Saluti 2

Ho visto che la discussione, sulla scia della mia assenza, è continuata, e dunque mi sento in dovere d’intervenire, se non altro per rispetto a chi ha voluto esprimere la propria idea – mi riferisco ad Annarosa, a Myos, a Ifran, a Flavio, a Cardif.
Io credo, innanzi tutto, che tutte queste discussioni sarebbero state evitate, se fosse esistita una moderazione gestita con altri criteri e con altro stile.
Torno un breve attimo sulla risposta – grazie comunque, di nuovo – di Annarosa, che però ciurla nel manico quando nega la colorazione nettamente partitica o “di area” del forum, che non solo è smentita dall’esrgo da me citato, ma ancora di più dall’home page del sito. La sua risposta, insomma, mi sembra viziata dalla volontà di respingere ad ogni costo un giudizio che non piace, falsificandone i presupposti: non è coerente con ciò che ho imparato a conoscere di Annarosa, e mi ricorda altri stili diversi dal suo.
Dunque. Personalmente sono per una moderazione assai libertaria, che intervenga solo in casi plateali, che rischiano davvero di stravolgere la vita stessa del forum, ma quest mia preferenza non conta nulla: dico però che, se la moderazione decide di essere interventista e di entrare nel merito delle idee espresse, e delle parole usate, si deve obbligatoriamente sobbarcare di molta responsabilità, ossia quella di soppesare ogni giudizio, di stare attenta ad ogni parola usata, di essere capace di fare un’intelligente analisi del testo scritto dagl’interlocutori, e di affrontare un dialogo serrato e di dare esaurienti spiegazioni.
Essere interventisti e limitarsi all’applicazione formale di due regolette, mettendo i piedi nel merito delle idee espresse, non è consentito né dalla logica, né dall’educazione, e nemmeno dalle regole non scritte – e tuttavia abbastanza consolidate – che regolano i rapporti dialettici e intellettuali tra persone civili.
Applicazione di regolette, oltre tutto, che sembra essere molto faziosa, o meglio, molto strabica, visto che ignora espressioni e atteggiamenti macroscopici, sistematici e gratuiti, e invece si sofferma con puntiglio su vere e proprie sciocchezze, o peggio su espressioni male intese e comunque assolutamente legittime in un dato contesto di discorso: valga come esempio, per tutti, l’appunto che mi è stato fatto sul termine “livore” da me usato verso l’ennesimo post di Matthelm che trasudava una malevolenza viscerale verso uomini (me) e cose (partito, corrente politica, avvenimenti, etc) - non una critica, non un ragionamento, un’esposizione di idee, ma insinuazioni e invettive, e non come una tantum ma come ennesimo e sistematico modo di rivolgersi a me.
Come ho detto, a me andrebbe bene anche se non ci fosse alcuna moderazione a fare da garante del confronto, ma – visto che c’è e visto che ha piacere ad intervenire cavillando sulle parole e sui veri o presunti “personalismi”- tale moderazione ha l’obbligo di agire con intelligenza e correttezza, e di tenere conto che chi interviene non è un ragazzino al quale si possono dare lezioncine di vita e di pensiero con tanta faciloneria, e che un atteggiamento paternalistico di questo genere è poco opportuno anche laddove ci si rivolgesse a gente pagata per sopportare i capricci di un capufficio.
Però è vera una cosa: tutto ciò non è un problema generale, ma molto “personalizzato”.
Le persone, o meglio le “firme”, con le quali esistono problemi sono solo due – momentaneamente tre con l’avvento di Disallineato - ossia Matthelm e Ranvit, vale a dire gli unici due che – il primo solo con me, il secondo con me e con altri – ricorrono sistematicamente alle valutazioni sulla psiche, sulla storia, sul carattere della persona in termini insultanti, con una costanza persecutoria, ossessiva. Ranvit da anni, Matthelm da quando ha cominciato a “rispondere” ai miei post nel forum.
Basta andare a rileggere, per vedere che ho tentato diverse strade: ignorare, ironizzare, replicare, chiedere un dialogo, ma è stato tutto sostanzialmente inutile.
La malevolenza diffusa da questi atteggiamenti rimane nell’aria, come la puzza di fritto, e mi fa sentire a disagio: hanno vinto loro.
Ma il disagio non mi ha impedito di chiedermi perché Matthelm si permette di avere quell’atteggiamento, così come se lo permette Ranvit.
Evidentemente hanno capito che se lo possono permettere. Anzi, credo che abbiano la sensazione che il loro modo di esprimersi sia non solo tollerato, ma gradito. Gradito a chi nel forum conta davvero, secondo la loro prospettiva.
E questo ci porta direttamente al mio rapporto con Franz, che però non intendo affrontare per esteso.
Quando ho letto che il mio sarebbe una specie di stalking verso il meschinetto Franz ho capito che davvero dovevo arrendermi: ho spiegato quello che potevo spiegare, e adesso certo non mi ripeto.
