti e monache o qualsiasi altra categoria. Ho detto e ripetuto (e chiunque puo' controllare) che chi si rifa' ad una ideologia (o religione) che colpevolizza il sesso, *puo'* creare sostanziali problemi a chi dovesse essere educato da loro. Comunque sia, qui non e' in discussione la mia opinione, ma le regole del dibattito. Non ho nemmeno insultato, preso in giro, utilizzato metafore offensivo, dato del xxx-ista a questo o quello (sostituire alle xxx il tipo di categorizzazione che si vuole), nessuno sul forum. Mi sono sempre limitato a difendere i contenuti delle mie opinioni.
Questo per me, e il fatto che la moderazione del forum non ha ritenuto di dovere intervenire ufficialmente, per richiamare alla ragionevolezza chi invece utilizzava questi strumenti, e' per me sufficiente per dire, no, questo forum non fa per me. Naturalmente ci sono mille modi di gestire un forum, e non voglio discutere le decisioni della moderazione. Basta che non si sostenga che questo e' un forum in cui le opinioni sono tutte protette, indipendentemente da chi e' loro portatore. Perche' evidentemente, dipende da chi dice cosa. Sono convinto che interventi di quel genere, portati avanti da persone che non fanno parte della redazione, avrebbero generato almeno un blando richiamo all'ordine.
Mi si puo' dire che esagero, che la discussione se non si accettano nemmeno lazzi o frizzi, battute personali, etc., perderebbe di vitalita'. E' una obiezione che - si badi bene! - accetto. Nel senso che ci sono forum totalmente moderati, in cui solo le idee della redazione sono accettati, e totalmente non moderati, nei quali si possono pure prendere a parolacce gli altri o minacciarli, in base all'idea (che non condivida) che la liberta' di opinione prevalga su qualsiasi principio di rispetto delle idee alturi. Tra questi due estremi c'e' un infinito numero di gradazioni possibili. Il punto e' che quello scelto dalla redazione di perlulivo non va bene per il mio personale punto di vista, che vorrebbe che ogni attacco personale a coloro che scrivono, indipendemente da quello che scrivono, non va comunque accettato. Questo porterebbe la discussione a concentrarsi al 100% sui contenuti, e non sulle persone che le esprimono. Secondo me, ma so che non tutti sono d'accordo, esiste un modo per distinguere le due cose: la discussione deve lasciare da parte ogni tipo di animosita' e concentrarsi sui contenuti. Come ho detto, per me contano solo quelli. Non ho ne amici ne nemici quando comunico, chi ha idee contrarie alle mie ha lo stesso grado di simpatia per me di chi esprime le mie stesse idee. Basta che il rispetto sia totale e che venga lasciato da parte ogni tentativo di spostare la discussione dai fatti etichettando le persone come questo o come quello. Mi e' stato anche detto che siccome ho fatto attacchi personali a una categoria devo comportarmi da "adulto" (!) e accettare attacchi dello stesso livello. Questa obiezione non la accetto, perche' io non ho mai attaccato nessuno sul forum. Si puo' dire che ho attaccato una categoria "esterna" al forum, ma se anche questo fosse vero (non lo e', perche' accusavo i principi e la prassi della religione cattolica, non la categoria che questi principi li attua) questo crea un diritto di essere attaccati allo stesso livello. Ma se questo e' vero, attenzione, perche' a vedere ad esempio il livello di acrimonia con cui Berlusconi o la Gelmini vengono sistematicamente attaccati, significa che chiunque ha il diritto di attaccare chi espone queste opinioni in modo analogo. Ne guadagnerebbe il forum? io penso di no. Perche' un conto e' chi scrive, e un conto l'oggetto della discussione. Difficile da comprendere? Io penso di no.
Ma evidentemente questa e' la mia personale opinione, non coincidente con quello della moderazione di questo forum (esistono altri forum, specialmente di lingua inglese ma anche in italiano, dove questo invece avviene). Donde la mia decisione di lasciare. Niente di grave, ma giusto un tentativo (che data la difficolta' di spiegarsi equilibratamente, so che non avra' molto successo) di spiegare a tutti i motivi della mia decisione.
saluti a tutti,
pagheca