La lettera di Romano Prodi ai Comitati per l'Italia che Vogliamo |
Roma, 7 giugno 1996
Con la fiducia del Parlamento il Governo da me presieduto entra nel pieno delle sue funzioni. Si apre una fase importantissima della vita politica del nostro Paese e contemporaneamente si chiude un ciclo di attivita' delle migliaia di Comitati nati con l'obiettivo di portare la Coalizione dell'Ulivo al governo. In questo momento devo nuovamente ringraziare tutti coloro che con tanta passione, generosita' ed intelligenza hanno operato per consentire questo storico risultato, da ogni singolo aderente, ai coordinatori regionali, a quanti sono investiti del difficile compito di testimoniare il nostro impegno di rinnovamento nel Parlamento della Repubblica. Come ben sapete, la nostra non e' stata una lotta per la conquista del
potere. Nostro obiettivo e' portare l'Italia in Europa guidandola al tempo
stesso verso la realizzazione di una democrazia compiuta e verso uno sviluppo
solidale ed equilibrato. Questi comuni propositi fanno si' che l'Italia
continui ad avere bisogno di voi. Ed io avro' necessita' di antenne
Il potere politico tende a distanziarsi dalla societa', mentre c'e' tanto bisogno di legami forti e disinteressati. Di un'altra cosa avverto, come molti, la necessita': che l'Ulivo mantenga vive nella societa' le sue motivazioni ideali. L'alternanza, l'integrazione di culture e storie diverse, la centralita' degli obiettivi programmatici rispetto alle strategie di potere, non sono risultati definitivamente acquisiti. Anche per queste ragioni c'e' ancora bisogno dei Comitati. Ma per fronteggiare
i nuovi impegni i Comitati devono anzitutto diventare un movimento pienamente
democratico, che percorra strade diverse da quelle dei partiti tradizionali
avendo come riferimento forme compiute di partecipazione e di rappresentanza.
Questa esigenza mi ha indotto a
Le persone che ho pregato di concludere in tempi brevi il lavoro loro assegnato, sono: Paolo Barile, Omar Calabrese, Albino Ganapini, Bruno Manghi, Rolando Polli e Giovanni Procacci. Nella certezza che insieme continueremo a dare un importante contributo al rinnovamento della politica e allo sviluppo dell'Italia, saluto tutti con amicizia e ottimismo. Romano Prodi
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