Bologna, 10 Aprile 2008
Intervento di Romano Prodi
Care democratiche, cari democratici,
carissime amiche, carissimi amici di Bologna,
è per me una grande commozione essere con voi e con Walter qui in chiusura di questa difficile campagna elettorale.
A Bologna abbiamo cominciato il nostro lavoro comune, a Bologna c’è stato l’inizio di quel dialogo profondo, reale sui problemi, sulle nostre radici, sulla situazione, sul futuro.
Su questo dialogo noi abbiamo costruito il Partito Democratico.
Noi abbiamo messo insieme le nostre profonde radici comuni per dare all’Italia solidità e certezze..
E’ stato un cammino lungo e difficile, complesso perchè la storia precedente, soprattutto la situazione internazionale tendeva a dividerci non ad unirci.
Abbiamo interpretato i nostri tempi, gli abbiamo interpretati in anticipo, abbiamo costruito il Partito Democratico che è il punto di riferimento unico , unico punto di riferimento democratico, democratico, della storia italiana.
Ora Walter ed io qui stassera dobbiamo dire a voi grazie.
Grazie Bologna, grazie Emilia Romagna, grazie a tutti voi .
Perché l’Italia aveva bisogno del Partito Democratico per finirla con la frammentazione, per por termine ad una crisi dei partiti che aveva stravolto tutto il paese. Per ricostruire le basi della democrazia italiana e per riorganizzare una grande forza riformista di cui abbiamo terribilmente bisogno in un paese in cui la distribuzione dei redditi è sempre peggiorata, è diventata sempre più iniqua.
Il Partito Democratico è l’unica novità vera in questa fase politica, è la condizione perché la democrazia italiana possa funzionare in futuro.
Il Partito Democratico deve avere successo domenica e lunedì, bisogna che tutti gli italiani vadano a votare con coscienza sapendo cosa c’è in gioco, sapendo che cosa è l’Italia.
E’ chiaro che noi dobbiamo essere grati a tutti i candidati che sono qui stassera con noi e a quelli che sono nelle altre regioni perché hanno fatto una campagna elettorale in cui a loro non veniva nessun vantaggio con questa legge elettorale, ma l’hanno fatta con generosità, l’hanno fatta con dedizione, l’hanno fata sapendo che era nell’interesse generale non per il loro interesse.
Nonostante questa legge elettorale, è stata una campagna sentita, forte, profonda, che è venuta dal cuore di tutti i candidati.
Allora noi dobbiamo lavorare insieme per il successo di questo partito.
Noi dobbiamo vincere per consolidare questo partito e anche per non perdere le tante cose che noi abbiamo insieme fatto in passato.
Sono arrivato mezz’ora fa dall’Egitto. Bisogna viaggiare per il Medio Oriente per capire cos’era la nostra battaglia contro la guerra in Iraq. Lo abbiamo dimenticato, e c’è stato chi ha criticato il programma con cui ci siamo andati all’elezioni..
Ricordatevi che solo avendo approfondito, discusso quel problema abbiamo potuto prendere delle decisioni di fronte a tutto il mondo che nessuno ha potuto contestare perchè gia l’avevamo detto in campagna elettorale .
Decisioni per la pace, decisioni per la solidarietà, decisioni per la giustizia. Se abbiamo in questo momento una situazione internazionale tragica lo dobbiamo proprio in gran parte agli errori di quella guerra.
E noi, fin dall’inizio, non l’abbiamo voluta. Quando abbiamo fatto il nostro programma tutta la coalizione ha detto: non vogliamo questa guerra, noi ritireremo le nostre truppe.
E lo abbiamo fatto con lealtà anche di fronte agli amici.. Per questa lealtà che ci contraddistingue, quando ho ritirato le truppe italiane dall’Iraq il presidente americano mi ha detto: mi sarei stupito del contrario perché l’avevi detto in campagna elettorale e tu sei un uomo leale.
Questo è il paese di cui abbiamo bisogno, questo è il paese che il Partito Democratico ci prepara.
Ed e’ per questo che abbiamo fatto questo difficile, faticoso risanamento. Lo abbiamo fatto per avere un posto dignitoso in Europa; che ora abbiamo.
Quando sento dire che noi abbiamo risanato il bilancio dello stato non quello degli italiani io voglio dire: ma dov’è il senso dello stato? Perché il bilancio dello stato non è il bilancio degli italiani? Non è il bilancio di tutti noi? Non è preparare il nostro futuro?
Questo è il Partito Democratico.
Gli interessi nostri sono gli interessi del paese.
E ricordiamo un’altra cosa: non solo abbiamo risanato, ma abbiamo ridistribuito l’1% del PIL alla parte più debole.
Potrebbe sembrarvi poco, ma l’1% è quanto hanno promesso i candidati americani per il loro futuro se vinceranno le elezioni.
E’ qualcosa di corposo, è forte, è quello che potevamo fare nelle condizioni in cui eravamo.
Noi in venti mesi abbiamo posto le condizioni per il rilancio dell’Italia.
E lo abbiamo fatto con serietà, lo abbiamo fatto in modo silenzioso, lo abbiamo fatto sapendo che la legislatura è fatta apposta per avere una prima parte seria , severa e poi il rilancio per il paese e l’economia del futuro.
Questa è la solidarietà: la solidarietà è pensare non all’oggi ma al domani.
Solidarietà è anche pensare al senso delle istituzioni.
Vedete, oggi, quello che viene chiamato “il principale esponente dello schieramento a noi avverso”, quello che io ho battuto due volte, Silvio Berlusconi, due volte, ebbene si è azzardato a dire: diamo una camera per avere la presidenza della Repubblica.
Il Presidente di tutti gli italiani si chiama Giorgio Napolitano. E si chiamerà anche in futuro Giorgio Napolitano. E’ il presidente degli italiani.
Quindi questo è quello che noi vogliamo.
Vogliamo semplicemente vincere una terza volta.
Non solo perché non c’è il due senza il tre, ma perché vi posso assicurare che l’idea che vinca “il principale esponente ecc…” in Europa e nel mondo provoca una sensazione di vero sgomento.
L’Italia non è quella, l’Italia è quella di un Partito Democratico che si organizza, che fa le primarie, che elegge, elegge, il suo candidato, “il suo principale esponente….” Che non viene dall’alto.
E allora caro Walter tu hai questo grande compito; hai fatto una campagna elettorale straordinaria, con una partenza difficilissima e con le piazze che via via si sono riempite come questa straordinaria piazza di Bologna.
Allora tu hai il compito di portare avanti questo Partito Democratico, di portarlo alla vittoria oggi, al governo domani, alla costruzione di una Italia democratica forte che abbandoni le tensioni, che abbandoni le esagerazioni folli che abbiamo sentito in questi anni e che porti il paese di fronte all’Europa quella dignità quella forza che l’Italia merita.
Vieni Walter a te la parola, a te la vittoria, a te il Partito Democratico!