Sono andato, però, a rivedere un argomento che ricordavo molto dibattuto, quello sul finanziamento alle scuole confessionali: un esempio in cui Franz si è dispiegato al meglio, e che ha portato all’esasperazione e all’abbandono di Pagheca, un tipo per altro molto pacato e ragionevole, per non parlare di Annalu che nell’occasione ha dovuto penare la sua parte.
Infine, parliamo delle motivazioni addotte nel caso della recente sospensione.
Disallineato è stato redarguito dalla moderazione per la faccenda dei manganelli: perché?
Ovviamente io e quasi tutti noi dissentiamo dai manganelli evocati dal tizio in questione, ma personalmente credo che anche la sua invocazione rientri nella libertà di espressione: può e deve essere osteggiata in una discussione, non dalla moderazione.
Tuttavia la moderazione l’ha osteggiata, intervenendo nel merito: perché? Su quali basi? Valutando queste invocazioni al manganello come ispirate a quali ideologia, quale presa di posizione, quale vocazione?
Ebbene, la stessa cosa ho fatto io, che ho espresso la mia valutazione in modo esplicito e meno formale, paragonando tali invocazioni al clima poliziesco e autoritario che esisteva in determinati regimi.
Chi ha travalicato i propri compiti non sono io, insomma, ma la moderazione, ispirandosi oltre tutto a criteri di valutazioni uguali ai miei, e prendendo a pretesto questa mia espressione per sospendermi, ossia censurarmi.
Ciò equivale ad affermare che la moderazione può dire e fare – nel merito, nel dare giudizi ed esporre idee -ciò che ai normali partecipanti non è consentito: c’è bisogno di commentare questo genere di atteggiamento? Forse siamo in presenza del vecchio fenomeno per cui basta mettere uno sbaffo da caporale sulla manica di qualcuno per farlo sentire non tanto in diritto, ma in dovere di esercitare in qualche modo una qualche forma di potere e di microscopico privilegio?
Infine, voglio rinnovare un invito che ho già fatto diverse volte, sia a Ranvit, sia a Matthelm: gli insulti e i commenti personali offensivi non mi scandalizzano in se stessi, ma in quanto privi di spiegazioni e motivazioni evidenti. Sarei grato ai due se volessero accompagnare la loro condanna nei miei confronti con qualche riferimento concreto, preciso, a ciò che avrei detto, a qualche idea espressa che ritengono tale da giustificare tutta la loro malevolenza.
Definirmi con sdegno “laicista” e dedurne giudizi sulle mie capacità cerebrali mi sembra una prevaricazione, specialmente se non si tratta di una battuta “fulminante” una tantum , ma una ricorrenza sistematica. Lo stesso vale per il famigerato “infantile e velleitario”, o per invettive nauseate verso la altrui “puzza sotto al naso” e frescacce del genere.
Io credo, innanzi tutto, che tutte queste discussioni sarebbero state evitate, se fosse esistita una moderazione gestita con altri criteri e con altro stile.
Torno un breve attimo sulla risposta – grazie comunque, di nuovo – di Annarosa, che però ciurla nel manico quando nega la colorazione nettamente partitica o “di area” del forum, che non solo è smentita dall’esrgo da me citato, ma ancora di più dall’home page del sito. La sua risposta, insomma, mi sembra viziata dalla volontà di respingere ad ogni costo un giudizio che non piace, falsificandone i presupposti: non è coerente con ciò che ho imparato a conoscere di Annarosa, e mi ricorda altri stili diversi dal suo.
Dunque. Personalmente sono per una moderazione assai libertaria, che intervenga solo in casi plateali, che rischiano davvero di stravolgere la vita stessa del forum, ma quest mia preferenza non conta nulla: dico però che, se la moderazione decide di essere interventista e di entrare nel merito delle idee espresse, e delle parole usate, si deve obbligatoriamente sobbarcare di molta responsabilità, ossia quella di soppesare ogni giudizio, di stare attenta ad ogni parola usata, di essere capace di fare un’intelligente analisi del testo scritto dagl’interlocutori, e di affrontare un dialogo serrato e di dare esaurienti spiegazioni.
Essere interventisti e limitarsi all’applicazione formale di due regolette, mettendo i piedi nel merito delle idee espresse, non è consentito né dalla logica, né dall’educazione, e nemmeno dalle regole non scritte – e tuttavia abbastanza consolidate – che regolano i rapporti dialettici e intellettuali tra persone civili.
Applicazione di regolette, oltre tutto, che sembra essere molto faziosa, o meglio, molto strabica, visto che ignora espressioni e atteggiamenti macroscopici, sistematici e gratuiti, e invece si sofferma con puntiglio su vere e proprie sciocchezze, o peggio su espressioni male intese e comunque assolutamente legittime in un dato contesto di discorso: valga come esempio, per tutti, l’appunto che mi è stato fatto sul termine “livore” da me usato verso l’ennesimo post di Matthelm che trasudava una malevolenza viscerale verso uomini (me) e cose (partito, corrente politica, avvenimenti, etc) - non una critica, non un ragionamento, un’esposizione di idee, ma insinuazioni e invettive, e non come una tantum ma come ennesimo e sistematico modo di rivolgersi a me.
