Per me è preferibile che uno mi dia del 'cretino' piuttosto che 'ti do del trinariciuto nel senso bonario di tardo a capire'.
L'avevo già scritto; lo ripeto, qua, come esempio per dire che non è tanto facile fare l'elenco delle espressioni che possono essere offensive; e non potrebbe essere comunque esaustivo. Una dimostrazione sta nel fatto che di questo si è già discusso senza che si sia trovata prima una soluzione.
Del resto una stessa parola può non essere offensiva o meno: dipende anche dal contesto e dal tono (che però non si può dare nello scritto se non, in parte, con gli esclamativi, gli interrogativi e le emoticon).
A me pare preponderante il problema del rispetto sia della persona che del libero pensiero rispetto all'uso o meno di un determinato termine.
Per il rispetto della persona secondo me è accettabile che si dica 'questa tua frase è una cretinata' (o anche un termine analogo) e non 'tu sei un cretino'. E questo à ovvio.
Per il rispetto del libero pensiero, è necessario che si dia una ragionevole motivazione della critica espressa, se di questo si tratta (attività intellettuale consistente nell'esame, nella valutazione e nel giudizio di fatti o idee).
Altrimenti è solo l'etichettatura di qualcosa mediante assegnazione di aggettivi: e così non si dà un contributo ad una discussione.
Questo è più dannoso, oltre che inutile, che usare una parola offensiva nei confronti di qualcuno. Visto che qua questo si fa: si discute.
Non si può capire se l'intento è critico oppure offensivo, se manca una spiegazione.
Fermo restando che, se si tratta di opinioni, possono coesistere opinioni contrastanti legittimamente valide; sta alle capacità di ognuno stabilire se si tratta di 'cretinate' oppure 'opinioni' (non vedo come regolamentare la differenza).
L'offesa può essere nella mente di chi sceglie certe espressioni, al di là dell'esatto significato delle parole che usa. E nemmeno questo si può regolamentare, credo.
cardif