Come ho detto, a me andrebbe bene anche se non ci fosse alcuna moderazione a fare da garante del confronto, ma – visto che c’è e visto che ha piacere ad intervenire cavillando sulle parole e sui veri o presunti “personalismi”- tale moderazione ha l’obbligo di agire con intelligenza e correttezza, e di tenere conto che chi interviene non è un ragazzino al quale si possono dare lezioncine di vita e di pensiero con tanta faciloneria, e che un atteggiamento paternalistico di questo genere è poco opportuno anche laddove ci si rivolgesse a gente pagata per sopportare i capricci di un capufficio.
Però è vera una cosa: tutto ciò non è un problema generale, ma molto “personalizzato”.
Le persone, o meglio le “firme”, con le quali esistono problemi sono solo due – momentaneamente tre con l’avvento di Disallineato - ossia Matthelm e Ranvit, vale a dire gli unici due che – il primo solo con me, il secondo con me e con altri – ricorrono sistematicamente alle valutazioni sulla psiche, sulla storia, sul carattere della persona in termini insultanti, con una costanza persecutoria, ossessiva. Ranvit da anni, Matthelm da quando ha cominciato a “rispondere” ai miei post nel forum.
Basta andare a rileggere, per vedere che ho tentato diverse strade: ignorare, ironizzare, replicare, chiedere un dialogo, ma è stato tutto sostanzialmente inutile.
La malevolenza diffusa da questi atteggiamenti rimane nell’aria, come la puzza di fritto, e mi fa sentire a disagio: hanno vinto loro.
Ma il disagio non mi ha impedito di chiedermi perché Matthelm si permette di avere quell’atteggiamento, così come se lo permette Ranvit.
Evidentemente hanno capito che se lo possono permettere. Anzi, credo che abbiano la sensazione che il loro modo di esprimersi sia non solo tollerato, ma gradito. Gradito a chi nel forum conta davvero, secondo la loro prospettiva.
E questo ci porta direttamente al mio rapporto con Franz, che però non intendo affrontare per esteso.
Quando ho letto che il mio sarebbe una specie di stalking verso il meschinetto Franz ho capito che davvero dovevo arrendermi: ho spiegato quello che potevo spiegare, e adesso certo non mi ripeto.
Sono andato, però, a rivedere un argomento che ricordavo molto dibattuto, quello sul finanziamento alle scuole confessionali: un esempio in cui Franz si è dispiegato al meglio, e che ha portato all’esasperazione e all’abbandono di Pagheca, un tipo per altro molto pacato e ragionevole, per non parlare di Annalu che nell’occasione ha dovuto penare la sua parte.
Infine, parliamo delle motivazioni addotte nel caso della recente sospensione.
Disallineato è stato redarguito dalla moderazione per la faccenda dei manganelli: perché?
Ovviamente io e quasi tutti noi dissentiamo dai manganelli evocati dal tizio in questione, ma personalmente credo che anche la sua invocazione rientri nella libertà di espressione: può e deve essere osteggiata in una discussione, non dalla moderazione.
Tuttavia la moderazione l’ha osteggiata, intervenendo nel merito: perché? Su quali basi? Valutando queste invocazioni al manganello come ispirate a quali ideologia, quale presa di posizione, quale vocazione?
Ebbene, la stessa cosa ho fatto io, che ho espresso la mia valutazione in modo esplicito e meno formale, paragonando tali invocazioni al clima poliziesco e autoritario che esisteva in determinati regimi.
Chi ha travalicato i propri compiti non sono io, insomma, ma la moderazione, ispirandosi oltre tutto a criteri di valutazioni uguali ai miei, e prendendo a pretesto questa mia espressione per sospendermi, ossia censurarmi.
Ciò equivale ad affermare che la moderazione può dire e fare – nel merito, nel dare giudizi ed esporre idee -ciò che ai normali partecipanti non è consentito: c’è bisogno di commentare questo genere di atteggiamento? Forse siamo in presenza del vecchio fenomeno per cui basta mettere uno sbaffo da caporale sulla manica di qualcuno per farlo sentire non tanto in diritto, ma in dovere di esercitare in qualche modo una qualche forma di potere e di microscopico privilegio?
Infine, voglio rinnovare un invito che ho già fatto diverse volte, sia a Ranvit, sia a Matthelm: gli insulti e i commenti personali offensivi non mi scandalizzano in se stessi, ma in quanto privi di spiegazioni e motivazioni evidenti. Sarei grato ai due se volessero accompagnare la loro condanna nei miei confronti con qualche riferimento concreto, preciso, a ciò che avrei detto, a qualche idea espressa che ritengono tale da giustificare tutta la loro malevolenza.
Definirmi con sdegno “laicista” e dedurne giudizi sulle mie capacità cerebrali mi sembra una prevaricazione, specialmente se non si tratta di una battuta “fulminante” una tantum , ma una ricorrenza sistematica. Lo stesso vale per il famigerato “infantile e velleitario”, o per invettive nauseate verso la altrui “puzza sotto al naso” e frescacce del genere.